Al termine della terzultima partita di campionato, il Crotone brucia la migliore occasione per uscire dalla mischia-salvezza: perde contro il Chievo, difronte a tremila crotoniati che hanno tappezzato di sciarpe e vessilli rossoblù il Bentegodi fiduciosi di una prestazione superba della propria squadra.
di Giuseppe Romano
Non è stato così! La squadra assegnata a D’Anna, dopo l’esonero di Maran, contestata alla vigilia dell’incontro con atti di violenza nei confronti del direttore generale, ha azzerato ogni velleità dei calabresi, lasciandoli attanagliati in una classifica a rischio di retrocessione.
Al di là delle motivazioni dettate dai tabelloni per la città, nel tunnel degli spogliatoi e della lunga attesa ai botteghini, il Chievo ha tenuto conto di quell’imposta dalla classifica.
Emozioni tutte stemperate dal gol annullato per posizione di fuorigioco, che l’arbitro non ha inteso chiarire ricorrendo al Var, è bastata la segnalazione del collaboratore.
Poi, il colpo di testa di Simy con la palla che si schiaccia sulla base del palo alla sinistra di Sorrentino e, nei minuti di recupero, la rete di Tumminello, concessa dal direttore di gara dopo la conferma del Var.
Il verdetto del campo ha sancito la vittoria alla squadra che ha corso meglio, dove tutti i giocatori si sono ritrovati sulle traiettorie utili e la fase offensiva non ha trovato appropriate resistenze.
La lentezza del Crotone ha prodotto un possesso palla sterile e una scarsa presenza in area di rigore avversaria, con Simy solitario a subire la forza fisica dei suoi due mastini, e più volte richiamato da Zenga a indietreggiare assieme a Trotta, per dare una mano alla fase difensiva.
Quindi, un Crotone poco attento, aggressivo solo nelle quattro azioni di rilievo, poco alto nelle linee e senza adrenalina e tanto piombo nelle gambe. Chiusa la corsia di Martella per tutto il primo tempo e senza alcuna spinta sulla destra.
I sentimenti sono vari e tanti, non è consolatorio nemmeno parlare dei rimpalli in area su una serie di tiri indirizzati in porta col pallone bloccato dalle caviglie dei difensori.
Irrita la rimessa laterale fatta ripetere nella piena metà campo del Crotone, che sviluppa l’azione del secondo gol dei padroni di casa, responsabili di scarsa attenzione nel far battere il fallo commesso da Ceccherini e seguirne l’azione.
Certamente il direttore di gara ha remato contro il Crotone ma altrettanto pesanti sono le responsabilità di Zenga, che prende appunti senza far quadrare i conti, e dei suoi “ragazzi” non capaci di giocare alla pari contro un Chievo che ha creduto in questa vittoria.
La sconfitta dei calabresi non è stata determinata da una differenza di qualità, ma di tanta distrazione, mancanza di grinta, d’idee e organizzazione.
Delusi dell’arbitraggio e della prestazione della squadra i tremila-rossoblù in Curva Sud al Bentegodi, alla fine hanno ricevuto i ringraziamenti da Tumminello.
Che dire di Ceccherini? A lui è vietato fare gol di testa: uno, regolarissimo, gli è stato annullato da Tagliavento in Crotone-Cagliari e domenica in Chievo-Crotone da Massa.
Con la sconfitta subita a Chievo, la squadra di Zenga resta in corsa per non retrocedere, partendo dal quartultimo posto (34 p), a un punto dal Cagliari sconfitto dalla Roma. Udinese (34p), Chievo (34 p) e Spal (35), sono le altre squadre con le gomme che fanno fumo.