50 anni dal 1968 in Calabria. Vito Barresi per un’altra narrazione del Sud tra giovani senza pane e rose nel bicchiere

6 giugno 2018, 21:58 Il Fatto

Vito Barresi, scrittore, editorialista di CN24, testata giornalistica on line, è stato ospite del Circolo Placanica per una rivisitazione originale e interessante del '68 tutta in "salsa" calabrese. Intento della serata era infatti una celebrazione del cinquantenario dell'anno in cui la fantasia puntò al potere, tutta dedicata alle forme che quel momento storico prese in Calabria, e alle forme che a quel movimento diedero molti calabresi, anche lontano da casa.


Quanto mai articolata è stata la ricostruzione dell'atmosfera del periodo a livello planetario, col ricordo del secondo omicidio Kennedy, dei Colonnelli al potere in Grecia, della soppressione della primavera di Praga, del primo trapianto di cuore in Sud Africa, della rivendicazione forte di una sede universitaria in Calabria.

Il mondo era in movimento e in subbuglio per motivi diversi e antitetici, ma su tutto prevalse, contemporaneamente, la voglia e la necessità di dare un senso a tutto questo, e di dare una direzione al fermento finalmente capace di rivendicare il diritto di autogestione, di affrancamento, di autodeterminazione e di democrazia.

La tesi è stata che, al di là del valore ideologico del movimento, per certi versi innegabile e intramontabile, la Calabria non ha saputo cogliere il momento, non ha potuto approfittare della voglia di cambiamento (e della necessità di conseguirlo), per liberarsi o per evitare logiche di sviluppo non adeguate al territorio e alla popolazione, e strategie di sviluppo che, lungi dal valorizzarla, l'hanno penalizzata ulteriormente.

Cosa è rimasto? Quel che resta è la consapevolezza della possibilità di dire no, di intercettare traiettorie che sembrano obbligate e automatiche, e la necessità di affermare valori ed istanze che non possono essere dettate solo da criteri economici e da strategie di potere.