Vietato friggere nelle Palude senza vento | Venturino Lazzaro

Cari amici, buona domenica. E’ tornato il vento, e la cosa non mi dispiace, anzi mi conforta. A pensarci era da un po’ che la porta del bagno non sbatteva così forte, facendo abbaiare all’impazzata Bosco (il mio cane nero), facendo volare carte varie, riviste e bollette non pagate, e facendo (di nuovo, ancòra) risuonare di imprecazioni irripetibili alcune stanze in casa mia (…).


Era da tempo che un’aria stagnante chiedeva di essere cambiata, e mi ero dimenticato in che posto fantastico abitiamo, sempre capace di un rèfolo, di un àlito, di uno spiffero fresco e salutare.

E soprattutto (ormai) inatteso, e quindi sorprendente, e più gradito. Mi preoccupa, davvero, il momento in cui temerò un ricambio d’aria. Temo il momento, se ci sarà, in cui con la scusa di un dolor di schiena chiuderò ogni spiraglio, ogni porta, e per troppo tempo non sentirò abbaiare di spavento Bosco, o quelle imprecazioni irripetibili, dolci e fantastiche.

Temo la stasi, lo stagno, la palude ferma e irremovibile, temo l’attesa vana. Oggi, sui fornelli non ho scelta. Non posso friggere (se apro la finestra sono guai). Buon pranzo.