Giorni addietro una massiccia pubblicità sulla carta stampata e in televisione, col seguente allarmante “dato”: nella nostra Italia vi sarebbero oltre 5 milioni di persone in povertà assoluta. Secondo noi, si tratterebbe di una notizia “falsa”, perché difficile da poter documentare.
Infatti, l’Istat, nel fornire la notizia, non ha tenuto in alcun conto del fenomeno del lavoro sommerso. In gennaio, “qualcuno” si è premurato di informarci che, nella nostra Italia, invece, vi sarebbero oltre tre milioni e trecentomila persone occupate ma irregolari. Purtroppo!
Dilaga, pertanto, il lavoro nero con diritti negati e lavoratori sfruttati. Un sommerso di sopravvivenza, quasi. Il fenomeno è da ascrivere non soltanto alla disonestà di alcuni imprenditori ma anche alla necessità di dovere ricorrere a simili abusi, causa l’alta pressione fiscale.
Il lavoro sommerso è di casa in modo particolare nel Mezzogiorno d’Italia. La Calabria registra la maggiore percentuale: 9,9 per cento. Seguita da: Campania (8,8), Sicilia (8,1), Puglia (7,6), Sardegna e Molise (7,0).
I settori più colpiti: gli affitti in nero e le badanti non dichiarate.
A tal punto sorge spontanea la domanda: “Crotone continua a risultare la città più povera d’Italia”? Non disponiamo di dati recenti, se si esclude la percentuale del 33 per cento relativa all’indice di disoccupazione. Però, riteniamo che, anche, nella nostra città dilaghi il lavoro sommerso.
A documentare ciò è un’indagine effettuata dall’Ispettorato del Lavoro che ha rivelato quanto segue: su 432 aziende visitate, quasi la metà (213) sono risultate irregolari, assieme a ben 260 lavoratori, dei quali ben 155 in nero. Mentre un’ispezione effettuata dal Comando dei Carabinieri di Crotone ha dato i seguenti risultati: su oltre 100 aziende visitate, i lavoratori in nero sono stati 80.
Infine, colmo dei colmi, la città più povera d’Italia, ha registrato, nel corso degli anni passati, un alto numero di auto di grossa cilindrata, tanto da superare la ricca città di Asti.
E noi crotonesi riusciamo ad ammirare alcune centinaia di auto che superano i 3000cc di cilindrata in circolazione sulle strade della nostra città.
Altro che povertà assoluta a Crotone e nel Sud della nostra Italia. Pur essendovi, naturalmente, famiglie disagiate e persone senza l’ombra di un lavoro.
Rodolfo Bava