“Una persona che lavora dovrebbe avere anche il tempo per ritemprarsi, stare con la famiglia, divertirsi, leggere, ascoltare musica, praticare uno sport. Quando un’attività non lascia spazio a uno svago salutare, a un riposo riparatore, allora diventa una schiavitù". (Papa Francesco)
di Sr* l’impertinente
Sembrerebbe aver preso fin troppo alla lettera le parole del Pontefice un dipendente del Comune di Crotone, identificato e deferito in stato di libertà per avere, in più episodi, interrotto il proprio servizio, concedendosi lunghe pause al bar pur risultando in servizio all’interno del Palazzo di piazza della Resistenza (LEGGI).
Scene di autentico panico si sono registrate in città, in tutti gli uffici pubblici locali, dopo che la notizia è stata resa pubblica con un comunicato emesso dalla Procura della Repubblica presso il locale Tribunale.
La scoperta è stata fatta all’esito di un’indagine effettuata dalla Sezione di Polizia Giudiziaria-Carabinieri e da un militare della Guardia di Finanza della Compagnia pitagorica sul fenomeno dell’assenteismo.
“Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero”. (Aristotele)
La Procura ha scritto che il dipendente comunale è stato fotografato del bar, “in totale tranquillità, ripreso in vari momenti della sua permanenza (…) durante la palese effettuazione di attività ‘ricreative’, dimostrando un ‘cronico disinteresse per le funzioni pubbliche svolte’ ed una totale assenza di senso del dovere”.
Una descrizione in cui in molti (ma non tutti) tra i pubblici dipendenti e non solo si saranno perfettamente riconosciuti, considerato che è questa un’attività assai in voga sulla riva pitagorica: un autentico must.
Il panico, poi, si è tramutato in vero e proprio terrore con il proseguo della nota: “Questa Procura della Repubblica, nell’interesse della collettività tutta, sarà attenta al fenomeno dell’assenteismo pubblico e promuoverà ulteriori controlli estesi a tutti gli enti pubblici della provincia pitagorica”.
“Il lavoro duro paga nel lungo periodo. La pigrizia paga subito”. (Anonimo)
Comunque, dopo che la notizia si è ampiamente diffusa in deserti si sono tramutati i portoni d’uscita dei vari enti che, invece, fino a ieri erano solitamente piuttosto transitati, non solo da cittadini alla ricerca di risposte.
Impiegati e lavoratori, infatti, sono rimasti asserragliati negli uffici, per una volta, ben oltre gli orari previsti, provocando però dei contraccolpi anche alle rispettive famiglie che li attendevano a casa.
Molte le mogli, sorelle e madri che hanno telefonato ai propri congiunti preoccupate del fatto che non fossero ancora rincasati per pranzare al “solito orario” e scoprendo una cosa imprevista fino ad allora: ovvero che è obbligatorio, e per legge, rispettare l’orario di lavoro.
“Il lavoro mi piace, mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo”. (Jerome Klapka Jerome)
È fin troppo facile prevedere come in queste ore convulse i telefoni di case e uffici siano diventati bollenti e abbiamo provato anche noi ad immaginare una “tipica” intercettazione tra un lavoratore pubblico e la di lui consorte.
La moglie: “Pronto, ma è l’una, perché non ritorni a casa? Come al solito ho già calato la pasta”.
Il lavoratore: “Ti ricordo che io finisco di lavorare alle due”.
La moglie: “Ma ti senti bene? Ma sei venuto a casa sempre all’una, se non prima…”.
Il lavoratore: “Ti sbagli, controlla meglio la sveglia… io prima delle due non sono mai venuto a casa”.
Ed ancora …
La moglie: “dopo tutti questi anni, proprio mo’ ti è venuta tutta la voglia di lavorare? Te fatiga, te… ”.
Il lavoratore: “Io rispetto le regole… non esco mai prima dell’orario…”
La moglie: “Ma hai sbattuto la testa? Vedi di arrivare subito, se no la posta la trovi incollata … e finiscila di parlare come se ti stesse sentendo qualcun altro al telefono …”
“Decise di cambiar vita, di approfittare delle ore del mattino. Si levò alle sei, fece la doccia, si rase, si vestì, gustò la colazione, fumò un paio di sigarette, si mise al tavolo di lavoro e si svegliò a mezzogiorno”. (Ennio Flaiano)
In questa città, dove c’è fame per un lavoro che in molti ambiscono avere, la denuncia di uno che ha dimostrato di non tenerci così tanto è diventata subito la notizia del giorno e sta impazzando.
C’è già chi, commentandola, ha proposto alle autorità competenti di allargare le indagini anche ai rappresentanti istituzionali, a livello di assessori e consiglieri ma anche di dirigenti.
In realtà lì la Finanza - in passato - ci ha messo già le mani, con le famose Commissioni consiliari, sia al Comune che alla Provincia; nel primo caso, addirittura, Crotone è finita alla ribalta nazionale per i costi spropositati e le anomalie, oggetto di un apposito procedimento in corso.
A pensarci bene, invece, la soluzione potrebbe essere esattamente il contrario. Visto che assessori, consiglieri e lo stesso sindaco sono così presenti ed in prima linea, soprattutto nello sparamento di posa, e che i risultati per come è ridotta la città sono sotto gli occhi di tutti, sarebbe forse il caso di proporre, per loro, un po’ d’assenteismo coatto?
Chissà: in questo caso le cose potrebbero anche non peggiorare!
* Simbolo dello Stronzio