Nel Governo dei Separati in Casa tra Girondini e Montagnardi avanza nei Cinque Stelle una forte opposizione interna

Ci sarà una fronda Girondina opposta ai Montagnardi, all’interno del Movimento 5 stelle, la nascita di una minoranza dialetticamente opposta al predominio dell’attuale Direttorio che comanda in Parlamento e nell’apparato organizzativo? Ci potrà essere una sana e legittima opposizione democratica all’attuale gruppo dirigente che, secondo molti iscritti ed elettori, ha imboccato la strada sbagliata dell’alleanza con un pezzo della destra retriva, una componente importante e politicamente inalienabile dell'ideologia politica berlusconiana, la Lega Nord di Matteo Salvini, Umberto Bossi, Roberto Maroni, Calderoli e un tempo anche del Trota e di Belsito?


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social

Certo, occorre sempre partire dalle origini del terremoto elettorale avvenuto alle porte della primavera del 2018, la fonte primaria del cambiamento.

Perché per comprendere quel che è successo in questi mesi, e quel che potrebbe accadere nei prossimi, si dovrà continuamente riandare a scandagliare dentro quel termine storico d’inizio di un ‘new deal’, finché un diverso consenso non si formerà nei vari strati sociali ed economici, sotto forma di propensione all’alternanza o alla stabilità.

Chiedersi cioè se dopo il voto del 4 marzo sia veramente crollato il ‘vecchio regime democratico’ e se effettivamente per ‘Costituzione materiale’ ne sia nato uno nuovo, senza alcuna edulcorata interpretazione del poi, la più autentica volontà popolare, il sentire di maggioranza e di governo del popolo sovrano.

Se cioè in quel frangente, il popolo delle città dal sud al nord, anche se solo geograficamente, parti consistenti del ceto medio in declino e dell’intellettualità democratica, non abbiano con quel voto inteso riprendere e continuare, nel campo inedito di un diverso orizzonte politico ed evolutivo, una trama storica consolidata e pluralista, dando un corpo elettorale capace di materiare un insieme di minoranze eterogenee che, per la prima volta nella storia del sistema politico italiano, sono riuscite ad amalgamarsi in un flusso elettorale maggioritario, senza che in esso si facessero sentire le paure emergenziali ma avanzasse una preponderante spinta delle masse e delle persone, volta a dare speranza e interpretazione al grande bisogno di risveglio dell’intero Paese.

Una volontà che sicuramente, almeno nelle dichiarazioni programmatiche e nella retorica elettorale, era quella di raggiungere la vittoria per governare in splendida solitudine, sotto il cielo pentastellato della più orgogliosa diversità e discontinuità al regime della partitocrazia.

E’ noto che non è stato così. Anzi, per evitare il rischio di tornare all’opposizione l’attuale gruppo dominante del M5S preferiva scegliere, senza particolare tormento, la strada della più convenzionale e tradizionale 'governabilità' di vecchio stampo democristiano, praticando a proprio modo la lezione morotea delle convergenze parallele, fossero a destra che a sinistra, miscelata con un sorprendente andreottismo, millimetricamente praticato a norma di Manuale Cencelli, nelle composizione delle cariche parlamentari, di governo e sottogoverno.

Ora se non si può pronosticare fino a che punto e fino a quando il ‘contratto’ dei separati in casa tra il M5S e la Lega Nord di Salvini reggerà alla prova incontrovertibile dei fatti, di sicuro non si potrà sopprimere la dialettica che il cambiamento stesso ha messo in moto, né tanto meno immaginare che il flusso maggioritario presto rifluirà nell’alveo delle formazioni sconfitte.

I vertici del M5S dovrebbero tener conto che l’epoca della retorica e dell’apologetica è finita con quel che ne consegue in termini di spedire al macero le logiche astratte, le parole altisonanti da sostituire con qualcosa di concreto e di politicamente più chiaro ed efficace.

Dal Contratto Sociale di Rousseau al Contratto di Governo Di Maio-Salvini quante sono autenticamente Alpine le 5 Stelle meneghine, ultramontane o padane, cisalpine o transalpine?

Aspettano veramente in fila indiana come le mucche svizzere che al pascolo guardano il paesaggio di Heidi che non era la nonna di Haider... l'inizio, la nuova era, la New Age della Grande Transumanza Parlamentare?

Tra chi è lo scontro? Si punta a separare il potere di pianura, forse perché alle elezioni l'antagonista sarebbe solo Salvini e dintorni? La tattica sarebbe quella di immedesimarsi nell'altro ...Così si potrebbe scoprire chi ha davvero qualche carta in mano.

Da qui sorgono i dubbi e le perplessità non solo su questo quanto sull’esito futuro ma anche immediato di un governo apparentemente a metà, per la prima volta nella storia italiana un ‘governo senza coalizione’, fortemente condizionato da un sospettabile potere di veto leghista oltre che dalla predominanza della personalità di un Salvini, che in meno di 35 giorni ha completamente superato in visibilità il duo sempre più opaco di Conte-Di Maio, nettamente oscurato dall’arsenale propagandistico di un leghista ambiguo, Giano bifronte, legato a filo doppio con l’alleanza di centro destra, comunque ancora in mano a Silvio Berlusconi.