Crotone fuori dal Mondo tra vecchi Pavoni e nuovi Struzzi

21 luglio 2018, 10:42 Politica.24

Nella crisi economica sempre più grave e impressionate che si va profilando nei prossimi mesi per l’Italia, i problemi per Crotone e la Calabria diventeranno acuti, laceranti e talmente complessi da richiedere soluzioni innovative e inedite che purtroppo solo in pochi oggi riescono a ritenere possibili e sostenibili.


Vito Barresi | Politica.24

Per quel che riguarda Crotone, realtà che continua a rimanere, non solo potenzialmente, l’unica vera città moderna dell’intera Regione, sarebbe necessario ancor di più sia differenziarsi che integrarsi in una dimensione regionale. Ma questa sponda regionalista purtroppo non c’è.

Consiglio Regionale ormai in scadenza e Giunta Regionale ragionano secondo schemi angusti e vetusti che hanno riportato indietro la Calabria, ai tempi dei tre Campanili di potere di Catanzaro, Reggio e Cosenza a cui hanno aggiunto una scatola vuota, divoratrice di miliardi e miliardi di soldi pubblici, che risponde al nome di Gioia Tauro.

In simile scenario fallimentare del regionalismo, costantemente riprodotto sia dalla giunte di centro destra che da quelle di centro sinistra, per dirla con il titolo del mio saggio storico da “Guarasci a Scopelliti”, Crotone resta un'area sempre più penalizzata dalle scelte superficiali e 'fru-fru' del Presidente Mario Oliverio, una città in profonda trasformazione, caratterizzata dallo strano fenomeno di declinare crescendo (tra i pochi comuni di dimensione più grande è quello che cresce demograficamente in Calabria) che continua a difendere strenuamente il proprio impianto urbano e produttivo di natura plurisecolare industriale.

Questa difesa ad oltranza dei livelli minimi di sussistenza nel crotonese sappiamo però che non può più bastare.

Aumenta in maniera impressionante la povertà, lo spopolamento dei comuni dell’entroterra è spaventoso, l’emigrazione ha assunto proporzioni gigantesche, i fallimenti, l’indebitamento crescono di giorno in giorno e di ora in ora.

Appare urgente affrontare in maniera integrata e integrale questioni che riguardano sia la tenuta che il futuro del sistema economico cittadino e provinciale.

In questi ultimi cinquanta anni noi abbiamo assistito alla poderosa crisi e trasformazione degli assetti di tre sistemi, tre circuiti economici cardine dell’economia locale, di valenza non solo locale ma anche regionale, meridionale, nazionale ed internazionale: agricoltura, industria e credito.

Da questi tre capisaldi, pur in profonda crisi regressiva, con formule innovative e creative, dentro il solco di un nuovo e competitivo protagonismo dell’economia urbana, locale e territoriale, si deve ricominciare a tessere lo scampolo connettivo dello sviluppo, del lavoro, dell’impresa, del commercio, del turismo e del credito.

Purtroppo osserviamo che attualmente, e lo scrivo senza polemica né acredine, c’è un Comune di Crotone acefalo, senza alcuna testa progettuale, con un Sindaco non sempre preparato sui singoli fascicoli che riguardano la pubblica amministrazione comunale.

I deficit della pubblica amministrazione comunale sono abbastanza chiari ed evidenti.

Si amministra secondo la logica dell’emergenza e non dei programmi, piuttosto pensando ad arrostire e mangiare, che non a studiare, a impegnarsi nella costruzione degli atti deliberativi, nell'individuazione delle linee guida, nell'elaborazione di piani strategici.

Progettare, pianificare, nella logica dei risultati di più lunga durata, è fatica che tutti sembrano voler scansare in barba anche alle obbligazioni contrattuali che derivano dai loro ben lauti emolumenti pubblici.

Per non dire di quel che resta della provincia e della filiera della rappresentanza istituzionale regionale e nazionale. Si vive sul corto respiro dell’impresa politica personale e familistica.

Continuare far finta che la crisi, la povertà, la disoccupazione siano fatti normali, anche se siamo ormai alla canna del gas, significa essere non pavoni ma struzzi.

In vista della ripresa autunnale la parte sana, popolare, intelligente e colta della città deve dare un segno di responsabilità.

Da qui la forza e la suggestione di fare qualcosa di originale, diverso, locale. Compreso il progetto di una Coalizione Civica per dare speranza e futuro a Crotone e ai crotonesi.