Claudio Liotti ‘manager’ dell’acqua e politico in carriera messo sotto accusa dal giovane sindacalista Fabio Tomaino

12 agosto 2018, 09:00 Politica.24

Altro che cooperazione, altro che concertazione. Per Carmine Claudio Liotti, che da qualche anno è diventato la bestia nera del sindacato crotonese da quando è manager dell’acqua pubblica, lo scontro con le sigle sindacali è sempre all’ordine del giorno. Ieri Cgil e Cisl che lo accusavano di utilizzare troppo disinvoltamente i voucher per l’assunzione di lavoratori temporanei in una società interamente partecipata da enti pubblici, favorendo così il precariato. Oggi la Uil che reclama un rendiconto meticoloso e preciso della sua gestione in questi ultimi due anni definita, senza mezzi termini, "opaca" e non propriamente "cristallina" come l’acqua.


Vito Barresi | Politica.24

Anzi, per denunciare la situazione in cui si trova il settore idrico a Crotone e nel crotonese il segretario provinciale della UIL Fabio Tomaino ha promosso una campagna di mobilitazione che ha come parola d’ordine Apri il rubinetto, fatti la doccia e sta senza pensiero”, per protestare contro un presidente che avrebbe scelto la strada di un apparente efficientismo dietro cui si nascondono tutte le falle e le vischiosità politiche del passato, tanto da dire apertamente che una regione che ritarda e un gestore locale che non funziona bene, sono due cose esplosive”.

Per sostanziare tale accusa il sindacalista della UIL ha evidenziato che, a gennaio 2016 si è registrato il fallimento Soakro e a febbraio, dello stesso anno, viene costituito Congesi,strumento figlio della politica, dove però solo 11 comuni hanno aderito, dopo un anno e mezzo di gestione. Meno del 50% dei comuni del territorio non hanno aderito”.

Questo, per Tomaino è stato il primo 'zoppicamento', su cui come sindacato è stato lanciato l’allarme. Diversi da quel momento gli incontri in Prefettura tesi a fare chiarezza e dare trasparenza.

Nell’aprile del 2016 si è siglato un accordo sindacale che prevedeva l’assunzione di 75 unità ex Soakro che in realtà erano 109. Un accordo non applicato e reso illegittimo dalla stessa azienda. 54 infatti i lavoratori ex Soakro assunti da Congesi che ha demansionato i lavoratori provenienti da Soakro "in beffa a quanto prevede il testo unico sull’ambiente”

Forse perché mai colpito da schizzi di fango, anche quando si dispongono giustamente lavori di scavo e ripristino sulle condotte invisibili del sistema idrico provinciale di Crotone e del crotonese, attività fatte di ruspe, acquisti, lavoratori temporanei assunti con i voucher, varie ditte e piccoli subappalti, il presidente del Consorzio tra Comuni per la Gestione del Servizio Idrico Integrato del Crotonese (Con.Ge.S.I.), con Sede Legale in Piazza della Resistenza presso il Comune di Crotone (?), Carmine Claudio Liotti ha risposto a muso duro e in modo a dir poco non protocollare ad alcune critiche avanzate nel corso di una conferenza stampa al segretario dell’Uil, reo di avere criticato l’operato della società pubblica, guidata dal manager politico in quota Sculco-Pd.

Perché mai un personaggio come Liotti, praticamente cresciuto all’interno dell’alveo in cui cooperazione, mondo del lavoro e sindacato si intrecciano formando un solo blocco di potere politico, abbia azionato in questi giorni di ferie d’agosto, un tale potente getto d’acqua in faccia al principio sindacale della concertazione, suscita attenzione ed esigenza di maggiori chiarimenti per la pubblica opinione.

E di averlo fatto laddove, apparentemente, non vi sono neanche conflitti da raffreddare, semmai un blando incendio di sterpaglie che certo non potrebbe minacciare la salda tenuta di quel patto tra frazioni di forze politiche tra loro mortalmente in lite (vedi Comune capo fila del Consorzio in mano al ‘sindaco ombra’ Enzo Sculco e quel che resta dei grandi nemici di quest’ultimo cioè il Pd degli irriducibili di cui è dirigente proprio il Liotti), forse messo in fibrillazione occulta dalle prossime candidature regionali che stanno sorgendo inaspettatamente tra cespugli e fronde dello sculchismo il cui ombrello monopolistico è ampiamente aperto e e dominante.

E neppure scalfire gli intrecci abbastanza solidi esistenti nel sottobosco della politica locale, di cui lo stesso Liotti si è fatto emblema ambiguo e politicamente discutibile, di fronte ai tanti compagni duri e puri del Pd, essendo insieme al suo sodale di partito Rocco Gaetani, stato scelto direttamente da Sculco, per gestire a nome del socio di maggioranza Comune di Crotone le due principali società di servizi della rete idrica e dei rifuti solidi urbani (Akrea).

Ci si chiede semplicemente cosa si nasconde realmente dietro tanta impulsività reattiva da parte di Liotti nei confronti del giovane Tomaino.

Perchè un presa di posizione tanto brusca, determinata e 'tracotante' da spingerlo a convocare una conferenza stampa antelucana per informare la stampa di avere dato mandato agli avvocati di Congesi di querelare niente poco di meno un’organizzazione sindacale, il cui principio cardine resta quello della libertà ampia e piena senza alcun condizionamento o minaccia?

Potrebbe questo addirittura essere interpretato come un atto intimidatorio verso l’azione sindacale costituzionalmente garantita? Oppure un primo scatto che sta dentro la durissima e spietata fase di individuazione delle candidature regionali che potrebbero far ombra alla consigliera Flora Sculco?

Uno scontro che altrimenti dovrebbe sorprendere, considerato che il Liotti non è né un manager puro né un esponente di primo pelo della politica crotonese, anzi.

Figura politica solo apparentemente di seconda fila nel sistema di potere e nella scacchiera degli incarichi della sinistra calabrese, Liotti è semmai un abile politico, estremamente pragmatico che, formatosi in gioventù alla scuola del PSI di Visconte Frontera, e poi cresciuto al seguito del dirigente comunista della Lega Coop Ciccio Caruso e con questi nella corrente comunista dal volto umano che faceva capo al mondo Unipol di Sergio Iritale, deve molto della sua lunga carriera sopratutto alla tenace capacità di operare costantemente dietro le quinte, senza mai esporsi più di tanto nell’arena del dibattito politico interno, certamente al fine di lucrare sempre posizioni personali di assoluta importanza e privilegio istituzionale.

Cariche in cui, una volta acquisite, non ha mai particolarmente brillato come quando è stato componente della Giunta della Camera del Commercio di Crotone, membro del Comitato Direttivo Regionale delle Camere di Commercio della Calabria, Presidente dei Consorzi Inforcoop Calabria e di Sercooper e del Consorzio Interprovinciale tra Cooperative Agricole – C.I.C.A., dal 2000 persino presidente dell`Associazione Sportiva Dilettantistica Pallamano Calabria, poi assessore provinciale all’Ambiente nella giunta del Presidente Sergio Iritale (si ricordano i fallimentari lavori di caratterizzazione ambientale del Porto di Crotone), assessore comunale ai Lavori Pubblici nella giunta di Peppino Vallone (si rammenta la disastrosa realizzazione dei lavori di rifacimento del selciato della centralissima Piazza Pitagora, ridotta in uno stato di peggior confusione e abbrutimento).

Insomma Liotti è quel che si dice un politico che si veste bene di volta in volta di manager quando è presidente regionale della Lega Coop, di dirigente sportivo quando è presidente della pallavolo, di politico quando è stato dirigente prima del Psi, poi del Pds, ancora dei Ds, infine del Pd, poi di pubblico amministratore, di volta in volta siglando vari accordi con i capi della politica locale (in palese contrasto con la sua appartenenza al PD si presentò con una lista a fianco di Iritale contro il candidato del centro sinistra alla Provincia, Ubaldo Schifino) ora pare stabilmente approdato nell’assetto di potere di Enzo Sculco, insieme con Rocco Gaetani.

Tuttavia, visto o non visto, se la classe non è acqua, di questi decantati forti valori e indimenticabili realizzazioni amministrative se ne annoverano piuttosto poche se non nessuna. Non sempre cioè negli incarichi importanti in cui è stato sempre collocato, quasi di diritto tenuto conto della sua debole incidenza elettoralistica, sono stati colti i reali e comprovati corrispondenti rispetto a quel richiesto tasso di qualità amministrativa nell’impegno sempre ben remunerato ed effettivamente erogato.

Da qui l’impressione, che si vorrà ovviamente molto parziale e non lesiva della persona, che si ricava dalla figura di Carmine Claudio Liotti, di cui paradossalmente poco si conosce nei dettagli ufficiali, mancando all’evidenza pubblica un pur stringato curriculum vitae che ne riporti in autocertificazione i dati salienti della formazione, in primis il titolo di studio specifico, nonché le circostanziare esperienze gestionali e non politiche, con i relativi risultati di bilancio le capacità strategiche che si evincono dall’alta formazione.

Tutte voci necessarie per essere all’altezza di un vero e proprio cambio di paradigma nelle direzioni strategiche delle società pubbliche partecipate chiamate a dare maggiore sviluppo e più consistente qualità di servizi in ambienti storicamente svantaggiati e quasi sempre ostili all’innovazione.