Tra il silenzio politico e l’abisso gestionale in cui si ritrova Crotone alla fine della stagione estiva, affannosamente alle prese con mille problemi, tocca ancora una volta al ‘grande vecchio’ Enzo Sculco, titolare e capo - almeno fin qui indiscusso - del potere politico comunale, provinciale e forse anche regionale, alzare la voce e lanciare un grido d’allarme rispetto al totale fallimento politico amministrativo del Sindaco Ugo Pugliese e della sua Giunta, e con esso un ulteriore tentativo di porre rimedio al marasma burocratico in cui praticamente è sprofondata la Terza Giunta Comunale attualmente in carica.
Segnale di un malessere interno alle forze di maggioranza che scrivono la loro ellissi intorno al movimento dei DemoKratici ma, soprattutto, di un ulteriore “attrito” tra il leader formale e l’area di governo, sono i tuoni, fulmini e saette che i soliti ben informati hanno udito deflagrare, a gran voce, dalle finestre aperte dell’anonimo palazzo di Via Firenze, oggigiorno centro nevralgico della pianificazione politica cittadina.
Un’ira, quella di Enzo, che ha squarciato il silenzio del quartiere indirizzandosi ad un’intera giunta convocata e presente quasi al completo - se non fosse per le assenze di tre dei suoi “uomini di punta” - e, da quanto è stato possibile sapere, probabilmente ritenuta rea di non saper metter in campo le linee politiche, programmatiche ed operative delineate dal Quartier Generale.
Una sorta di “cazziatone” alla crotonese, strutturato che, tra l’altro, potrebbe esser servito anche e quantomeno a delineare pesi e misure interne alla Giunta e soffocare eventuali velleità protagonistiche, sempre possibili all’orizzonte.
Da buon politico navigato e accorto, però, Sculco avrebbe preso anche atto che l’incapacità, l’impreparazione, l’incompetenza, l’abulia e l’apatia palesata da Pugliese nello svolgimento della carica a lui assegnata, quella di primo cittadino di un comune ben in vista nel panorama politico nazionale e regionale, non solo non è rettificabile o recuperabile, ma addirittura rischia di diventare un ostacolo tombale e insormontabile lungo il sempre più complesso cammino del suo progetto politico associativo, famigliare e personale.
A partire da questa drammatica consapevolezza, cioè del vuoto assoluto in cui è caduto il suo edificio politico, per Enzo Sculco non sarà facile trovare soluzioni serie continuando a rattoppare e a mettere pezze a colori sulle deficienze altrui.
Certo, ancora una volta ha dalla sua parte due fattori, due dettagli non certo indifferenti: da un lato la totale mancanza di un’opposizione, vista la pochezza in cui si contorcono quei due strani figuri abborracciati che vestono la casacca a cinque stelle, come pure lo stato di degrado in cui versa il Pd; dall’altro il fatto che Sculco ha ancora a disposizione molte cartucce da giocare tra le risorse umane di riserva che sono parallele al suo gioco di potere.
Nell’attuale stagione della politica italiana, mondiale ed europea, una stagione in cui il fare, il sapere e il saper fare della politica vanno sempre di più prendendo una ben diversa inclinazione e intonazione, appare evidente che l’ignoranza e l’analfabetismo in cui versa il ceto politico crotonese, sia di maggioranza che di opposizione, non portano certo lustro alla gloria di Sculco, il quale sa bene che con questi, simili personaggi non riuscirebbe nemmeno a cavarci un ragno dal buco.
Da qui ai rimedi la strada dovrà essere breve. Sarà pure una chimera ma se il leader dei Demokratici vuole continuare a restare ancora al centro della scena deve maturare presto soluzioni credibili, praticabili, sostenute da profili personali di ben più alto profilo e non da approssimative controfigure come quelle fin qui utilizzate.
Formalmente lo può fare. A patto che prenda atto che la nuova fase politica ricomincia non con la sommatoria delle quantità ma con la scelta delle qualità.
Sarà difficile, anzi improbabile. Ma già credere a questa ‘chimera’ sarebbe un passo in avanti che rideterminerebbe un ambiente nuovo nel Comune di Crotone.
Tanto che se Sculco ha definitivamente constatato l’irreparabile fallimento di Pugliese, la sua rapida uscita di scena potrebbe essere molto “Prossima”.