La Prossima Crotone e la débâcle politica tra arrangiatori del nulla e cordate che stoppano un nuovo ordine

7 settembre 2018, 08:29 Il Mastino dei Baskerville

Il momento politico-istituzionale di Crotone si presenta come sempre più asfittico ed inconcludente; la “Prossima Crotone”, accreditatasi come portatrice di un nuovo “verbo” riformatore e quasi rivoluzionario, è gradualmente e progressivamente arretrata su logiche di mera e disinvolta gestione, peraltro pessima, soccombendo alle pulsioni restauratrici dei soliti “arrangiatori” della politica del nulla. Quindi chiusura alle partecipazioni esterne, “interessata” indifferenza alla “società di mezzo” crotonese che già, di per sé, abdica volentieri al proprio ruolo.


Queste sono le condizioni che normalmente segnalano l’esaurirsi di una idea e proposta politica e certificano, invece, il radicamento di lobby e cordate “mascherate”.

Gli interessi collettivi sbiadiscono progressivamente e si ricolorano sempre più come occasioni personali e di parte.

A più di due anni dalle elezioni comunali gli obbiettivi-cardine del programma di governo sono sempre più sfumati, rimandati, rattoppati in un alone di improbabilità, quando non arenati e passati nel dimenticatoio.

L’aeroporto è appeso alle royalties del nostro metano devolute alla Sacal di Lamezia, acrobatica vincitrice di un bando nazionale (sic!) che le ha assegnato la gestione; la linea tenuta in questa vicenda è stata perlomeno ondivaga, passando da una strenua resistenza giudiziaria ad un accondiscendente “accordicchio” per accontentare “l’anguillaMario Oliverio.

Il porto non ha più un calendario di momenti ed azioni istituzionali, non è maturato un piano regolatore portuale e si sono volatilizzate le ipotesi di dragaggio e di interventi ammodernanti e ripristinanti.

Al proposito sorge il dubbio che incidano pesantemente volontà dilatorie non solo esterne.

La bonifica è come una stella cometa che appare e scompare, l’Antica Kroton è una splendida suggestione che, ogni tanto, ritorna in mente persino al Sindaco.


Le nuove possibilità di “corseggiare” sponsorizzate da vecchi e nuovi imbonitori del sottobosco politico


Nel contempo il PSC è di là da venire e si creano presupposti per lasciare intravedere “spiragli” per nuove possibilità di “corseggiare sponsorizzate da vecchi e nuovi imbonitori del sottobosco politico.

I servizi sono ridotti al lumicino, le partecipate annaspano tra storiche inefficienze ed incapacità e la nuova “mannaia” quale il fatturato minimo, eventualmente da creare surrettiziamente.

La burocrazia comunale è quasi agonizzante e le immissioni di nuovi quadri non possono bastare a rivitalizzarla.

Le ipotesi di esternalizzazione rischiano di diventare una cura peggiore della malattia, ove si parta dal cosiddetto costo storico che è frutto di inefficienza e non può essere parametro; sono queste le classiche situazioni di “utile regalatodalla Pubblica Amministrazione che sono state oggetto di studio del precedente Parlamento senza essere approdate alla dignità di legge.


La desertificazione imprenditoriale, l’esternalizzazione dei servizi pubblici ed il rischio dei monopoli


Allo stesso modo il meccanismo di svolgere un servizio esternamente all’Ente implica che quest’ultimo svolga un continuo e puntuale controllo (leggasi direttore dei lavori).

In piccole realtà afflitte da desertificazione imprenditoriale l’esternalizzazione di pubblici servizi deve essere accompagnata da estreme cautele per impedire che sorgano monopoli che rendano ancor più impraticabile il mercato per tante micro imprese.

Tutte queste considerazioni non possono sfuggire a chi abbia un’idea di “governance” e quindi è legittimo che sorga la perplessità, innanzi ad una ulteriore latitanza, che sia un gioco voluto ed avallato per impedire che si crei un nuovo “ordine” che possa mettere in discussione attuali gerarchie.

Il Mastino dei Baskerville