Generazione Bio Made in Italy. I primi trenta anni festeggiati al Sana 2018

11 settembre 2018, 07:37 100inWeb | di Vito Barresi

Biologico? Cioè qualcosa che implica una complessità di senso, sentimenti, persino confronto ideologico sui costumi sociali, sulle regole alimentari, sui sistemi produttivi? Cioè un profondo mutamento di paradigma rispetto al dominio incontrastato di una malintesa modernità contro la dolcezza e il buono della naturalità come principio ordinatore dei costumi e degli stili di vita? Assaggi, respiri, accarezzi, annusi, tocchi praticamente tutto dalle spugne naturali alle magiche creme che ringiovaniscono, dal pane fragrante e gustoso fino alla frutta coltivata con energie biodinamiche questo e molto di più, si è visto navigando, stand to stand, nell’arcipelago verde del piacere sensoriale, la trentesima edizione di Sana a Bologna, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale 2018.


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social

Una volta nata, cresciuta, educata e formata, passata dagli anni Ottanta dei paninari e della rivoluzione consumistica televisiva, attraverso il grande freddo della recessione economica, affrontando la tempesta asiatica e intercontinentale della globalizzazione, i cambiamenti violenti e devastanti del turbo capitalismo e delle migrazioni umane, della Pac comunitaria, del junk food, della filiera oligopolistica alla Mc, del melting pot del cibo e dell'apertura nei mercati dell'immenso paniere afro asiatico, la rapida diffusione del cibo etnico e religioso (islamico, ebraico, buddhista, confuciano, induista) a fronte dei regimi dietetici cristiani, cattolici,ortodossi, protestanti, post cristiani, l'apprezzamento dei popoli del riso,dei semi, dell'acqua, degli infusi, delle piante officinali, specie ayurvedhiche e cinesi, il meticciamento e la confusione dei generi alimentari, ora è tempo per la ‘Generazione Bio’ Made in Italy di ripartire e vivere nel mondo adulto delle imprese e della responsabilità, con la forza immensa della tradizione della qualità.

Per questo Sana Bologna non è una fiera qualsiasi, non solo di cose, ma straordinariamente sapienziale perché dice molto e di più sul consumatore che si evolve e trasforma, sull’economia che si rinnova, proponendosi come snodo innovativo, un hub di esperienze di crescita che s’intrecciano e si interconnettono per fare e dare rete al Biologico e al Naturale non solo italiano ma anche Europeo e Mediterraneo.

Un momento, lo auspichiamo per le prossime edizioni, davvero geo politico, che guarda al divario, alle contraddizioni, alle sfide in modo adeguato alla 'sostenibilità' del pianeta, cogliendo i tratti distintivi e strategici delle linee guida delle politiche di genere (e di generi alimentari) biologico, naturale, biodinamico, tradizionale e antropologica.

Tutta un’altra storia, ma da scrivere nei minimi dettagli, nelle biografie dei suoi guru e dei suoi pionieri, quella del biologico in Italia, della nuova fitoterapia e del revival delle piante officinali, e poi della cosmetica naturale, del macrobiotico, del bio dinamico, del veganismo, ecc. che ora aleggia con orgoglio nei tanti padiglioni di Sana affollati da manager, dirigenti, forza vendita, creativi, comunicatori, tecnocrati, ingegneri del gusto e tecnologi del cibo, agricoltori telematici e persino filosofi del green lifestyle che si ritrovano nel capoluogo emiliano come nel sognato e avveniristico spazio della loro esposizione universale.

Per cui se all’inizio, nell’età della pietra il movimento biologico in Italia significava in qualche modo un intreccio e un ingaggio, l’insieme di cose che andavano da Valcarenghi a Re nudo, da Licola e Parco Lambro, da Petrini a Slow food, da Arci Gola a Radio Bra Canale 96, da Gianni Sassi alla cooperativa Intrapresa de La Gola, da Alce Nero a Radio Macondo, da Rostagno a Sostiene Carlin, da Franco Bergamaschi all’Erbolario, da Briseghello premiato Stabilimento Industriale di Erboristeria Fornitore all'ingrosso di materie prime tagliate, polverizzate e miscelate per Farmacie, Erboristerie, Distillerie, fino al famoso, ormai introvabile, trattatello di Spagiria del Dr. Giorgini, cioè tutto un magma di mondo alternativo che s’apriva a Demetra, si stampava in Tecniche Nuove, si pubblicava su Buono e Naturale, passava per Demeter e Steiner, arrivava a Macrolibri, adesso lo ritrovi in Forma di attualità che annuncia tendenza e futuro in una Bologna tra scampoli d’estate e contrappunti d’autunno, dal fresco sentore piovasco.

Bologna oggi raccoglie la spinta di questo movimento alternativo e gli da uno spazio ambito e strutturato, in un contenitore di cose, manufatti, saponerie, alta cosmesi, il lusso del naturale, che attrae e seduce i tantissimi visitatori. Una folla non solitaria ma interattiva che fa confidenza, parla, discute, approfondisce e sorride.

Sarebbe bello andare a rivedere le prime edizioni di Sana nelle teche emiliane di Rai Regione, riscoprire i video alla Cineteca di Bologna o in qualche altro archivio fotografico, cioè che conta adesso è il colpo d’occhio, la prospettiva solida di una mercato in crescita che va dall’ortofrutta alla cura del corpo, di un apparato produttivo che punta su valori sociali condivisi che vanno dall’ambiente al clima, dalla sicurezza alla qualità, dalla tracciabilità alla certificazione.

Tuttavia, questo ampio e articolato complesso di punti che formano la responsabilità condivisa del settore, insomma solo una parte a rapidi speach che si è potuta ascoltare nelle tante conferenze che Fiere Bologna ha accolto nelle sue sale attrezzate dai nomi suggestivi e accattivanti come Notturno, Suite, Ouverture,Melodia, Concerto, ecc., non si può neanche più classificare e restringere nella ormai riduttiva categoria dell’agricoltura biologica esclusiva, comunque chiusa sebbene pura e semplice.

In questo senso Sana 2018 ha a suo modo indicato la traccia delle prossime edizioni in vista del 2020. Segnalando che è giunta l’ora di uscire dal lungo percorso che dal 1988, anno della dodicesima Conferenza scientifica IFOAM, in cui più di 60 Paesi si schierarono contro l’adozione di sementi Ogm, passando per il 1991 anno del Regolamento (CEE) n. 2092/91, uscendo dai recinti della vecchia bio / logica per entrare in nella nuova dimensione della qualità integrata e complementare del futuro naturale.