Il Crotone aveva bisogno di una vittoria scaccia pensieri, ma il Brescia non era certo venuto in Calabria per una vacanza, specialmente dopo l’ultima vittoria casalinga sul Palermo. Ci si aspettava una partita combattuta sul campo ad armi pari, ma così non è stato, perché ad essere determinanti negli episodi non sono stati solo i 22 giocatori scesi in campo, ma anche il direttore di gara.
di Cinzia Romano
La prima regola di un arbitro di calcio è quella di non farsi notare: per essere stato impeccabile a fine gara nessuno si dovrebbe ricordare di lui.
La società del presidente Gianni Vrenna, invece, ha ben inciso nella sua memoria l’arbitro Tagliavento che, nello scorso campionato di serie A, scippò al Crotone una vittoria sudata sul campo contro il Cagliari, annullando all’ultimo minuto di recupero un gol a Ceccherini, nonostante l’aiuto della Var.
Un errore pesantissimo e ammesso dallo stesso arbitro ma solo a termine della stagione, dopo aver appeso il fischietto al chiodo.
E così, forse per emulare il collega o per mera mania di protagonismo, Livio Marinelli di Tivoli decide di incidere pesantemente nella gara Crotone-Brescia, iniziando dopo soli 90 secondi a non fischiare a Nalini una punizione al limite dell’area di rigore ed a proseguire poi con decisioni altamente discutibili.
Al 9’ il Crotone resta in dieci uomini, a vedersi sventolare il cartellino rosso sotto il naso è per la seconda volta in tre partite giocate il difensore Golemic. Rigore per il Brescia e Donnarumma porta la sua squadra in vantaggio.
Se il buongiorno si vede dal mattino, in dieci contro undici, a volte anche contro dodici, ci si aspettava una goleada della squadra di mister Corini, ed invece gli squali tirano fuori i denti.
Se qualcuno avesse iniziato a guardare la partita dal 10’ minuto e non avesse contato i giocatori in campo, mai avrebbe pensato che il Crotone giocasse in inferiorità numerica. Macina gioco ed esprime al meglio le proprie qualità individuali e di gruppo, disputando la migliore partita da inizio campionato.
Bravissimo il portiere Alfonso in diverse occasioni a negare il gol del pareggio che arriva al 56’ con il primo gol stagionale di Ante Budimir. Sono sempre i rossoblù ad imbastire il gioco: 56% di possesso palla, 446 passaggi e 22 falli subiti contro il 44% di possesso palla, 363 passaggi e 11 falli subiti dei lombardi, ma ancora una volta a pagare una leggerezza del singolo è tutta la squadra.
Al 71’ Faraoni regala un pallone in piena area di rigore agli avversari che Dall’Oglio concretizza nel 2-1. Per qualche minuto il gol sembra aver spezzato le gambe ai ragazzi di mister Stroppa, che di energie ne hanno sprecate molte viste le tre gare in 11 giorni, ma non ci stanno a perdere un match che hanno sempre avuto la sensazione di poter gestire e vincere.
Si lotta fino all’ultimo pallone, finché al sesto minuto di recupero, il portiere bresciano commette un fallo in area di rigore su Budimir.
Dal dischetto è lo stesso attaccante bosniaco che calcia spiazzando Alfonso e che a fine gara alla domanda “cosa hai pensato prima di calciare?” risponde “A quanto tempo rimaneva ancora per poter fare il terzo gol”.
Triplice fischio, un pareggio che vale quanto una vittoria, ma la Curva Sud, protesta e grida a gran voce il nome di Giovanni Stroppa che dopo essere rientrato negli spogliatoi, esce accettando il confronto a cui assiste anche Gianni Vrenna e terminato con le parole del presidente: “Grande squadra e grande allenatore”.
Parole che stemperano i toni e dimostrano l’estrema fiducia della società verso un gruppo, che con umiltà ed attraverso il duro lavoro, potrà ottenere grandi soddisfazioni. Per il momento si aggiunge un importante punto ad una classifica che si stava facendo complicata.