Pugliese: l’abdicazione di un sindaco inadeguato tra ‘cazzeggi’ e selfie e i pannoloni esausti del cerchio magico

29 settembre 2018, 16:42 Il Mastino dei Baskerville

Scartabellando qua e là mi sono imbattuto in una curiosa statistica emersa da un recente sondaggio sulla percezione che i Calabresi hanno delle Istituzioni. Appare in tutta evidenza lo scollamento profondo tra “Palazzo” e cittadini, non completamente ascrivibile alla perdurante crisi economica; il deficit di fiducia ha anche ragioni storiche più antiche e relativamente più recenti, quali, ad esempio, l’aumentato “differenziale” con il resto del Mezzogiorno, del paese e dell’Europa.


Il Mastino dei Baskerville

Il Calabrese non si riconosce nell’autorità di chi rappresenta lo Stato ma subisce il peso del potere e ne cerca i favori e i vantaggi in un crescendo di ruoli e posizionamenti, in cui il rappresentante del potere più piccolo cerca l’amicizia, la protezione di chi incarna il potere più ampio, più potente.

La magistratura rappresenta, forse, l’istituzione che gode della maggiore considerazione, ma non tutti i singoli magistrati incontrano il favore popolare e non tutta l’attività relativa conquista l’approvazione della cittadinanza; la stessa valutazione ricade sulle forze dell’ordine.

La stessa Chiesa che ha interpretato spesso in Calabria il comune sentire, se non le paure del popolo, ha più volte sacrificato la propria missione alle logiche terrene più opportunistiche; quando ciò si è verificato è stata anch’Essa freno al libero manifestarsi dell’ansia di libertà e progresso delle comunità, assumendo un contegno ibrido con la politica e le istituzioni.

Fra le istituzioni democratiche, quella che costituisce il vero raccordo con la popolazione e ne rappresenta le istanze più dirette ed immediate è la figura del Sindaco.

Essere Sindaco della propria città costituisce privilegio e gratificazione, probabilmente il massimo per un uomo ed un politico.

La funzione di primo cittadino richiede grande fermezza umana: essa, infatti, non è negoziabile neanche con l’appartenenza partitica; specie oggi, in quanto direttamente eletto, non è più costretto ai compromessi ed alle logiche della politica.

Lo “status” di Sindaco è speciale in quanto è l’unico che si identifica con l’universalità degli interessi dei cittadini, da quelli privati, personali, familiari a quelli più generali.

Un Sindaco non ha bisogno di negoziare la specificità della sua funzione con nessun altro potere istituzionale, sia pure nell’interesse mediato dei suoi cittadini.

Quando ciò avviene un Sindaco rinuncia al suo potere carismatico e denuda il ruolo e la sua personalità di tutto quel fascino immaginifico, derivato dai problemi, dalla fiducia e dalla speranza dei cittadini.

Il Sindaco non è solo il primo cittadino, ma rappresenta il “miracolo” dell’immedesimazione organica tra umano ed astrazione istituzionale.

Chiaramente mi rendo conto di aver interpretato il pensiero dei Calabresi dipingendo un modello ideale, ma purtroppo la realtà ci dimostra quanto ne sia distante l’effettiva corrispondenza; basta guardare Crotone per rendersi conto come la funzione possa essere svolta in maniera del tutto antitetica.

Il sindaco Pugliese è riuscito in soli due anni a sperperare il carisma insito nel ruolo, prostrandosi continuamente e con perseveranza degna di un miglior scopo alle direttive di qualunque potere con cui si è interfacciato: con il presidente Oliverio e qualche “miracolato” assessore regionale, con l’Enac ed il Ministero dei Trasporti, con Eni ed il Ministero dell’Ambiente, con l’Autorità portuale e magari anche con qualche capo condomino.

Il decisionismo non è proprio una sua prerogativa e l’incompetenza iniziale è diventata alibi perenne e sindrome irreversibile. Non proprio un Bartolomeo Colleoni ma piuttosto un re travicello.

Il suo tempo istituzionale trascorre in continui “pellegrinaggi” tra Prefettura e Procura che si ritrovano a svolgere, loro malgrado, funzioni estranee alla propria specificità; questi viaggi della speranza gli consentono di “marinare” (furbescamente?) tantissime riunioni di Giunta.

Nella città è sempre più netta l’impressione che sia in corso una vera e propria abdicazione, forse la presa d’atto di una inadeguatezza e di una progressiva delegittimazione del dante causa “politico”.

Ed effettivamente Sculco ed il “cerchio magico”, più che burberi ed aggressivi feudatari del potere locale, appaiono come “badanti” disperate a cui non bastano più i pannoloni!

Intanto Crotone subisce la bonifica preconfezionata da Sindial e Regione Calabria conservando nelle proprie viscere i veleni accumulati nei decenni; “Antica Kroton” somiglia sempre più al modello prefigurato, non proprio disinteressatamente, dalla Regione e dall’Università della Calabria.

E mentre gli interessi dei Crotonesi vengono continuamente derubricati ed abborracciati, Sindaco e Giunta assistono inermi, distraendosi con le uniche pratiche in cui sono edotti: i cazzeggi ed i “selfie”, magari re-inaugurando anche la spada di Senatore per fare un dispetto a Sculco.