Crotone la città che “affonda” nel diluvio: a nuttata ha da passa’ ma la manutenzione s’ha da fa’

6 ottobre 2018, 17:35 Sr l'impertinente

“Mo ha da passa’ ‘a nuttata. Deve superare la crisi”. Così scriveva Eduardo De Filippo in “Napoli milionaria” e “a nuttata” a Crotone è passata e fortunatamente tutto ha funzionato, per una volta bene: la città ha retto ed anche piuttosto bene all'impatto delle piogge davvero copiose.


di Sr* l’impertinente

Da elogi la macchina dei soccorsi e la task force messa in campo da Prefettura, Comune e Protezione civile che ha superato una prova oggettivamente anche piuttosto difficile.

Resta però un dato di fondo e cioè che ad ogni goccia di pioggia non ci si può affidare tutte le volte alla Madonna o invocare la benevolenza del destino per uscirne indenni senza danni seri.


“Ci sono pericoli in ogni cosa che si fa, ma ci sono pericoli ancora più grandi nel non fare nulla”. (Shirley Williams)


Resta il dato oggettivo che alle prime gocce la città vada letteralmente in tilt come un vecchio flipper non abituato alla veemenza delle intemperie climatiche un po’ oltre la norma.

Allagamenti, disagi alla circolazione, tombini fognari saltati, strade che diventano fiumi di fango e detriti e canali che ruggiscono quasi ad invocare una manutenzione che manca da tempo immemore.

Manutenzione, è questa la parola magica ed è quella che manca per fare in modo che ogni pioggia non diventi un'emergenza e non si trasformi in seria preoccupazione facendo temere il peggio.

Illuminante, in questo senso, il pezzo del nostro Mastino dei Baskerville, pubblicato su CN24 poco meno di un mese fa, con tanto di foto chiare ed esplicative (LEGGI).


“Talora noi obbediamo allo stesso impulso che induce l’uomo a tentare il pericolo, a toccare un filo elettrico, a sporgersi da una ringhiera aerea, a saggiare un veleno con la punta della lingua. Il demone della perdizione, cosiddetto, forse”. (Dino Buzzati)


L’Esaro è il fiume che attraversa la città ma è anche il portatore di una paura che alberga nell'inconscio collettivo dei crotonesi, che a questo corso d’acqua legano davvero brutti ricordi.

Richiama, infatti, alla memoria l’alluvione del 1996, una colpa sulla coscienza di molti ma che ritorna come un incubo incombente proprio ad ogni pioggia sostenuta.

La cartina di tornasole l'evacuazione della Datel, struttura concessa alla città proprio per il post alluvione di 22 anni fa, ma che si trova in una zona tra le più pericolose in caso di un’altra ed eventuale inondazione. Il che è tutto dire!


“I mostri esistono, ma sono troppo pochi per essere davvero pericolosi. Sono più pericolosi gli uomini comuni, i funzionari pronti a credere e obbedire senza discutere…” (Primo Levi)


Crotone è una città che mostra ogni volta di più di non avere memoria: non solo quando si vota ma in ogni occasione utile.

Una città che dimentica troppo spesso ciò che ha subìto; che non si ribella all’esser prigioniera di qualche goccia di pioggia quanto sappia fare invece per uno stadio, casa di tutti e cosa più rilevante di ogni altra.

Una città dove ciclicamente il livello dell’Esaro fa tornare a mostrare una preoccupazione che poi passa - così come la piena - per tornare a concentrarsi sui temi più rilevanti come, magari, il pallone.


“Uno non dovrebbe mai voltare le spalle a un pericolo minacciato e cercare di fuggire da esso. Se lo fai, raddoppi il pericolo. Ma se lo affronti tempestivamente e senza batter ciglio, ridurrai il rischio della metà”. (Winston Churchill)


Visto che come ogni anno l’anniversario dell'alluvione trascorre in sordina, se si eccettua qualche sporadica iniziativa, in questi giorni d’ottobre e proprio in concomitanza con la tragedia è stato allora il maltempo a lasciare l’ennesimo promemoria alla città e i suoi governanti.

Ma più di una commemorazione o di un convegno in ricordo delle vittime (sei) e dei danni incommensurabili, servono interventi concreti capaci di evitare ripetuti patemi d'animo.

Questa volta tutto si è risolto da sé (si fa per dire con 500 sfollati) ma la buona sorte non potrà sempre sorriderci ed è per questo che più che mai oggi è tempo di prenderne coscienza ed intervenire sul problema.


“Lasciamo che la paura del pericolo sia uno stimolo a prevenirlo; colui che non ha paura, fornisce un vantaggio al pericolo”. (Francis Quarles)


In quest’ultima occasione di polemiche ce ne sono state poche e spazzate via dalla pioggia in gran quantità. Oltre al fango per strada, ai detriti da ripulire e alla paura (che poi passa) resta una necessità: che si lavori per fare in modo che ad ogni precipitazione non ci si debba appellare alla Vergine per invocarne la divina protezione o affidarsi alla benevolenza del fato che spesso è invece cinico e baro.

Perché se è vero che a nuttata ha da passa’, se non ci si dà fare non sempre il risveglio sarà a lieto fine: è già successo, quella triste giornata di 22 anni fa. Intelligenti pauca.

* Simbolo dello Stronzio