Crotone e quella frenesia comunicativa che rasenta il limite dell’arroganza. Che spesso fa solo danni

10 ottobre 2018, 13:07 Sr l'impertinente

“Avere sempre ragione, farsi sempre strada, calpestare tutto, non avere mai dubbi: non sono forse queste le grandi qualità con le quali la stoltezza governa il mondo?” (William Makepeace Thackeray).


di Sr* l’impertinente

Esiste una linea sottile tra la sacrosanta rivendicazione di un proprio diritto o di un interesse pubblico, e la tracotanza; tra un'espressione legittima del proprio pensiero ed un atto di prepotenza.

C'è una linea ancora più sottile tra l'essere nel giusto e passare, in breve tempo, a sconfinare - nel migliore dei casi senza accorgersene - dalla parte di chi vuole avere ragione a tutti i costi.

Rette queste che si assottigliano ancor di più in una realtà come Crotone dove tutto ciò che sembra vero spesso non lo è e la realtà tende a camuffarsi ancor meglio di un camaleonte.

“Se il mondo è pieno di prepotenti la colpa è di chi non lo è”. (Alessandro Morandotti)

Non ci si rende conto che, anche solo inviare un comunicato stampa al giorno, su ogni cosa, sia una forma di imposizione più che una manifestazione libera di pensiero: un modo di imporre, appunto, il proprio punto di vista.

È accaduto ad esempio all'esordio della carriera parlamentare di Margherita Corrado ed Elisabetta Barbuto del Movimento 5 Stelle, almeno fino allo stop subito dal Tar sulla questione stadio. Da allora le note sono cominciate ad essere meno frequenti.

Anche in fatto di toni utilizzati spesso quello delle pentastellate risultano piuttosto violenti, talvolta poco istituzionali fino a rasentare la prepotenza, rimarcando eccessivamente il fatto di non essere come resto del mondo ma migliori di tutti.

“Mi chiedo a cosa serva avere un intelligenza, una sensibilità, una testa per riflettere, se questo mondo è per gli ignoranti e i prepotenti”. (Samuele Di Banella)

Così come in tema di produzione di comunicati non si può tralasciare il buon avvocato Giancarlo Cerrelli, super presente, soprattutto da quando ha assunto il ruolo di segretario della Lega cittadina.

Il suo copione ormai è noto: sollevare un argomento o, come nell’ultimo caso, un tema polemico e poi cavalcare l'onda dell'indignazione provocata dal suo pensiero ultraconservatore.

Anche per lui il consiglio è di dilatare le uscite: le consultazioni regionali, d’altronde, sono ancora lontane e rischierebbe di sfiancarsi. E poi, non è detto che tutta questa visibilità alla fine premi in termini elettorali.

“Bisogna spegnere la prepotenza più che un incendio”. (Eraclito)

Lo stesso dicasi nel settore privato, in particolare per quel Marrelli Hospital che viaggia ormai ad una media di una nota al dì - anche più nei periodi più caldi - praticamente sempre con lo stesso ritornello dell’attacco al commissario Scura o alle istituzioni di turno che non acconsentirebbero alle loro istanze.

Certo si tratta di difendere posti di lavoro e sanità, argomenti tra i più importanti in questo territorio, ma anche il modo in cui lo si fa spesso non aiuta a livello comunicativo, scadendo nel misero ruolo del chi grida al lupo al lupo”.

Chiedere è una cosa, pretenderla è però tutt'altro: soprattutto se si tiene in considerazione che il Marrelli Hospital, con tutta la sua importanza, non è che se sia la sola nel panorama sanitario privato ma certamente quella che protesta di più, quasi che i problemi fossero solo i suoi.

“Possono proibirmi di seguire il mio cammino, possono cercare di forzare la mia volontà. Ma non possono impedire che io, nel fondo della mia anima, scelga l’uno o l’altra”. (Henrik Johan Ibsen)

Così come è assolutamente straripante e dannosa l’opera dei ferventi comunicatori su internet e di coloro che si inseriscono, in maniera del tutto inappropriata, in delicati settori come quello di dare notizie condite di tutti i disastri del caso.

Un esempio concreto si è avuto nel giorno delle grandi piogge quando in rete è circolato davvero di tutto, creando inevitabilmente un “criminale” allarmismo: compresa la notizia falsa della diga ceduta con tanto di annessa inondazione di una città già di per sé in emergenza e in apprensione.

Fatto salvo il concetto ormai diffuso che i giornalisti siano sempre colpevoli del tutto e degni del pubblico ludibrio, la questione è che alla fine, chissà perché, questo disgraziato “mestiere” anche solo sul web per qualche minuto tutti vorrebbero farlo e sentendosene addirittura in grado.

“La forza non risiede nei muscoli ma nel cervello, essa è giusta quando contrasta la prepotenza, non quando la fomenta”. (Robysjack)


In questa gara alla comunicazione, al momento sembra essere fuori gioco la politica che sta diradando sempre più le sue uscite pubbliche e se lo fa ne fa rimpiangere il silenzio.

Forza Italia, il Partito democratico e chi più ne ha più ne metta hanno così tante fazioni al loro interno che è perfino difficile mandare anche solo una nota congiunta che riassuma una posizione univoca.

Politici che sono troppo impegnati a cercare posizioni utili nella scacchiera delle prossime elezioni, con lo scopo - da una parte all'altra degli schieramenti - o di difendere o di mettere in scacco il re di turno, vale a dire il Governatore Mario.

“Più sono grossi quando arrivano, più grosso il botto quando cadono”. (Bob Fitzsimmons)

E l’amministrazione comunale? È in una situazione di stallo che in realtà dura ormai da oltre due anni e mezzo, con quella perenne ricerca di un proprio equilibrio sopra la follia, di cui si auto accusano ormai buona parte dei suoi elettori.

Anche qui in termini di divisioni e di rivalità interne non si scherza mica! Le prime donne si confrontano tra chi abbia fatto meglio, anche qui a forza di comunicati e quasi alla stregua fanciullesca del “chi ce l'ha più lungo”.

Così, mentre qualche settimana fa è toccato a Rori De Luca pavoneggiarsi (e pare sia la cosa che gli riesca meglio) per la questione stadio, adesso è stato il turno di Leo Pedace sulla scampata alluvione.

“Colui che disputa non lotta per la verità, ma per imporre la propria tesi” (Arthur Schopenhauer)

Crotone - la città che fu la più rossa di tutte - forse anche per questa eccessiva smania comunicativa è finita per diventare una ben strana realtà, dove tutto sembra girare all’incontrario.

Una realtà in cui avere uno stesso nome non sempre assicura stesso trattamento. Dove, ad esempio, se sei un maestro di scuola (soprattutto se maestra) ti può capitare di finire vittima della gogna mediatica per manie di protagonismo di qualcuno.

Se sei, invece, maestro in altri ambiti imperversi dovunque, specialmente nei posti di comando, ed anche se i tuoi comportamenti sarebbero meritevoli, quelli sì, di una gogna ti ritrovi premiato ad ogni piè sospinto.

E, guarda caso, qui la comunicazione latita.

* Simbolo dello Stronzio