Commercianti in crisi all’Assessore Gentile: chiudere l’isola pedonale o chiudere i negozi di Via Veneto?

18 ottobre 2018, 11:10 Politica.24

Qual’è la differenza tra una strada chiusa al traffico e un’isola pedonale? Bella domanda direte. Dunque chi interrogare, a chi chiedere e girare il quesito se non immediatamente alla nostra 'cara' Assessore al Commercio e alla Viabilità Urbana, la dr.ssa Sabrina Gentile, che dai suoi uffici ‘insonorizzati’ di Piazza della Resistenza sembra attonita e stupita di quel che accade fuori, come la bella addormentata nel bosco o nel deserto che la circonda lungo la ‘no auto zone’ che vige ormai da quasi trenta anni nella principale arteria cittadina di Via Vittorio Veneto?

di Giovanna Fichera

L’assessore Gentile si svegli e scelga tra continuare a tenere chiuso il traffico in via Vittorio Veneto o vedere chiudere e morire decine di negozi, botteghe ed esercizi che hanno fatto la storia commerciale di questa città. La richiesta dei Commercianti in crisi all’Assessore Gentile è chiara, netta, urgente: faccia al più presto la ‘differenza’ tra un’isola pedonale e una strada chiusa al traffico, magari non totalmente ma almeno parzialmente.

L’isola pedonale nel centro della città jonica è allo sbando. Traverse occluse e altre aperte senza permesso al traffico e alla mobilità. Negozianti demotivati e abbandonati a se stessi a fare i conti con i mille problemi di convivenza umana sulla principale arteria della città, praticamente scansata da tutti, per via dei vari molestatori seriali che chiedono qualche soldo, per il degrado e il senso di abbandono in cui è stata ridotta, quella che un tempo era il salotto buono dei crotonesi che andavano a fare una passeggiata o come si diceva sul finire degli anni sessanta ‘una vasca’.

Oggi c’è silenzio per quasi tutto il giorno, con momenti a dir poco spettrali. Un strada chiusa, un percorso interrotto tra vari spezzoni del centro che praticamente impedisce ogni collegamento tra la città vecchia, il lungomare e le altri parte più nuove e recenti del polo urbano.

Una vera e propria barriera architettonica, un vuoto inutile che serve solo ai sempre più sparuti impiegati comunali e ai travet di banche, un collo di bottiglia che impedisce la mobilità e l’accesso, specie adesso che le generazioni, sono più avanti nella terza e nella quarta età e vorrebbero avere più fruibilità delle vie del centro cittadino.

Intanto il caos regna sovrano attorno alle vie laterali del corso chiuso da blocchi di cemento armato anti terrorismo mettendo in sofferenza ben due piazze quella del Municipio, molto bella, fruibile ed essenziale e la sempre più squallida piazza Pitagora dove si ingolfa il traffico che va in entrata e in uscita in maniera disordinata e irrazionale.

I quartieri che stanno attorno all'isola pedonale sono sempre più a rischio inquinamento. Via Cutro è stata praticamente annientata dallo smog e dal traffico veicolare che si è ingigantito negli anni, essendo l'unica arteria di accesso, la strettoia di collegamento con Piazza Pitagora. Stesso si può dire di altre vie laterali massacrate dall'inquinamento acustico e dallo smog veicolare.

Ma per la Sabrina tutto ciò sembra inesistente e irrilevante nel mentre il suo potentissimo capo cordata Enzo Sculco pare stia preparando un ennesimo regalo per i crotonesi promuovendo la costituzione di una nuova società per i parcheggi, che non avrebbe ragion d'essere se solo l'assessore producesse e allegasse un report sulla situazione reale del traffico veicolare nella città e nel centro, sul numero giornaliero dei fruitori dell'isola pedonale, sul fatto che mancano le Ztl, sul fallimento pregresso della Compagnia dei Parcheggi, voluta tenacemente da un vecchio Sindaco che nel frattempo, per renderla compatibile, aveva proprio istituito l'area pedonale sul Corso.

Le associazioni di categoria dovrebbero soppesare quanto sta avvenendo perchè s'intravedono nuovi balzelli, con migliaia di multe per gli automobilisti e i consumatori, quelle stesse multe che negli anni trascorsi si erano trasformate in una montagna di cartelle illegali e pazze presso gli uffici fiscali.

Insomma, sotto quest'isola pedonale si nasconderebbero infiniti trucchi e raggiri ai danni dei crotonesi che nessuno ancora conosce fino in fondo e che l'attuale amministrazione concorrerebbe ancora a tenere in azione.

I commercianti in crisi le hanno tentate tutte dicono in coro e sottovoce. Ma inutilmente a giudicare dal fatto che resta agli atti sul sito web del comune la loro proposta del 2015 rimasta completamente disattesa.

La loro idea era quella di trasformare, nell'immaginario collettivo, via Vittorio Veneto nel "Corso", in un punto di riferimento non solo per lo shopping ma per la vita cittadina. Una proposta partita dagli esercenti commerciali della popolare arteria che si riunirono nell'associazione "Corso Vittorio Veneto e sue Traverse" presentata nella Sala Giunta del Comune di Crotone.

Ma la crisi economica e commerciale ha spazzato via tutto. L’isola pedonale non funziona più dopo le ampie facilitazioni concesse a fiere del mese, fiere dell’anno, fiere di ogni genere che offrono prodotti a basso prezzo, in evidente concorrenza non propriamente con i negozianti stabili e storici che devono sopportare pesantissimi costi fissi.

L’isola pedonale, voluta in altri tempi più favorevoli all'economia, così fa solo danni a tutti e non serve. Anzi sta piegando completamente l’economia e la socialità del centro città.

Dicono in coro i più arrabbiati che l'isola pedonale è un lusso per una città ricca non per il capoluogo più povero d'Europa.

E restano agghiacciati alla notizia che c'è chi vorrebbe farne un'altra ancora tra Piazza Pitagora e Piazza Duomo dopo quella che c'è sul Lungomare con tutti problemi che la scelta ha già provocato.

Ci si chiede perché l’assessore Gentile resta immobile di fronte a una situazione anacronistica e distruttiva.

Salvare il centro della città con un adeguato piano di riqualificazione urbana che tenga conto delle nuove esigenze della mobilità e dell’accesso per una popolazione più anziana e che non metta in condizione di sfacciato favore i centri commerciali, significa fare gli interessi dei cittadini, migliorare l’economia, riavviare i consumi locali, dare respiro alle imprese commerciali in difficoltà.

Questo è il grido di dolore che si alza dal silenzio angoscioso di decine di operatori commerciali e dei servizi che rischiano di chiudere bottega.