Le dimissioni di Arena, i piani di Oliverio e l’ex dg in pole per una seggiola in Consiglio Regionale

20 ottobre 2018, 19:08 Sr l'impertinente
Mario Oliverio e Sergio Arena

“Ho dato le mie dimissioni, ma le ho rifiutate” (Winston Churchill)

di Sr* l’impertinente

Sergio Arena si è dimesso, viva Sergio Arena. Tenendo fede al suo nome (per i più colti Nomen omen, locuzione latina che si può tradurre “il nome è un presagio”), l’ex direttore generale dell’Asp potrebbe presto entrare in un’altra arena, quella politica.

Motivando la sua decisione di lasciare l’azienda sanitaria provinciale, il Dg ha fatto riferimento, in una missiva lettera inviata al Governatore Oliverio, a motivi strettamente personali e a chi gli ha chiesto cosa farà in futuro ha risposto: “si vedrà”.

La decisione di dimettersi, in realtà, Arena l’ha comunicata al presidente della Giunta regionale già lo scorso 17 settembre ma ha tenuto tutto in gran segreto finché una manina (che in questi giorni vanno di moda) ha reso nota la sua lettera (LEGGI).

Lettera in cui, ha confermato lo stesso Arena, oltre a presentare le sue dimissioni irrevocabili, ha anche ringraziato Oliverio per la fiducia accordategli.

Con il governatore, però, potrebbe non essere un addio ma solo un arrivederci al prossimo Consiglio Regionale.


“Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me”. (Groucho Marx)


Che tra il Dg e il Presidente ci sia un buon feeling lo dimostra il fatto che - oltre ad averlo messo lui in questa posizione dirigenziale - Oliverio ha difeso Arena strenuamente e nonostante le varie contro-indicazioni del caso.

Controindicazioni come quella, ad esempio, che non avrebbe potuto rivestire il ruolo secondo i criteri definiti dalla stessa Regione che, poi, li ha corretti in corso d’opera suscitando le ire dei Pentastellati che ora ne accolgono con favore le dimissioni come se fossero una loro vittoria.

E quella di Arena è stata una difesa a tutto campo tanto del governatore quanto, a ruota, di buona parte del Partito Democratico: nonostante denunce, ricorsi e querelle politiche che si sono trascinate dal vecchio al nuovo Parlamento.


“In Italia, il modo più sicuro per conservare il proprio posto è minacciare le dimissioni”. (Roberto Gervaso)


Adesso, però, o meglio un mese fa, è arrivata la resa (ma non dei conti) per il Dg che, a dire il vero, già da tempo aveva lanciato segnali sul suo voler lasciare, da luglio precisamente, tranne poi venir convinto da Oliverio a rimanere ancora un po’. E così ha fatto.

Arena è talmente apprezzato non solo per ciò che ha fatto a livello sanitario ma anche - se non soprattutto - per il suo ruolo chiave nell’Asp che (è appena il caso di ricordarlo) è la principale impresa provinciale in termini di occupati: quindi parecchio appetibile.

L’ex Dg, infatti, ha svolto finora un efficace ruolo d’argine contro l’invadenza di “Sculcolandia” e suoi affecionados, che puntavano ad occupare anche questa postazione, oltre a quelle già detenute.

Si ricorderanno, per esempio, le feroci critiche che Flora Sculco lanciò, ai tempi, allo stesso Arena accusandolo di scelte definite sconsiderate e clientelari all’interno dell’azienda sanitaria, invocando interventi immediati.


“Sono nei paraggi per il bene delle tue orecchie | e non do le dimissioni, di missioni ne ho ancora parecchie | d'improvviso ti accorgerai che le altre robe sono vecchie”. (Jesto, rapper italiano)


Le Regionali si avvicinano sempre di più e l’Asp, per le ragioni esposte, diventa una postazione quasi (se non davvero) determinante per l’esito della competizione elettorale sul territorio.

Con la ricandidatura di Oliverio alla guida della rediviva macchina da voti, è lo stesso governatore a cercare di costruirsi una squadra di fedelissimi che, in termini di obbedienza, non gli riservino sorprese per il futuro.

Ed Arena pare rientrare appieno in questo identikit, considerato che ha anche la necessaria esperienza politica che gli deriva dal fatto di essere stato amministratore comunale, ad Isola Capo Rizzuto, ma anche alla Provincia di Crotone.


“Io mi vergogno di essere uomo, capitano! Io do le dimissioni da uomo!”. (Giorgio Scerbanenco)


In questo ultimo periodo per il Dg le cose non è che siano andate tanto bene! È stato avversato anche dal gruppo del “Marrelli hospital” per il mancato rimborso delle prestazioni sanitarie prestate dalla struttura crotonese. In ospedale, poi, non è che si vada meglio dato il clima di tensione interna, con le diverse aggressioni susseguitesi in poco tempo e di cui ha dato colpa all’eccessiva esposizione mediatica.

Per il futuro, poi, le porte della dirigenza dell’Asp sono per lui chiuse, considerato che non è rientrato nell’elenco degli idonei a ricoprire questo ruolo; così avrebbe ben accolto l’opportunità di scendere in campo, nell’altra di arena, quella politica appunto.


“Non mi è mai passato per l'anticamera del cervello di rassegnare le dimissioni, soprattutto perché se per qualsiasi cosa la colpa è dell'allenatore allora resto per fare il capro espiatorio”. (Massimiliano Allegri)


Il governatore, intanto, sta mettendo mano anche nel Partito Democratico crotonese, che si sta riorganizzando affidandosi ad una sorta di cerchio magico in cui rientrano tutti i favorevoli alla ricandidatura di Oliverio a Presidente.

Ma non sarebbe Pd senza contrasti: e così parte che da questa sorta di direttivo sia stata esclusa l’area che fa riferimento a Peppino Vallone e Sergio Contarino, “rei” di aver optato per l’Oliverio sbagliato.

L’ex sindaco e l’ex commissario cittadino del Pd, infatti, sono rimasti fedeli all’ex deputato cirotano, uscito dalle elezioni con le ossa rotte ma anche con il dente avvelenato perché abbandonato anche dallo stesso gruppo del Segretario provinciale Gino Murgi.


“Questa è la mia lettera di dimissioni dal servizio. Esco di scena in punta di piedi senza far rumore. Nel tempo che verrà non ci sarà bisogno di gente come me perché non ci sarà più nessuna democrazia da salvare ma solo interessi privati, lotte per più potere e denaro”. (Dal film Romanzo Criminale)


Il governatore punta tutto sulla sua rielezione e sta studiando ogni mossa: dovesse fallire in questa sfida, d’altronde, per lui si avvicinerebbe sempre più il classico viale del tramonto con annesso addio ai sogni di gloria.

A proposito di mosse: non ha fatto ancora la sua Enzo Sculco che resta alla finestra; il tempo passa inesorabilmente e il leader dei DemoKratici questa volta rischia seriamente di restare con il classico cerino in mano rischiando la stessa sorte di un Oliverio perdente.

In questo frangente di quiete prima della tempesta è proprio il caso di dire “dimmi quale Oliverio scegli e ti dirò chi sei e che fine farai”.

Visti i contendenti in campo viene da rispolverare un altro di detto: “scegliere tra di voi mi confondo”.

* Simbolo dello Stronzio