In autunno cadono le foglie, a Crotone pure gli alberi: e la Giunta continua a “fare acqua”

24 ottobre 2018, 11:53 Sr l'impertinente

“Il tempo è una grande metafora della vita: a volte è bello, a volte è brutto, e non c’è niente che tu possa fare, se non portarti un ombrello o metterti a ballare sotto la pioggia”. (Terri Guillemets)


di Sr* l'impertinente

La caduta del pino marino nella centralissima piazza Pitagora a Crotone va ben oltre il fatto puramente bucolico, ma si spinge nella sfera della simbolica decadenza in cui sta piombando la terra che fu di Pitagora.

La capitolazione del vecchio fusto, un simbolo del centro cittadino, va anche al di là dell'incuria e della mancata manutenzione di quel di poco verde pubblico presente a Crotone, pur essendoci un’Akrea e tanto di operai del Comune ad avere l’incombenza della sua “salute”.

Un albero sempre dal precario equilibrio: stava in piedi anche se non perfettamente simmetrico; il che in fondo è la stessa situazione in cui si trova l’Amministrazione, che sarà ricordata anche per questo e che forse ne subirò lo stesso destino.


“Un tempo la pioggia mi evocava ricordi di camino, castagne, poltrona e libro. Oggi alluvioni, apprensione e rabbia”. (Insopportabile, Twitter)


Non era un fusto “normale” il pino di piazza Pitagora, storica presenza nel salotto buono della città, a cui i crotonesi hanno da sempre legato un affetto particolare corroborato da mille ricordi.

Era un autentico simbolo come quello del muro di Capo Colonna, anch’esso in precario equilibrio e crollato alla fine degli anni ‘70 per la pioggia e per l'incuria di chi doveva preservarlo.

È come dire che in 40 anni in questo “borgo” non è cambiato proprio nulla, se non le Amministrazioni che si sono susseguite e che, però, non solo non sono riuscite a fare ma neanche a conservare ciò che c’era di buono.


“Bombe d’acqua, alluvioni, tempeste tropicali. Seppure siamo in Italia e non ai tropici il clima è cambiato al punto che anche il nostro Paese dovrà convivere con l’emergenza. Rassegniamoci dunque, ormai è troppo tardi per salvarsi”. (Marco Castoro)


Sulla sorte del fiero arbusto anche lo stesso Sindaco Pugliese c’ha dedicato una nota:

“È caduto il pino marittimo in piazza Pitagora. Mi dispiace. Era un pezzo di storia della nostra città. Tuttavia proprio per questo saremo ancora più determinati a dare un nuovo volto alla piazza simbolo della nostra città. Andiamo avanti”.

Ed ancora:

è caduto un albero ma ancora una volta la città è in piedi. Continuiamo nella visione di una città che sa rispondere con orgoglio alle difficoltà nel segno della condivisione di una visione nuova di Crotone”.

Parole, quelle del primo cittadino, che suonano quasi come una minaccia, soprattutto a leggere i commenti sull'accaduto che impazzano sul web e che non sono esattamente fiduciosi sull'operato del Magnifico duo Pugliese-Sculco.


“Chi amministra i territori a rischio naturale (ormai ben noti), terremoti o alluvioni che siano, non dovrebbe trincerarsi dietro il fatto straordinario o l’evento mai visto prima. Intanto perché, a guardar bene, di eccezionale non c’è quasi mai niente e l’evento che ieri accadeva ogni vent’anni, oggi avviene ogni anno”. (Mario Tozzi)


C’è, infatti, chi commenta che se questa Amministrazione non sia riuscita a tenere in piedi un albero, per di più con molti aspetti simbolici ed identitari, come aspettarsi che tenga in piedi la città, che difatti sta cadendo letteralmente a pezzi?

Come una sorta di cattivo presagio, la mattinata prima, una persona completamente avvolta in una simil coperta, era sdraiata sotto i portici, tra il passeggiare indifferente di molte persone: anche questo un simbolo di decadenza e disinteresse.

E c’è chi, proprio per l'atmosfera che da tempo pervade la città, ha ipotizzato - tra il serio ed il faceto - che il pino di piazza Pitagora si sia lasciato cadere da sé, in pratica che si sia “suicidato” per porre fine alle sue sofferenze.


“Nessuno deve pensare che, nel corso della vita, tutto debba sempre andargli bene, perché la sorte è volubile: e dopo un lungo periodo di sereno è inevitabile che venga il brutto tempo”. (Esopo)


Sul maltempo in genere e su come la città sia riuscita a superarlo è intervenuto anche l'assessore alla Protezione civile, Telemaco Pedace che ha espresso il suo pensiero di gratitudine per chi si è prodigato:

“Siete stati preziosissimi alla città in questa giornata difficile che ci ha visto protagonisti nella situazione generata dal cattivo tempo. Seppur messa a dura prova, la città ha reagito molto bene alle incessanti e copiose piogge che, in altri posti, hanno generato danni a cose e persone”.

Come dire, siamo stati troppo bravi a superare l'emergenza. Ma subito, però, i cittadini gli hanno risposto che forse sarebbe stato il caso di impegnarsi con azioni preventive così da evitare che le alluvioni si verificano ogni volta.


“Per l’uomo sano nel corpo e sereno nello spirito non esiste il brutto tempo. Ogni giorno ha la sua bellezza e le tempeste che sferzano il sangue non fanno altro che farlo pulsare più vigorosamente”. (George Gissing)


Per come stanno andando le cose, giornate d'emergenza come quelle trascorse ad ottobre siamo certi che si ripeteranno, così come le parole già udite in queste occasioni, mentre le piogge torneranno ad allagare ogni angolo della città.

Di possibili soluzioni, al momento, non se ne vedono, anche perché - dopo 22 anni dalla tragica alluvione del ’96 - solo il 40% delle opere previste dal Piano Versace, che doveva mettere in sicurezza la città, sono state realizzate.

Allora, l'Amministrazione comunale potrebbe prendere la palla al balzo e dopo il miracolo svanito di un “Euro paradiso” potrebbe trasformare la città in un enorme parco acquatico.

In fondo, come ha fatto acqua la giunta Pugliese-Sculco nessumo mai!

*Simbolo dello Stronzio