Il senatore Ernesto Magorno ha dichiarato recentemente: “In queste ore in Calabria, per via dell’entrata in vigore della nuova normativa voluta dal Ministro Salvini, alcuni centri di accoglienza vengono svuotati e i migranti, alcuni dei quali con lo status di “rifugiati”, non sanno cosa fare, lasciati soli in strada e senza indicazioni”.
Infatti, il Ministro degli Interni Matteo Salvini ha pensato di apportare notevoli economie alle deficitarie finanze dello Stato non finanziando più i Centri Sprar, dove vivono migliaia e migliaia di migranti.
Migranti costretti a trovarsi altra sede ed altro metodo per poter continuare a vivere. Finanche coloro i quali sono in possesso del permesso per motivi umanitari dovranno essere espulsi. Pertanto l’accoglienza nei centri Sprar sarà limitata ai titolari di protezione internazionale ed ai minori stranieri non accompagnati.
La situazione in Calabria è molto grave, dato che vivono nella nostra regione 108.494 stranieri, vale a dire il 5,5 per cento della popolazione complessiva.
Certo vi saranno degli stranieri (un numero molto limitato) che si sono integrati; però, quanti saranno coloro i quali finiranno in mezzo ad una strada? Cosa faranno? Ruberanno per potersi sfamare? O, peggio, delinqueranno?
Dove andranno a dormire? Sotto i ponti? Nelle periferie delle città – dal Sud al Nord – peggiorando del 1.000 per cento l’attuale deprecabile situazione?
La giurista Chiara Favilli, docente di Diritto dell’Unione Europea all’Università di Firenze ha così definito il decreto del Ministro Salvini: “Una norma manifesto che ha una grande eco mediatica, ma a livello pratico crea molti problemi”.
Ed ha precisato: “Il diritto di asilo in Italia è un diritto soggettivo garantito dall’art. 10 della Costituzione, però in Italia non è realizzato da nessuna legge specifica”. Purtroppo, diremmo.
Se il decreto non dovesse essere modificato - fa notare la Favilli – si verrebbe a registrare un aumento notevole di contenziosi, tale da intasare i tribunali e da creare un notevole aumento di persone irregolari sul territorio italiano”.
“Persone – asserisce la giurista – che non possono essere rimpatriate, perché anche volendo, sappiano, da trenta anni, che i rimpatri sono molto difficili, quasi impossibili da operare”.
Alla luce di quanto sopra, il Ministro Matteo Salvini deciderà di apportare delle modifiche al decreto?
Ed il Presidente della Repubblica, il Presidente dei Consiglio dei Ministri ed i vari Ministri si premureranno di intercedere per la soluzione del problema?
Rodolfo Bava