Alla ricerca dei nuovi protagonisti europei, coloro che calcheranno la scena degli imminenti Anni Venti del secolo Duemila. Sono giovani e donne alle prese con la straordinaria mutazione del globo, impegnati in una formazione che deve essere al contempo integrale e speciale, finalizzata al rilancio e alla rigenerazione di un’idea, una visione, un’identità pubblica, politica e istituzionale dell’Unione Europea, sempre più protesa e impegnata a disincagliarsi dai condizionamenti ideologici e culturali della storia passata del ‘vecchio continente'.
diVito Barresi
Per conseguire nuove conquiste e mantenere i livelli richiesti per stare dentro la competizione universale, l’Unione Europea deve ancor di più puntare sulla crescita coesiva di una più ampia e qualificata risorsa umana.
Anche per il Sud Europa, per il Mezzogiorno d’Italia, uscire dal tunnel della crisi, superare i ritardi e la stagnazione del sottosviluppo, è prioritario la selezione di un nuovo ceto dirigente, reimpiantare le istituzioni e la democrazia sulla base della trasparenza, della lotta alla corruzione politica e amministrativa giovani e donne, bonificare gli ambiti pubblici e qualificare la partecipazione democratica delle popolazioni e delle città.
Argomenti questi che sono al centro dell’intervista al dott.Domenico Carolei, attualmente impegnato nello svolgimento di un dottorato di ricerca presso la facoltà di Giurisprudenza all'Universita' di Aberdeen in Scozia dal Settembre 2018, dove attualmente collabora con molte cattedre come assistente. La sua ricerca di dottorato è stata finanziata dal Centre for Citizenship, Civil Society e Rule of Law (CISRUL) dell'Universita' di Aberdeen.
Quali sono gli argomenti principali del suo progetto di ricerca e a quali attuali problemi della democrazia e dello stato si collegano ?
Il progetto di dottorato si concentra su concetto di accountability (trasparenza, partecipazione e procedure di controllo) delle organizzazioni della societa' civile (ONG, Associazioni di Volontariato, Cooperative Sociali etc) e, piu' in particolare, ho studiato gli strumenti di auto-regolamentazione (noti anche come “autodisciplina”) sviluppati a livello settoriale dalle organizzazioni stesse, senza intervento dello Stato nel processo di definizione normativo. Tramite la mia ricerca ho cercato di capire quanto fossero efficaci tali strumenti nel promuovere l'accountability nelle reti di organizzazioni e nell’ottenere i risultati desiderati: aumento della fiducia pubblica/donazioni nel terzo settore e/o un declino di una legislazione statale "aggressiva" che potrebbe limitare gli spazi di autonomia ed azione della societa' civile. Nel progetto, vi e' anche un focus sulla responsabilita' che tali organizzazioni hanno nei confronti dei beneficiari.
Corruzione, scandali, riforma del Terzo Settore, quali proposte emergono dalla sua ricerca?
Ho utilizzato dati sia quantitativi che qualitativati, sotto il profilo metodologico, ed ho utilizzato l'italia come caso studio alla luce di tre eventi storici: 1) Scandalo “Mafia-Capitale” (2014), 2) Riforma del Terzo Settore (2014-2018) e 3) nascita e proliferazione di strumenti di auto-regolamentazione da parte delle reti di associazioni del terzo settore (2015 in poi). I dati sono stati raccolti in stretta collaborazione con diverse organizzazioni e reti nella primavera del 2018 durante un periodo di fieldwork dove ho fatto base a Roma. I risultati ci dicono due cose: la fiducia del pubblico nelle organizzazioni cosi come il tasso di donazioni sono influenzati da numerosi fattori i che sono indipendenti dallo sviluppo di strumenti di autoregolamentazione. Per fare un esempio concreto, il tasso di donazioni private nel terzo settore italiano e' diminuito drammaticamente e principalmente per via della crisi finanziara che ha coplito molte famiglie italiane. In maniera simile, la fiducia del pubblico nel terzo settore e' determinata e plasmata da una miriade di variabili quali, ad esempio, la capacita' di fornire servizi di alta qualita' nei confronti dei beneficiari, l'integrita' morale e professionale degli attivisti e degli operatori del terzo settore ed, infine, le relazioni intra-settororiali tra societa' civile organizzata ed il Governo.
In che modo le scelte degli ultimi due governi stanno creando nuovi problemi senza aver risolti quelli vecchi?
Il codice di condotta delle ONG voluto dal precedente ministro Minniti e la demonizzazione dei valori di solidarita' ed altruismo da parte del'attuale Governo stanno creando creando un ambiente ostile per le organizzazioni della societa' civile avendo ricadute su la loro percezione da parte del pubblico. Quanto al profilo legislativo, la Riforma del Terzo Settore (entrata in vigore nell'Agosto 2017) ha incorporato, per la prima volta, il concetto di auto-disciplina come strumento per promuore accountability e transparenza. Si tratta di una vittoria per la societa' civile organizzata poiche' essa ha dimostrato, attraverso lo sviluppo dei primissimi codici etici, di poter gestire dei gap etici e normativi in modo del tutto auto-organizzato partendo dal basso convincendo di Governo di poter bene a tal proposito. Infine, i dati quantitativi ci indicano le organizzazioni faticano ad adempiendere agli standard comportamentali contemplati nelle norme auto-regolamentazione, ma i dati qualitativi chiariscono che possono esserci molte ragioni dietro tale inadempienza che spesso non dipendono dalla volonta' delle organizzazioni stesse di conformarsi agli standard. In tal senso, va fatta una distinzione tra inadempienza oggettiva e soggettiva e, dunque, il tasso totale di adempienza/conformita' andrebbe ricalcolato e riconsiderato escludendo dal computo finale l'inadempienza oggettiva.
Quali sono stati i risultati dei suoi studi e dove sono stati presentati?
Nonostante il focus su l'Italia, i risultati possono essere replicati per spiegare come norme di auto-disciplina sono negoziate da una miridade di organizzazioni site ed operante in altri paesi. Uno esempio su tutti, lo scandalo Oxfam (Regno Unito/Haiti nel Marzo 2018) per il quale ho scritto un pezzo online per la London School of Economics. Inoltre, i risultati del mio progetto sono gia' stati presentati in due occasioni: 1) a marzo 2018 durante una visita alla Business School di Copenhagen (Danimarca) ed 2) alla Vrije Universiteit Amsterdam (Olanda) in occasione della 13*esima conferenza internazionale organizzata dalla International Society for Third-Sector Studies (Luglio 2018). Nelle mie studi mi sono anche occupato di tortura pubblicando un articolo scientifico per la International Criminal Law Review (Brill, Olanda), di accountability delle imprese multinazionali con un saggio pubblicato dalla Bocconi Legal Papers (Milano, Italia) e della Line Guida dell'OCSE per le multinazionali esaminando, in articolo pubblicato dalla Human Rights Law Review (Oxford Univerity Press, UK), in che misura tale strumento puo’ essere applicato ed esteso alle ONG.
Link istituzionali
https://www.abdn.ac.uk/people/domenico.carolei
https://cisrul.blog/2016/02/05/domenico-carolei/