Serie B. Il Crotone nei “bassifondi” tra l’ansia da prestazione e la scalogna degli ex Campioni del Mondo

5 dicembre 2018, 09:55 Trasferta Libera

Il nodo del Crotone non si scioglie e i segni d’impazienza sono più marcati. È difficile ipotizzare un’impennata di prestazioni positive, in un gruppo spento, senza idee, lento nei movimenti, disorientato e senza una definita identità.


di Giuseppe Romano

Dal cambio di allenatore, Stroppa-Oddo, che hanno provato troppe strategie di gioco, di allenamento e di approccio comunicativo, la confusione è aumentata.

Si è in una vera Torre di Babele, dove il linguaggio e la diversa cultura dei due tecnici hanno sconvolto i valori di una squadra costruita per ergersi verso il cielo della classifica e che, invece, in modo imperdonabile, si trova castigata nella zona infernale, dopo una serie di analisi che non ne hanno ancora individuato le cause.

Una cosa è certa, parliamo di giocatori più volte in nazionale e di altri che, lo scorso campionato, si sono misurati a pieno merito con altri di club di media e superiore statura tecnica: Sassuolo, Genoa, Chievo, Spal, Udinese, Bologna.

L’insuccesso di oggi è frutto di una mancata consapevolezza di essere retrocessi in B? Sarebbe troppo riduttivo attribuire al passaggio di categoria i fallimenti di prestazione in un gruppo di calciatori che ha sempre reagito bene alle avversità.

Stroppa ha sempre dato risalto ai valori individuali e di gruppo, che non nega nemmeno Oddo, chiamato a risolvere i problemi emersi, settimana dopo settimana con Stroppa.

Nulla è cambiato, anzi l’ex campione del mondo, non fa che prendere atto che la “sfida”, con se stesso e i calciatori, la sta per perdere.

Riportiamo un aneddoto, non certamente per curiosità: gli ex giocatori, campioni del mondo, ingaggiati come allenatori dall’Fc Crotone, non hanno portato bene: Antonio Cabrini, ingaggiato il 20 giugno 2001, ha assunto la guida tecnica del Crotone, in Serie B, ed è stato esonerato il successivo 18 ottobre, per via degli scarsi risultati; Valter Zenga, ingaggiato, in seguito alle dimissioni di Davide Nicola, campionato 2016-2017, ha traghettato la squadra dalla A in serie B; Massimo Oddo, che sostituisce l’esonerato Stroppa, non trova il bandolo della matassa, in questo difficile momento dei calabresi.

Toccare ferro non serve. I segni d’impazienza, temendo il peggio, sono tangibili. I tempi stringono e sperimentare ancora comporta pericoli maggiori.

Ormai i riflettori sono addosso al tecnico e ai calciatori, che dovranno scrollarsi la “ruggine” e riprendere a marciare con dinamicità e la consapevolezza del proprio potenziale.

I “reagenti” li deve individuare il tecnico. Senza altri indugi. Il progetto di “ricostruzione” del Crotone va presentato appena rientrati da Bologna, ultima sconfitta di Coppa Italia senza appello e certezze future: solo tanta confusione d’idee, di gioco e di contenuti, anche se Oddo continua a esternare le proprie soddisfazioni per il lavoro che si fa, soffermandosi su qualche episodio favorevole.

Per il Crotone scatta la giornata di sosta (campionato a diciannove squadre), che non va bruciata come le altre concesse per l’impegno della Nazionale.

La parola d’ordine è: “Ritrovare i valori smarriti”, passando dalle parole ai fatti, cominciando dallo spogliatoio. Le indicazioni vanno date chiare, certe, convinte. Altrimenti si continuerà nella confusione, che porterebbe al disastro.