Mi perdonerà l’esimio assessore dottor Pedace se non ho risposto subito alla sua missiva (che leggerete a seguire). Come lui sostiene di sapere, ho dovuto smaltire prima la sbornia da “osteria”, dopo le monotone giornate (festive incluse) dedicate “ad osservare la politica, l'impresa, la socialità e le dinamiche cittadine” (a dirla tutta anche quelle regionali, un impegno retribuito dalla nostra azienda e non certo dai cittadini, che sia ben chiaro!) e solo poi sono subito corso “lascivo” ad interpretare la logica del suo verbo scribacchiato con inusitata veemenza e “fiele bilioso”.
di Vincenzo Ruggiero
Mi perdonerà l’esimio assessore dottor Pedace ma avevo inizialmente cestinato la sua email, ritenendola assolutamente noiosa, avvinazzata, inconcludente, inutile, incapace di un ben che minimo contributo fattivo allo sviluppo intellettuale di questa comunità.
E poi - essendo partita addirittura dalla posta dell’ufficio stampa del Comune, dunque con bollo d’istituzionalità - anche e soprattutto indecorosa per il buon nome e l’immagine tanto del Sindaco quanto della Giunta, non per ultimo del responsabile della comunicazione dell’ente.
Ci ho poi ripensato e la pubblico a seguire perché ho ritenuto - e credo anche a giusta ragione - non dovessi privare il lettore-contribuente della gioia di una siffatta opera letteraria, condita di aggettivi apparentemente rappezzati come se si volesse avvalorare un qualche bagaglio “sofistico”, ed espressa in uno squallido frasario più da bettola di paese che da “osteria”: inconcepibile nel dibattito civile e politico ma che sono certo aiuterà a far meglio comprendere al pubblico il livello di sfracello raggiunto dalla rappresentanza politica nostrana.
A primo acchito, leggendolo svogliatamente, ho riso di cuore facendomi tornare in mente la scena del film “Amici miei” con l’esilarante sequenza del Tognazzi in preda alla “supercazzola prematurata come se fosse Antani”.
Stendo col sorriso un velo pietoso sui vari epiteti - a dire il vero anche poco ricercati, poco illuminati, poco eleganti e soprattutto molto ingiuriosi, che ritengo causa di una foga di cui cadono spesso preda anche i “Webeti” e i “Bulli” di paese (in Toscana li chiamano i “grulli del villaggio”) - e mi preme sottolineare all’esimio amministratore catapultato sic et sempliciter sulla comoda seggiola assessorile (a spese nostre e ben retribuito) da accordi e accordicchi che ritengo con la nobile arte politica abbiano ben poco a che spartire, che l’unico in questa sede a mettere in dubbio o ad offendere la dignità, operosità, intelligenza, eleganza e indubbie capacità dei residenti di Papanice, tradizionalmente detti papaniciari o altrimenti papanicesi (così come valga per crotonesi, petilini, caccuresi e via dicendo) è solo e soltanto il pregiudizio dell’esimio assessore che per sua asserzione pare sia fratello ai voti di un 300 residenti della popolosa frazione pitagorica (di abitanti ne conta ben 2700).
È solo lui, l’esimio assessore dottor Pedace ad aver letto nell’articolo una qualche fantomatica vena oltraggiosa ai danni di una popolazione altrimenti fiera ed orgogliosa, che meriterebbe senza dubbio maggiore attenzione anche da parte nostra (lo faremo in futuro, ne stia certo, e senza il benestare dell’esimio assessore) e che nell’articolo del nostro “Impertinente” (LEGGI) viene per niente coinvolta, quanto invece coinvolga una “fazione” di maggioranza che - almeno stando alle asserzioni del gonfio membro di governo - sarebbe rappresentativa nell’assise pubblica, a suo dire prodigandosi “quotidianamente al servizio e per servizio”: di chi e di che cosa si fa fatica a comprenderlo se solo si sia fatto un giretto per la città.
Risponda invece, l’esimio assessore “al servizio e per servizio” della qualunque, sulle cose concrete e non confonda le acque tentando di gettare inutilmente melma sull’altrui come se fosse stato morso dalla tarantola.
Propende o meno col germano pacchetto di voti al seguito per un accordo elettorale con il Pd alle prossime Regionali ed a favore dell’uscente governatore Oliverio? O non è che, forse, stia sotto sotto pensando oltre che agli accademici colli tra i due mari anche alle bruzie patate silane?
Risponda, l’esimio assessore “al servizio e per servizio” della qualunque, se questi presunti “accordi” siano stati intrapresi e per conto o meno, con l’assenso o meno, del movimento politico (ovvero i DemoKratici di casa Sculco) che l’ha omaggiato di sì tanto prestigioso incarico, certamente selezionandolo tra una folta schiera di meno capaci e blasonati concorrenti, supra facultatem omnibus.
E la facciano finita - una volta per tutte - tanto l’esimio assessore “al servizio e per servizio”, quanto i suoi presunti leader, quanto quei “Cetto la Qualunque” beneficiati di una seggiola nella pubblica assise (che non li assurge necessariamente a portatori di verità presunte), di rispondere solo e sempre, sfacciatamente, col dileggio e l’offesa personale invece che con sostanza e oggettivazione.
Certamente è molto più facile tentare di screditare un presunto avversario con tal criterio: ma sappia anche l’assessore al “al servizio e per servizio” che è questa una strategia che i cittadini hanno imparato a conoscere bene, così come hanno imparato e riconoscere, opere, virtù e omissioni (se non deficienze) di una classe politica inconcludente.
E anche piuttosto sgrammaticata: ma questo sarà colpa forse di troppi giri intorno ad inutili rotonde e di sobbalzi tra le buche dell’asfalto che inebriano i sensi forse più dell’ego e della presunzione d’onnipotenza.
Infondo, anche a Crotone il vero problema non è il traffico?
Riceviamo e Pubblichiamo integralmente.
“Egregio Direttore, salvo che lo pseudonimo non le appartenga, devo rilevarle che l'impertinente non necessariamente fa il paio con lo stronz(i)o, salvo che nel caso del Vs/Suo Collaboratore.
L’impertinenza è vivacità intellettuale, intelligenza arguta, ironia sobria e intuizione mai banale. Ma, soprattutto, l'impertinenza non è delazione, né dietrologia goffa e suggestiva.
Mi lasci utilizzare la parentesi per tracciare un confine sottile fra una lega metallica, quasi nobile, ed un escremento di risulta che, depositatosi, vive i suoi ultimi giorni in solitudine, scansato e desideroso di schiacciarsi sotto una suola per allungarsi la vita.
Il Suo “Impertinente”, invece, trasuda, nella rappresentazione degli scenari cittadini, politici e non, una sicumera ed una iattanza che lo fanno inciampare e scivolare su una ovvietà dialogica degna di un uditorio avventizio e lascivo.
Magari ispirato, in qualche conviviale, fra nulla facenti trasandati ed ubriaconi dalle tendenze moleste. Una sorta di “compagnia delle opere” di personaggi tristi, attempati e bavosi.
Ha sbagliato indirizzo per attenzionare il sottoscritto col fiele bilioso delle sue digressioni. Per intanto mio fratello Enrico non è il factotum di nessun altro che non siano i suoi oltre 1200 elettori e di cui la comunità di Papanice ci gratifica per 1/4. E con quel consenso, gli abitanti di Papanice, molto più saggiamente di qualche opinionista da osteria ci chiedono integrazione e soluzione di problemi annosi e talvolta di civiltà. Per sentirsi parte di una Comunità e della Polis: la grande Crotone.
E noi, mio fratello ed altri consiglieri Comunali, tutti della Città e anche professionisti affermati, ci prodighiamo quotidianamente al servizio e per servizio.
Proviamo, sommessamente, a compiere il nostro dovere. Quindi nessun partito dei Papaniciari, ma una parte consistente del Consiglio Comunale che prova a fare distinzione, autonomia e non separazione.
Utilizzino i Suoi collaboratori un frasario più consono e rispettoso della dignità delle persone per non annoverarVi fra quell'esercito tenebroso di Webeti e Bulli che se anche non in anonimato, danno sfogo a repressioni ed istinti famelici. Si abituino ad osservare la politica, l'impresa, la socialità e le dinamiche cittadine scendendo dal piedistallo di fango dal quale attingono e diffondono informazione ed opinioni al soldo e alla bisogna.
Non ho certezza che saprete avere rispetto della Comunità di Papanice evitando di coinvolgerla nelle beghe politico amministrative. Ma sappiate che il mio giudizio sullo Stronz(i)o non si modificherà ne avrò bisogno di reiterarlo. Abitualmente sorrido di fronte agli attacchi, mi difendo in silenzio e agli avversari stupidi riservo indifferenza”.
Pantaleone Telemaco Pedace, Assessore Comunale