Mentre le vicende politiche ed istituzionali nazionali si caratterizzano sempre più di una continua altalena di “trovate” quasi esoteriche, tutte tese ad evitare di affrontare i temi fondamentali dell’ormai annosa paralisi italiana, in Calabria è ormai da tempo calata una fitta nebbia che oscura ed impedisce un qualsiasi confronto ed ogni bilancio su scelte e prospettive di politica economica e sociale.
di Peppino Cosentino
Mi sembra un’ulteriore conferma che le attività calabresi, anche e soprattutto in campo politico, non abbiano una propria “vita”, ma al massimo siano connotate solo dall’effetto rimbalzo, tra l’altro spesso distorto, di eventi e fatti che si realizzano in altri contesti.
Tutto ciò non è nuovo ed è sostanzialmente dovuto alla cronica mancanza di una politica della Calabria e per i calabresi che sarebbe doverosa e legittima non solo per l’autonomia regionale acquisita ormai da un cinquantennio, ma anche e soprattutto per la specificità della nostra arretratezza e per il progressivo aumento del gap con le altre regioni più pronte ad intercettare e modulare esigenze e spinte della modernità.
Questa situazione, probabilmente, non subirà mutamenti nel prossimo anno che sarà l’ultimo dell’attuale legislatura e che quindi assorbirà l’impegno degli attori politici regionali nei soliti giochi di posizionamento, intervallati dal “conio” di programmi e slogan utili solo a carpire la buona fede di tanti calabresi, per restare un attimo dopo lettera morta e materiale per archivi.
Non è puro pessimismo ma un’amara constatazione che ha puntuale riscontro nella storia legislativa calabrese. Tanti si sono impegnati nei ruoli istituzionali, ma quasi sempre per promuovere un “progetto” teso alla propria promozione e non a quello della regione.
La verità è che manca complessivamente una classe dirigente e, cosa più grave, sarà difficile che possa emergere da un contesto quale il nostro, sempre più asfittico ed impoverito dalla inarrestabile migrazione dei nostri giovani migliori che hanno bisogno di altri ambiti per realizzare le loro aspettative.
Forse non esiste una “ricetta” per la Calabria, ma è evidentissimo che l’investimento più immediato e più duraturo dovrebbe essere concentrato sul potenziamento della “risorsa umana”, non più supportabile con la semplice scolarizzazione che pur tanto è servita nel secondo cinquantennio del ventesimo secolo, ma ormai inadatta a reggere la sfida che i moderni saperi impongono.
E sarà indispensabile accompagnare le opportune azioni con una tensione etica che ci restituisca la consapevolezza della cittadinanza quale percezione precisa delle nostre libertà e dei nostri doveri.
La Calabria ha bisogno di entrare nell’era delle tecnologie ma riscoprendo contemporaneamente un proprio “umanesimo” ed un proprio rinascimento; quindi tradizione che non è stereotipo ma sfida calcolata e proporzionata alle diversità.
Soprattutto come crotonese mi auguro che sia superato l’attuale governo regionale che ha complicato, semmai ve ne fosse stato bisogno, ulteriormente la crisi della mia città.
Basti pensare alla vicenda aeroporto in cui siamo stati costretti ad esser noi stessi complice di una “truffa” di Stato perpetrata ai danni di Crotone.
Basti pensare alla disinvolta realizzazione dell’accorpamento rappresentato dal Corap che ha significato solo l’assalto alla cassa del Consorzio Industriale di Crotone (l’unico ad essere attivo in Calabria).
Basti pensare alla mancata autorizzazione della discarica di servizio che di fatto compromette la bonifica dell’area industriale.
Basti pensare alla “parcellizzazione” dell’Antica Kroton che condizionerà l’univocità del progetto complessivo.
Basti pensare al patto per la Calabria che conteneva anche il patto per Crotone che è stato interpretato dal governo regionale come un accordo per continuare a governare la Calabria e non per finalizzare le risorse economiche e gli investimenti per dare un nuovo volto all’economia regionale.
È stato “allegramente” detto che questo governo regionale ha favorito il travaso di risorse a favore di Crotone; ma è solo una favola “paesana” nemmeno metropolitana!
Quelle risorse erano già in testa al Comune di Crotone ed anzi non si capisce a che titolo ne fosse ritardata l’erogazione.
Si dice che la “politica” rende più flessibile la scienza dell’etimologia ma astrarsi dalla verità non è scienza ma un miracolo.