Riteniamo che Crotone possa registrare in assoluto il primo posto in Italia per quanto riguarda le indelebili impronte lasciate dalle pipì dei cani e gli escrementi abbandonati sui marciapiedi, in particolare nel centro cittadino.
Infatti, tutte le basi delle colonne del porticato risultano sporche dell’urina dei quattro zampe che comuni cittadini portano in giro per la città.
Poi, lungo via Vittorio Veneto ogni angolo di palazzo gronda anch’esso di pipì, tanto da farla scivolare lungo i marciapiedi.
Ma non basta. Le cacche sono disseminate un po’ ovunque, tanto da costringere noi pedoni, alcune volte, ad esibirci in un simpatico percorso a zig zag, al fine di poterle evitare.
Vi è però un metodo per evitare tutto ciò: creare una banca dati del Dna sugli escrementi dei cani così da poter multare i proprietari.
Il primo Comune d’Italia a realizzarla è stato Malnate, in provincia di Varese. I proprietari, spendendo 50 euro, vengono costretti ad effettuare ai loro animali il prelievo del dna mediante un tampone salivare.
Attraverso lo stesso dna sugli escrementi abbandonati, pertanto il Comune procede dopo alle multe. Rappresenta un metodo molto efficace.
Ebbene, il Comune di Crotone si premurerà di procedere ad un simile sistema? Immediatamente si potrebbero “costringere” i possessori di cani di portare con loro una bottiglia contenente acqua per spargerla sulla pipì, per evitare che le colonne del porticato e gli angoli dei muri di via Vittorio Veneto continuino a risultare marchiati in maniera indelebile.
Poi si potrebbe procedere con la predetta banca dati al fine di poter aspirare ad una città a misura d’uomo!
Naturalmente, come precisato nel precedente articolo, sarebbe necessaria la presenza di vigilantes per i necessari controlli.
Rodolfo Bava