La fiaccolata di San Nicola dell’Alto contro l’odio e il rancore

27 dicembre 2018, 12:52 100inWeb | di Vito Barresi

In un lembo di sud perduto tra sangue e paura più di mille cittadini hanno acceso le fiaccole della protesta contro l’odio, la violenza e la criminalità. Una reazione civile, comunitaria, corale e istintiva che fa riandare a una pagina straordinaria del famoso libro Stella Rossa sulla Cina, quando il giornalista e scrittore statunitense Edgard Snow trovandosi in un villaggio agricolo vide issata sul tetto più alto una bandiera nera. Chiese e gli risposero che l’intera comunità rurale era in lutto per via di un atroce assassinio avvenuto in quel luogo mai toccato dall’orrore della vendetta e della delinquenza.


di Vito Barresi

Tutti dovevano sentirsi in colpa per quanto accaduto. Nessuno escluso, dal più sconosciuto contadino povero al Presidente della Cina, il grande timoniere Mao Tse Tung. Così è accaduto a San Nicola dell’Alto la sera di Santo Stefano dopo la strage prenatalizia in cui due loro compaesani, Francesco e Saverio Raffa, padre e figlio, sono stati trucidati con la lupara in contrada Furchì di Pallagorio (LEGGI).

Tuttavia, questa volta, ed è questa la vera novità di rilievo, in una Calabria sempre più politicamente e istituzionalmente cupa, avida e famelica, in ogni ordine e grado dello Stato e delle pubbliche amministrazioni, accanto ai sentimenti del cordoglio c’era anche la nuova volontà di fermare i malviventi, impugnando la fiaccola della riscossa e della rivolta contro le armi e le disumane pulsioni dell’odio e del rancore.

Tutti, nessuno esluso, perchè dove c'è il popolo c'è comunque una verità. Tutti, tranne quelli che mancavano e tra questi il deputato Elisabetta Barbuto, la senatrice Margherita Corrado, il Presidente della Commissione Parlamentare Nicola Morra.

Nell’assenza del Trio Lescano a Cinque Stelle, alla fiaccolata per dire “No” alla violenza (LEGGI) c’erano invece i sindaci di San Nicola dell’Alto, Pallagorio e Carfizzi: Francesco Scarpelli, Umberto Lorecchio, Carmine Maio che si sono ritrovati dietro lo striscione con la scritta “La violenza non ci appartiene”, in testa a un corteo enorme, memorabile nella storia di queste comunità albanofone, ognuno con una candela in mano per testimoniare il rigetto, la ripulsa e il rifiuto della violenza di ogni genere, specie quella di stampo mafioso.

La fiaccolata silenziosa quanto eloquente è stata un momento alto da cui si dovrà ripartire per ridare tranquillità e sicurezza a vaste parti di un territorio che lo Stato e il Governo hanno completamente abbandonato lasciando in mano alla criminalità, all’abigeato e alla vendetta barbaricina.

Colpisce, delude e costerna profondamente l’assenza del Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, il calabrese, cosentino, rendese, cassanese, senatore Nicola Morra che pure avrebbe il dovere di giustificare il suo grave silenzio in merito a questi episodi di brutale delinquenza, oltre che la sua mancata presenza ad una manifestazione di popolo, corale, pulita, non inquinata che coraggiosamente ha reagito alle ombre oscure e inquietanti gettate sullo svolgersi quotidiano della vita comunale e territoriale in provincia di Crotone e in Calabria.

La domanda, che speriamo abbia anche una risposta, è se un uomo politico quale è il Senatore Nicola Morra, ricoprendo un importante incarico istituzionale in qualità di Presidente di una Commissione Bicamerale Antimafia, possa restare taciturno o tacitabondo, senza diramare uno straccio di dichiarazione in merito, almeno un proprio commento sui social, dove invece si leggono le edulcorate e melense letterine di Natale in risposta ai salamelecchi di qualche suo fandel tipo:

Mi sono stati fatti gli auguri da una persona che stimo molto con questo messaggio: "...Natale è impegnarci a fare di ogni giorno Natale...". Mi sembra che questo messaggio meriti di essere condiviso. Siamo in tanti a lavorare per un mondo migliore. I tanti Davide che stanno combattendo giuste battaglie, se cooperano, se si uniscono, se costruiscono comunità, possono farcela a rendere il mondo un posto migliore in cui stare. L'augurio che faccio è che si lavori in tanti con quest'obiettivo. Sorridendo. Buon Natale.”

Il post reca la data del 24 dicembre 2018 alle ore 18:34. Proprio quando in quell’ora della sera in casa dei due allevatori uccisi a Puheri si piangevano i propri morti, con la triste nenia dei canti funebri in arbereshe.