Fine d’anno scoppiettante a Sculcolandia: dalla “strina” di San Silvestro al “rimpasto” della Giunta

31 dicembre 2018, 20:39 Sr l'impertinente

“Basta poco per rimproverare un uomo, ma occorre molto tempo per dimenticare un rimprovero”. (Proverbio cinese)


di Sr* l’impertinente

A Crotone - ma in verità anche in tutta la Calabria - nel periodo delle festività è usanza la cosiddetta strina: una tradizione folcloristica in cui si convocano i componenti della famiglia per augurargli il buon Natale ed un felice anno nuovo.

Ed il leader dei DemoKratici, Enzo Sculco - reduce da un Natale passato col fegato ingrossato (alla sua età è anche un po' imprudente!) non certo per l’eccesso di libagioni o di bevande - non è voluto venir meno a questa tipica usanza locale, imbastendo anch’egli una bella strina ma all’intera Giunta comunale.

Ha scelto la vigilia di Capodanno chiamando così la “famiglia” (di governo) a rapporto (bello lungo, pare: dalla tarda mattinata fino al primo pomeriggio) facendogliela davvero una bella strina; se non fosse che al posto dell’atteso messaggio augurale ne abbia mandato un altro forte e chiaro alla schiera degli assessori intervenuti.


“È crudeltà fare rimproveri nelle avversità!”. (Publilio Siro)


Senza indulgere troppo nel sentimento della bontà, che è quello più gettonato nel periodo, Sculco in sintesi ha detto a tutti i componenti dell’esecutivo comunale che sarebbero, di fatto, incapaci di rivestire il loro ruolo (e in cui ce l’ha messi).

Sotto accusa, in particolare, l’assessore alle Attività Produttive, Sabrina Gentile, per il suo poco feeling con i consiglieri, ma anche uno dei super assessori, l’iracondo dottor Telemaco Pedace, incolpato di troppe esternazioni.

Sul banco degli imputati, alla fine, però, ci sono finiti tutti i componenti di Giunta, tanto che il grande Blek ha preannunciato che, dopo l’approvazione del bilancio (presumibilmente a gennaio prossimo), ci sarà un bel repulisti generale.

Quello prospettato, se non sarà un azzeramento molto ci s’avvicina, con a rischio almeno quattro o forse sei assessori attualmente in carica, definiti - tanto per capirsi meglio - alla stregua dei “morti che camminano”.


“Come gli amici adulando pervertono, così i nemici con i rimproveri molte volte correggono”. (Sant’Agostino)


Un maxi rimpasto, insomma, ma che dovrà fare i conti (che in politica a volte non tornano) con la matematica. Da una parte, infatti, c’è preoccupazione per una maggioranza che deve ritrovare compattezza e numeri in Consiglio per approvare il bilancio.

Dall’altra c’è però fiducia, dato che - fatti proprio quattro conti, anche in termini di indennità da percepire - a nessuno converrebbe tornare a casa rinunciando ad oltre un anno di mandato.

E, poi, vista l’intenzione di infliggerlo un ultimo colpo di reni a questa amministrazione, il solo prospettarsi un possibile ingresso in giunta affievolisce anche le più ostinate resistenze (d'altronde il profumo delle vrasciole è sempre irresistibile).


“Una dozzina di complimenti falsi si sopporta meglio di un solo rimprovero sincero”. (Mark Twain)


A proposito di Consiglio, anche nel 2018 appena finito, non si è fermata la strage” dei Capigruppo, soprattutto nello schieramento della maggioranza, tanto in quella ufficiale che in quella di scorta.

Particolarmente traballante è stata la poltrona di guida dei DemoKratici, il gruppo più numeroso, che ha visto susseguirsi, dopo una serie di dimissioni, prima Manuela Cimino, poi Francesco Pesce (figliol prodigo ma non troppo) e infine Ines Mercurio.

Anche quest’ultima e attuale capogruppo, la giovane e volitiva Mercurio, ha confidato recentemente alla nostra testata che avrebbe pensato anche lei ad abbandonare la carica, visto che tre suoi colleghi l’hanno snobbata prima della ribellione pre natalizia; ma alla fine ha desistito.


“Ciò che rimproveri agli altri, non farlo tu stesso”. (Pittaco)


Del 2018 che volge al termine si ricorderà anche lo stoicismo di due persone che possono essere paragonate a quei soldati giapponesi ancora non convinti della sconfitta del Regno del Sol Levante: Serafino Mauro, a capo della brigata dei consiglieri, ed Enzo Sculco a guida dell’esercito.

Nonostante da più parti gli fosse stato prospettato come l’armata della Prossima Crotone fosse ormai alla deriva (mancavano solo i classici disegnini così da rendere il concetto più comprensibile), si ostinano ancora a non crederci guidando, imperituri, la barca dritta in direzione degli scogli su cui certamente si arenerà.

Così, non hanno smesso di ribadire ad ogni più sospinto come i numeri la maggioranza li avesse; che la crisi fosse solo un’invenzione di “certa stampa” cattiva; e che Crotone fosse assai vicina ad una svolta epocale, una sorta di nuova Eldorado.


“Un gatto, dopo essere stato rimproverato, si fa gli affari suoi. Un cane scivola in un angolo e fa finta di fare un serio esame di coscienza”. (Robert Brault)


Ma dato che il messaggio giunto dall’esterno è purtroppo rimbalzano, c’hanno pensato bene i Consiglieri di maggioranza a ribadirne il concetto a chi (il già citato duo Mauro-Sculco) proprio non vuole recepirlo.

Un messaggio lanciato non solo dai quattro consiglieri dissidenti che hanno abbandonato l'aula, ma pure da quelli rimasti ancora fedeli alla linea (per così dire)


“Rimproveriamo alla gente di parlare di sé; ma è l’argomento che sa trattare meglio”. (Anatole France)


Fedeli come un Vincenzo De Franco che afferma come “l’atto compiuto nell'ultimo consiglio comunale dai 4 colleghi e qualche assessore (?) magari non è né sleale e neppure ambiguo: sono io a chiedere scusa. Ma politicamente è inequivocabile: la maggioranza non è più tale”.

“Al sindaco, e a nessun altro (saranno fischiate le orecchie al grande Blek? Ndr.) spetta il compito di dare un segnale di chiarezza e, eventualmente, di prospettiva comune. Di sicuro avverto io per primo l'impellenza di fare chiarezza, soprattutto nel gruppo dei DemoKratici”.

Manifesta, infine, Defranco, la solidarietà “alla Capo gruppo Ines Mercurio, tenuta all'oscuro, suo malgrado, da comportamenti divergenti”. Stesso destino riservato a Pisano Pagliaroli di Crotone in Rete, dimessosi anch’egli.


“Chi vuol rimproverare gli altri, deve anzitutto viver bene lui e rigar dritto, e poi insegnare a far altrettanto”. (Esopo)


E chiamata in causa la Mercurio ha risposto, avvalorando e per l’ennesima volta il concetto, che - lo ribadiamo - solo a Mauro e Sculco non pare esser chiaro.

Scrive, infatti, la capogruppo dei Dk, che la “maggioranza ha perso la rotta”, dopo le “fibrillazioni” tra i consiglieri registrate nei giorni scorsi, in particolare nell’ultima assise del civico consesso, e come manchi “coesione tra i consiglieri, se non è a volte praticamente inesistente”.

Per la Mercurio, una delle poche superstiti in questa situazione di sbandamento, “c’è chi ne approfitta per prendere il sopravvento”, e che “anziché impegnarci a compiere il nostro dovere si deve stare attenti e vigili alle mosse inaspettate dei singoli, dei gruppi e gruppetti”.


“Quel che il pubblico ti rimprovera, coltivalo, è il tuo io”. (Jean Cocteau)


A proposito di capigruppo: se n’è andato anche quello del Pd, Mario Galea, sostituito da Michele Ambrosio. Non è questa una buona notizia per la maggioranza, dato che a sceglierlo sono stati i consiglieri meno “vicini” a Sculcolandia.

Galea si è subito affrettato a smentire, sdegnato, le illazioni seguite, sostenendo che “è stata subito messa in giro la voce che questo fosse il primo passo compiuto da parte mia per abbandonare il Pd e passare nelle fila della maggioranza”.

Ha difeso, poi, zio Rocco (Gaetani) al “quale vorrò sempre bene” ha sottolineato rivendicando la sua “intelligenza, se ne ho” oltre che la sua “coscienza” e la sua “autonomia, con la mia militanza politica e osservante della dottrina sociale della chiesa”. E posto in prima fila alla convention della Prossima Crotone.


“Non si può rimproverare al sole di non fare luce durante la notte”. (Proverbio georgiano)


Il sindaco Pugliese, intanto, nonostante il clima da guerriglia perenne, scrive nel messaggio di fine anno ai cittadini che il 2019 si presenta come un anno importante e carico di prospettive positive per il territorioed auspica che queste prospettive non siano vanificate da protagonismi ma che, responsabilmente, ci sia coralità e condivisione di intenti nell'interesse unico e specifico della nostra città”.

Peccato che questa di Pugliese, alla luce della strina di San Silvestro in via Firenze, si riveli come una visione della realtà che lo aspetta sin troppo ottimistica (come spesso gli accade).

Lo stesso Sculco, infatti, se non ha imbraciato proprio la zampogna natalizia, le ha suonate invece alla sua amministrazione, suggerendo alla maggior parte dei componenti di immedesimarsi nei personaggi di una nota serie Tv: “Dead man wolking” (“morto che cammina”, per chi mastica poco l’inglese).

Buon 2019 a tutti… quelli che sopravvivranno.

* Simbolo dello Stronzio