Ugo Pugliese sindaco a termine? Manovre, mugugni, congiure e ribaltoni intorno al rischio di un’ingloriosa uscita di scena

23 gennaio 2019, 15:17 Politica.24

Ugo Pugliese sindaco a termine mandato? Il capolinea della sua amministrazione ormai è annunciato con le nuvole dei Navajo nelle tavole del mitico Tex. Come lo yoghurt che rischia di andare acido è in scadenza. Inutile illudersi. Non si potrà uscire dalla crisi profonda in cui annaspa quotidianamente la sua amministrazione comunale.


di Vito Barresi

Una squadra, definiamola tale, che ha perso non solo la rotta su ogni tema dirimente la pianificazione di una ordinata ed efficiente azione comunale, ma che ormai comincia a contemplare in diretta il disastroso fallimento di bilancio insieme all'imminente proprio naufragio.

Perché di prossimo alla Giunta Pugliese c'è rimasto soltanto la scadenza. Non lunga ma breve. La stessa che Sculco dovrà decidere se anticipare o lasciarla assopire ordinaria. Tutti sanno, infatti, che per Pugliese non ci sarebbe né candidatura, men che meno doppio incarico alla Provincia.

Non si tratta di fare paragoni con il passato o commisurare le carenze di quest’ultima amministrazione con altre precedenti, semmai di prendere consapevolezza che il ruolo e l’autorevolezza di Pugliese erano sub specie condicione, in breve subalterna ai voleri di altri centri direzionali e di potere locale, e pertanto non solo fragilissima ma a rischio di abulia soggettiva ed etero direzionalità.

Non me ne voglia il caro ‘amico’ Enzo Sculco se rimarco ancora una volta che l’intera impalcatura elettorale da lui costruita non necessariamente avrebbe dovuto partorire una buona, efficiente e snella amministrazione pubblica locale.

Così è stato in questi anni in cui più che ammirare la crescita di una prossima Crotone stiamo assistendo a una vera e propria commedia degli equivoci e delle ambiguità in cui cascano gli interessati allocchi che fanno parte del cerchio allestito dallo scaltro ‘dominus’, il monopolista, lo snodo di ogni mediazione, tra gentiluomini e clienti.

Per cui sfoglio solo per un attimo il mio piccolo vocabolarietto sociologico per evidenziare all’amico Sculco, popolare autentico, decardoniano schietto, democratico senza riserve se non nel caso dell’anomala compartecipazione alla Giunta di centro destra con Giuseppe Scopelliti, che in politica la parola “eterodirètto”, otherdirected, cioè «diretto dall’esterno», termine introdotto dal sociologo statunitense David Riesman, non fa lo stesso effetto che ha nel linguaggio sociologico, di individuo o gruppo che soggiace agli stimoli e ai condizionamenti imposti soprattutto dai mezzi di comunicazione di massa.

Purtroppo l’eco è un altro, e si lascia alla fantasia altrui captare acusticamente.

Che Pugliese fosse una figura politica eterodiretta lo si evinceva dal suo inesistente curriculum sia civico che politico. Egli era, come si diceva ai bei tempi dell’impegno militante nel sindacato unitario che fu di Carniti e Trentin, nient’altro che un apolitico, non meramente un qualunquista, comunque un professionista piuttosto alieno, ufologico, lontano da quella dialettica democratica, progressista, ulivista, cattolico sociale che purtroppo si è voluto distruggere.

Questa tara, tale vizio d’origine ha da subito contraddistinto la gestione amministrativa di Pugliese, lasciando a Sculco tutto il potere di comandare e manovrare più o meno a suo piacimento.

Tuttavia, in politica come in democrazia niente è irreparabile. Per questo è quanto mai necessario evidenziare che occorre chiudere questa fase, uscendo dal grave isolamento in cui Pugliese ha ridotto la città, affrancarsi da questa Giunta, archiviandola al più presto, aprire una stagione di solidarietà civica per ridefinire e inquadrare un progetto di rilancio della più importante città jonica calabrese.

Questo perché dalle contraddizioni profonde di una compagine assemblata per solo interesse elettoralistico, su matrici di carattere familistico clientelare, non potranno mai sorgere prospettive programmatiche, oltre che un affidabile e radicale risveglio territoriale, economico, sociale e politico, sia a livello comunale che provinciale.