Serie B. il Crotone e il “Fantacalcio”: se le gare le giocano i calciatori ma le decidono gli arbitri

12 febbraio 2019, 17:20 Trasferta Libera

Quando a freddo si rivede una partita si notano anche i particolari, quelli che nel corso di una gara fanno la differenza. Ed a fare la differenza, soprattutto nei match delicati, in cui la posta in palio è determinante, la fanno sempre gli arbitri.


di Cinzia Romano

Ancora oggi, nonostante l’introduzione della VAR, le proteste e la delusione per le decisioni dei giudici di gara non tendono a diminuire. Figurarsi in serie B dove non c’è la possibilità di essere aiutati dalla tecnologia e si combatte ancora con i fuorigioco percepiti dall’occhio umano!

La famosa discrezionalità delle giacchette nere, stabilisce la sfumatura di colore da imprimere sul quadro della partita. Il fischietto è un potere che, come tale, deve assolutamente essere imparziale e con delle linee guida cristalline.

Ed ecco che ci viene in aiuto il Regolamento del Giuoco del Calcio corredato delle Decisioni Ufficiali FIGC e della Guida Pratica AIA.

La regola numero 12 stabilisce cosa sia giusto fare nei casi di “Falli e scorrettezze”, in particolare si legge che:

“giocare in modo pericoloso si intende una qualsiasi azione di un calciatore che, nel tentativo di giocare il pallone, mette in pericolo l’incolumità di qualcuno (incluso sé stesso) o impedisce ad un avversario vicino di giocare il pallone per timore di infortunarsi. Una sforbiciata o una rovesciata sono permesse purché non costituiscano pericolo per un avversario”. (FOTO 1)

Ed ancora, si distinguono le infrazioni passibili di cartellino giallo e cartellino rosso:

un calciatore titolare, di riserva o sostituito deve essere espulso se commette una delle infrazioni seguenti:

  • nega alla squadra avversaria la segnatura di una rete o un’evidente opportunità di segnare una rete, toccando intenzionalmente il pallone con le mani (eccetto un portiere all’interno della propria area di rigore)
  • nega la segnatura di una rete o un’evidente opportunità di segnare una rete ad un avversario il cui movimento complessivo è verso la porta di chi commette un’infrazione punibile con un calcio di punizione (a meno che non si verifichi quanto sotto riportato)è colpevole di un grave fallo di gioco
  • sputa contro un avversario o qualsiasi altra persona
  • è colpevole di condotta violenta
  • usa un linguaggio o fa dei gesti offensivi, ingiuriosi o minacciosi
  • riceve una seconda ammonizione nella medesima gara

Per grave fallo di gioco si intende:

un tackle o un contrasto che mette in pericolo l’incolumità di un avversario o commesso con vigoria sproporzionata o brutalità deve essere sanzionato come grave fallo di gioco. Qualsiasi calciatore che, in un contrasto per il possesso del pallone, colpisca un avversario da davanti, di lato o da dietro, utilizzando una o entrambe le gambe, con vigoria sproporzionata o che metta in pericolo l’incolumità di un avversario, si rende colpevole di un grave fallo di gioco.

Durante l’incontro Hellas Verona-Crotone, al 21’ minuto, il giocatore Samuel Di Carmine cambia sport e si esibisce in un yoko tobi geri, ossia il “calcio volante” praticato nelle arti marziali, andando ad impattare sulla testa del malcapitato Vaisanen, che è costretto ad abbandonare il campo versione Van Gogh senza orecchio.

Le immagini sono eloquenti, questo è un palese fallo da cartellino rosso ma evidentemente per il signor Marco Piccinini della sezione di Forlì il fallo era del tutto innocuo dal momento che l’attaccante dei veneti non è stato redarguito neanche con il cartellino giallo!

Lo stesso Di Carmine, al 78’, segnerà il gol del pareggio finale, mentre il difensore del Crotone dovrà abbandonare il terreno di gioco e gli saranno applicati diversi punti di sutura (Foto 2).

Nel caso dell’ex difensore pitagorico Bruno Martella, il regolamento fu applicato alla lettera dall’arbitro Gianluca Aureliano della sezione di Bologna, nel derby giocato il 26 novembre contro il Cosenza, quando al 37’ fu espulso per gioco pericoloso, per un intervento difensivo scomposto (Foto 3).

Due pesi e due misure che influenzano pesantemente i risultati delle gare.


La regola sui poteri e doveri dell’arbitro


La Regola numero 5, invece, stabilisce i poteri e doveri dell’arbitro nel far osservare le Regole del Gioco. Tra questi c’è il vantaggio che:

consente che il gioco prosegua quando un’infrazione o un fallo vengono commessi e la squadra avversaria del colpevole beneficia dal vantaggio e sanziona l’infrazione o il fallo se il vantaggio previsto non si concretizza nell’immediatezza o entro pochi secondi”.

La discrezionalità del direttore di gara può essere determinante anche nell’applicare o meno il vantaggio. Peccato però, che non sempre sia realizzabile, come al minuto 43’21’’, sempre nell’ultima partita tra i calabresi ed i veneti, quando su cross dell’ex Faraoni in area di rigore, Cordaz respinge di pugno, l’assistente sbandiera il fuorigioco, l’arbitro concede un apparente vantaggio per un’improbabile ripartenza del Crotone, ma esattamente 3 secondi dopo e senza alcuna possibilità di proporre un’azione di contropiede, il pallone è giocabile dal Verona, che appoggia al proprio portiere e si ridispone ordinatamente in campo per imbastire una nuova trama di gioco.

Dove sta il vantaggio? Nel momento in cui si concede, ma non si concretizza immediatamente una condizione favorevole, va fischiato il calcio di punizione. Ed anche qui le immagini parlano chiaro. (Foto 4).


Le troppe sviste che fanno male al Crotone


Sono oramai veramente troppe le “sviste arbitrali a danno della società del presidente Gianni Vrenna, che nonostante tutto mantiene bassi i toni e continua ad imbastire la squadra puntando sulle qualità dell’allenatore e dei calciatori, senza veementi proteste.

Sembra quasi che l’FC Crotone debba scontare qualcosa per aver avuto l’ardire di chiedere che si facesse luce sulle vicende delle plusvalenze tra le società del Chievo Verona e del Cesena.

È inutile sottolineare come la sanzione, di soli 3 punti di penalizzazione in classifica da scontare nella stagione sportiva in corso e l’ammenda di 200mila euro, che il Tribunale federale nazionale ha inflitto agli scaligeri, sia del tutto blanda.

Si è creato un precedente su una questione molto delicata che, invece, avrebbe dovuto mettere un punto ben preciso affinché non si ripetessero più operazioni “ambigue” nella contabilità dei bilanci.


Il caso dei minori nigeriani “arruolati” tra i dilettanti


Fresco di giornata è il comunicato che arriva dalla Questura di Spezia a seguito di una attività investigativa che ha messo in luce: l’esistenza di un vero e proprio ‘sistema’ finalizzato a far giungere e poi permanere in Italia giovani promettenti atleti minorenni, di nazionalità nigeriana, selezionati nella scuola calcio di Abuja”.

Da quanto si evince, la dirigenza dello Spezia Calcio avrebbe portato in Italia ragazzini minorenni dalla Nigeria, iscrivendoli con squadre dilettantistiche in attesa del compimento della maggiore età, per poi tesserarli tra le fila della società professionistica e cederli ad altri club con lo scopo di ricavare plusvalenze milionarie, da mettere poi a bilancio.

Con questa “procedura” si sarebbero violate sia le disposizioni in materia di immigrazione clandestina, sia quelle della Fifa che vieta alle società professionistiche di tesserare giocatori minorenni provenienti dall’estero.

In un calcio sempre più “ambiguo”, che negli ultimi 15 anni ha visto i fallimenti di società storiche - tra queste Bari, Cesena, Avellino, Napoli, Fiorentina, Torino, Venezia, Spal, Benevento, Cosenza, Perugia, Salernitana - sarebbe ora di dare spazio ai meriti sportivi, lasciando decidere alle prestazioni offerte sui campi di gioco il vero valore di mercato dei giocatori.

Troppo facile stabilire corrispettivi superiori al reale ed ottenere plusvalenze fittizie, da contabilizzare nei bilanci, per far apparire un patrimonio netto superiore a quello esistente, allo scopo di ottenere i requisiti previsti dalla normativa federale.

Nell’attesa di vedere l’evolversi di tali accadimenti, tra cui quello del Palermo calcio che deve assolutamente trovare entro fine settimana più di 5 milioni di euro per saldare gli stipendi dei calciatori ed i contributi onde evitare punti di penalizzazione in classifica, si spera di parlare sempre più di calcio giocato e non di Fantacalcio!