“A ogni elezione si parla di cambiamento. Mai che si pronunci la parola miglioramento, che sarebbe più utile”. (Roberto Brivio)
di Sr* l’impertinente
Ogni qual volta si paventi una votazione, fosse anche solo quella per un delegato condominiale o un’altra e minima rappresentanza, il Partito democratico di Crotone - improvvisamente e quasi per miracolo - pare si risvegli.
È così alla vigilia delle primarie per la scelta del nuovo segretario Dem: quello che un tempo era il Pd è uscito dal letargo e si è rianimato, tanto che - addirittura - si è ripopolata anche la vetusta sede di via Panella.
Ci sono da scegliere i delegati per il congresso nazionale, posto ambito anche perché potrebbe rappresentare una posizione importante in vista di possibili altre candidature e a ruoli più interessanti, ad esempio quelli regionali.
“I cittadini contano solo
il giorno delle elezioni”.
(Jean Jacques Rousseau)
Sono stati così sette i prescelti del Pd per finire nelle liste, che sono tre, esclusa quella di Giacchetti, che fa riferimento a Matteo Renzi, anche se non tutti i componenti hanno la possibilità di essere concretamente poi eletti nell’Assemblea nazionale.
Prima di arrivare alla scelta finale, però, c’è stato qualche “impallinato” che non ha potuto ambire all’obiettivo che si era prefissato e a cui aspirava apertamente, tanto da proporsi: ed è stato rimbalzato.
Uno di questi è Giuseppe dell'Aquila, attualmente nello staff della Giunta regionale (dire “portaborse” pare brutto) e l’altro è l’eterno aspirante a cariche e anche lui inserito nell’organigramma regionale alla voce “staff”: ovvero, Pepè Corigliano.
“Non si vota mai per qualcuno,
ma contro qualcun altro”.
(Giordano Bruno Guerri)
Dell’Aquila era stato proposto addirittura dal segretario provinciale del Pd, Gino Murgi, colui cioè che passerà alla storia come il più impalpabile (quanto a politica messa in campo) tra i segretari che il partito abbia mai avuto.
La fazione opposta, però, non l’ha voluto e come reazione al veto che ha subito dallo stesso Murgi proprio Corigliano, che non è stato accettato neanche questa volta; e se l’è legata al dito.
Così è scattata la ritorsione ed a farne le spese è stato proprio Peppino Da Cirò, che non potrà aspirare all’assemblea nazionale che credeva di meritare, e che poteva anche aiutarlo nella sua carriera in ascesa.
“Il popolo sbaglia spesso,
tranne in cabina elettorale”.
(La mafia uccide solo d'estate)
Quasi da studiare è il caso dell’immarcescibile Pepè Corigliano, sempre in prima linea quando c’è da nominare qualcuno e poi, puntualmente, trombato ancor prima di poter correre.
È successo per un posto da assessore regionale, vista anche la lunga amicizia che lo lega a “Palla palla” e poi, invece, superato al fotofinish da Antonella Rizzo, uscita dal cilindro all’improvviso.
Ed è successo anche altre volte quando c’era in ballo qualcosa a cui aspirare; fino ad arrivare alle Primarie, a quest’ultime, dove a impallinarlo è stato il Murgi: ovvero, il cosiddetto fuoco amico.
“[Gli elettori] sono come
delle foche ammaestrate.
Lancia loro un pesce e
guarda come sbattono le pinne”.
(I Simpson, terza stagione)
Alla fine sono stati scelti i sette Cavalieri e Dame, che si contenderanno un posto al sole ambendo a superare i meri confini di Apriglianello, intesi in termini di rappresentanza del partito.
Ci sono anche delle giovani rampolle - cosa diventata ormai di moda tra i Dem - come dimostrano le segreterie e le presidenze affidate proprio al gentil sesso, con la Stefanizzi e la Asteriti.
Una moda che si è riproposta anche nelle ultime primarie dove le giovani candidate sono due, la stessa Antonella Stafanizzi ma anche Simona Mancuso, ex vicesindaco di Strongoli.
“C’è un’azione peggiore
che quella di togliere
il diritto di voto al cittadino,
e consiste nel togliergli
la voglia di votare”.
(Robert Sabatier)
Di donne, in realtà, ce n’è anche un’altra, anche se non può essere certamente annoverata tra quelle alle prime armi politiche: si tratta, infatti, di Marilina Intrieri, inserita nella lista di Martina, che quanto a rappresentanza ha ricoperto tutto ciò che è ricopribile.
Un ritorno in pista che fa il paio con quello di Sergio Contarino, oliveriano inteso come l’ex deputato cirotano, a sua volta ex segretario cittadino ed assessore, che è ricomparso improvvisamente sulla scena.
Nella stessa lista di Marilina c’è anche Mario Galea, ex presidente provinciale del partito, dimessosi, schierato con l’aspirante segretario Martina insieme allo zio Rocco Gaetani.
“La cosa migliore di questo
gruppo di candidati è che
solo uno di loro può vincere”.
(Will Rogers)
A completare la pattuglia altri due nominativi; delle giovani leve, si fa per dire, data l’età ma a cui giovanili gli son rimaste solo le seppur giuste aspirazioni.
Si tratta di Eugenio Marino, originario di Caccuri, e di Paolo Cirillo, di San Mauro Marchesato: il primo che ha gravitato sempre intorno al partito e il secondo cresciuto alla corte di Ciccio Sulla.
Pare non abbiano grandi ambizioni ma che siano stati messi lì giusto per spirito di scuderia; e poi non si sa mai cosa può accadere, qualcosa in cambio si può sempre ottenere!
“Il problema delle
barzellette sui politici
è che poi vengono eletti”.
(Anonimo)
Significativa, inoltre, è la data scelta per le primarie, il 3 marzo, che evoca nell’immaginario collettivo una ricorrenza simbolica maschilista e che fa il paio con un 3 giugno tutto al femminile.
Proprio per questo, visto i candidati scesi in campo, chiunque sarà il segretario del Pd, il territorio come al solito non è conterà così tanto, nulla o quasi.
Elemento che se collegato alla difficoltà del Crotonese nell’avere un proprio rappresentante anche nel Consiglio Regionale, prefigura lo scenario di una provincia sempre più isolata.
Con il Partito democratico che si riaddormenterà dopo le primarie, per poi risvegliarsi alla vigilia delle Regionali, per riappisolandosi dopo quest’altra e prevedibile sconfitta che allungherà inevitabilmente la striscia negativa che da tempo imboccata dal Pd: che, prima o poi, rischia di non svegliarsi più, neanche sotto elezioni.
*Simbolo dello Stronzio