Il posticipo serale della ventisettesima giornata del campionato di serie B registra la vittoria del Livorno sul Benevento: tre punti che portano i toscani sulla stessa linea di Foggia e Venezia, lasciando dietro Crotone, Carpi e Padova, virtualmente già retrocesse.
di Giuseppe Romano
Il Crotone due giorni prima aveva pareggiato a Padova, una partita che avrebbe dovuto e potuto vincere se non avesse pensato solo a non perdere. Si era sperato anche che il Cosenza battesse il Foggia, ma la partita è stata decisa da un’autorete dei calabresi e la squadra di Stroppa si ritrova in apnea nel trio di coda.
È chiaro che sperare su quello che fanno gli altri non porta a traguardi ambiti. Di concreto al Crotone resta la conquista di un solo punto. Scolpita, l’immagine dell’abbraccio collettivo: cuore che pulsa all’unisono, come deve essere in questo finale carico di paure e senza tangibili certezze.
Padova-Crotone era uno scontro diretto e bisognava giocare per vincere. Al Crotone è mancato il coraggio, la convinzione di farcela e, quindi, stringere i denti e correre come il vento di tramontana che gela e travolge tutto.
La fragilità del Padova avrebbe potuto favorire l’impresa, invece i pitagorici hanno tenuto troppo la palla, nessun lancio lungo come aveva fatto contro il Palermo e troppi passaggi indietro, che hanno permesso ad Andjelkov, Cherubin e Trevisan di restare compatti contro il solitario Simy, offerto da Stroppa come agnello sacrificale.
Un gruppo impeccabile per quello che ha chiesto il tecnico, ma non per quello che richiedeva la partita: rimboccarsi le maniche e pedalare per raggiungere la vittoria.
Tre punti che avrebbero portato il Crotone fuori dal limbo, ad una sola distanza dal Foggia (26 punti), in competizione diretta con Livorno, Venezia e Cremonese che hanno giocato una partita in meno.
Per la formazione pitagorica Palermo e Padova hanno segnato una linea di confine sottile tra rinascita e dubbi, in un obiettivo ancora raggiungibile, ed è inutile continuare a dire che il Crotone ha le armi per risollevarsi, basta solo che tutti ne siano consapevoli.
La fiducia si rafforza col recupero di Nalini capace di dare dinamicità nella zona mediana. Superato l’infortunio, si è aggregato già e potrebbe farsi valere: la partita contro la Salernitana, sua ex squadra di appartenenza, è quella giusta.
La valutazione del rischio è un’operazione delicata ma non deve cessare la voglia di osare troppo, lenti e senza il fuoco nelle vene non si “brucia” l’avversario.
Non è chiedere molto dopo la grande prova col Palermo e anche contro il Padova, in dieci, dopo l’espulsione di Sampirisi: un’altra squadra rispetto a quella vista nel primo tempo.
A Padova il Crotone è andato sotto di due punti, rinunciando per prudenza alle offensive viste contro il Palermo: azioni troppo elaborate e lente, che sono apparse sempre tentativi di suicidio.
Per il solo punto portato a casa, i rossoblù ringraziano Cordaz che si immola prima su Mbakogu e poi su Bonazzoli. Mentre va dato atto che anche il portiere veneto, Minelli, nel finale viene graziato dal braccio di Baraye che devia un colpo di testa di Vaisanen e che l’arbitro non punisce.
Persa la grande occasione per rigenerarsi, il Crotone è ancora in “aspettativa” di riagganciare chi sta meglio, senza escludere le loro frenate.