Sui giornali è stata pubblicata ieri la notizia secondo la quale le agenzie cinesi per le infrastrutture stiano per firmare con l’Autorità Portuale di Genova e Savona, un memorandum per la costituzione di una società con il Gruppo “Chinese Comunications Construction Company”, al fine di poter realizzare delle importanti opera nell’ambito del porto del capoluogo ligure.
A tal punto ci domandiamo: “Ma perché sempre ricordarsi delle già efficienti infrastrutture del Nord Italia”?
La “Via della Seta” sarebbe, invece, una meravigliosa occasione per cercare di fare decollare alcune obsolete infrastrutture del Sud Italia, dato che sarebbe la Cina a dovere investire.
Si potrebbe investire, ad esempio, sul porto calabrese di Gioia Tauro, il quale, da alcuni anni, non fa che perdere continuamente linfa.
Si potrebbe rendere efficiente, sempre in Calabria, anche il porto di Crotone che, negli anni passati, in particolare nell’epoca dell’industrializzazione, era tra i più importanti del Meridione d’Italia.
Si potrebbe investire anche sullo scalo di Corigliano Calabro, tanto per soffermarci alla sola Calabria.
Cerchiamo, pertanto - e l’invito è rivolto al premier Giuseppe Conte e al ministro Luigi Di Maio - di intercedere affinché di questa occasione della “Via della Seta” siano a beneficiarne anche alcune città del Sud Italia.
Rodolfo Bava