L’estate alle porte (chiuse) dei castelli simbolo del crotonese: ai turisti non restano che gli zampognari

24 marzo 2019, 14:30 Sr l'impertinente

“Ma che bel castello marcondirondirondello / Ma che bel castè marcondirondirondà / Del mondo è il più bello marcondirondirondello /Del mondo è il più bello marcondirondirondà”. (Filatrocca)


di Sr* l’impertinente

Il turismo è una delle principali attività per molti territori, assicurando un flusso economico costante e cospicuo, se ben organizzato, e che va al di là dei meri confini locali.

Fortunate quelle realtà, poi, che posseggono luoghi o personaggi simbolo a cui associarle diventandone una sorta di marchio riconoscibile, spesso universalmente.

Il territorio crotonese in questo senso è più che favorito, considerato che di personaggi e luoghi simbolici ne ha anche più d’uno, ma nonostante ciò, e però, il “turismo” sembra talvolta ed ancora all’anno zero.


“Il Castello ha molti ingressi.

Ora è in voga l’uno,

e tutti passano di lì,

ora l’altro, e il primo è disertato.

Secondo quali regole avvengano

questi cambiamenti

non s’è ancora potuto scoprire”.

(Franz Kafka)


Tralasciamo, per il momento, i nomi noti che occupano uno spazio importante nelle enciclopedie ma di cui in città non vi è manco un mero e sporadico cenno di valorizzazione, se qualche targa sbiadita appiccicata ad edifici e strade.

Concentriamoci, invece, sui castelli, scegliendone due che sono degli autentici simboli, che impazzano sul web, in Tv e su ogni mezzo di informazione, e con essi i luoghi che li ospitano.

Parliamo della fortezza di Carlo V a Crotone e di quella di Le Castella a Isola Capo Rizzuto: fortilizi universalmente conosciuti, sempre meta di turismo internazionale ma che alle porte dell’estate sono ahinoi entrambi chiusi.


“Il nevrotico costruisce

un castello sulle nuvole.

Lo psicotico è colui che

ci abita e lo psicanalista è

quello che incassa l’affitto”.

(Anonimo)


Il Castello Aragonese di località Le Castella, addirittura, è una delle immagini simbolo della Calabria. Fino a poco tempo fa a gestirlo era stata la Pro Loco, dopo l’affidamento del Comune in base a una convenzione con i Beni culturali e il Demanio.

Fatto sta che gli enti pare si siano un po’ distratti: il forte in questione, nel 2014, dall’Agenzia del demanio e dai Beni culturali è passato, in base ad un apposito decreto, al Polo museale. Un passaggio, però, che non era stato formalizzato.

Da ciò ne è derivata la chiusura con successiva riunione in Prefettura in cui si è sancito come la “fruibilità del sito … soggiace altresì alla verifica strutturale dello stesso sotto il profilo della sicurezza e dell’accessibilità”.


“In mezzo a un fitto bosco,

un castello dava rifugio

a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio:

cavalieri e dame, cortei reali

e semplici viandanti.

Passai per un ponte levatoio sconnesso…”

(Italo Calvino)


In pratica, nell’incontro presso l’Ufficio territoriale di governo è emerso che, mutatis mutandis, finora migliaia di persone sono state fatte entrare nel castello aragonese senza accertare “la verifica strutturale sotto il profilo della sicurezza”. Chapeau!

Un altro elemento venuto fuori dalla riunione è che ci sono voluti 5 anni e una commissione d’accesso antimafia per accorgersi che mancasse un piccolo dettaglio, cioè, “l’identificazione di un concessionario cui affidare la gestione di alcuni servizi all’interno del museo”.

D’altro canto, come non si può trascurare un castello che si trova proprio sul mare, forse più unico che raro, che tutto il mondo ci invidia e che lascia esterrefatti a chi ne mira la bellezza? Benvenuti in Calabria.


“In tutto ciò che riguarda

la nostra felicità e infelicità,

dobbiamo tenere a freno la fantasia,

ciò anzitutto non fare dei castelli in aria;

questi infatti sono troppo costosi,

poiché subito dopo

dobbiamo demolirli sospirando”.

(Arthur Schopenhauer)


Il caso del castello di Carlo V a Crotone, invece, è se possibile ancor più paradossale. A farlo chiudere, di fatto, l’indicazione di un’archeologa che ne ha segnalato la presenza di Tenorm, del materiale potenzialmente pericoloso.

L’archeologa, che nel frattempo è diventata anche senatrice, è Margherita Corrado, che si era già fatta notare, in passato, anche per la vicenda dello stadio “Ezio Scida (sottoposto anch’esso a temporanea chiusura).

Dopo la sua segnalazione, il sindaco Ugo Pugliese ha fatto fare dei rilievi all’Arpacal ed accertata la presenza del tenorm non gli è rimasto altro che “sbarrarlo”: in questi giorni se ne festeggia giusto un anno dalla chiusura.


“E di notte com’era

calmo e lucente il lago,

simile a una striscia s’argento,

sotto le finestre del palazzo,

alla luce della luna piena,

mentre il vecchio castello

gettava lunghe ombre

sul paese addormentato”.

(Edward Lear)


Intanto i turisti arrivano a Crotone - anche con le navi da crociera - e magari proprio per poter vedere una delle maggiori attrattive della città: ma ne trovano il portone serrato, affidando alla propria immaginazione quant’esso possa custodire. Non proprio un bel bigliettino da visita.

Resta da capire, anche in questo caso, il perché ci siano voluti così tanti anni per rendersi conto della pericolosità delle “pietre blu”, dopo che molti bambini hanno visitato il maniero, e qualcuno se l’è anche portate a casa per la loro particolarità.

Il timore è che questa segnalazione sia rientrata nel clima di perenne scontro - quasi una ripicca - tra l’amministrazione comunale e le parlamentari 5 stelle, Corrado in particolare.


“Il tuo amico ti fa un castello

e il tuo nemico una tomba”.

(Proverbio russo)


Nel frattempo sono arrivati anche i risultati dei rilievi dell’Arpacal, ed al di là delle sfumature tecniche, l’agenzia scrive che “la concentrazione di attività di radon outdoor nel castello, come ci si aspettava, è assolutamente in linea con i livelli di radon che abitualmente si registrano in atmosfere esterne”.

La senatrice Corrado, però, non ci sta e precisa (non prima di aver bacchettato i soliti giornalisti troppo “servizievoli”) che la sua “segnalazione relativa alla presenza di Tenorm nel Castello (…) è stata confermata sia nella parte centrale sia in quella meridionale della fortezza dalle misurazioni radiometriche subito condotte da ArpaCal”.

C’è stata, poi, la controreplica del sindaco, che ha accusato la parlamentare grillina di comportarsi sulla questione come fece a suo tempo Ponzio Pilato: lavandosene le mani.


“La pallida morte batte ugualmente

al tugurio del povero

come al castello dei re”.

(Quinto Orazio Flacco)


Intanto l’estate, stagione clou per il turismo, sta arrivando e i due simboli del crotonese, se non anche della Calabria, continuano a restare chiusi, e prospettive concrete per la loro riapertura ancora non ci sono.

Così, i visitatori, anche provenienti dall’estero, dovranno accontentarsi e per il momento dell’accoglienza dei soliti zampognari, anche se a Pasqua, così come di qualche balletto folk e di un paio di autobus.

Se qualcuno, poi, volesse visitare lo stesso i castelli, consigliamo ai due gestori - che se la cantano e suonano da soli - di mettersi almeno davanti ai manieri e cantare la famosa filastrocca:

“Ma che bel castello marcondirondirondello / Ma che bel castè marcondirondirondà / Del mondo è il più bello marcondirondirondello /Del mondo è il più bello marcondirondirondà”. Peccato, però, che siano chiusi.

*Simbolo della Stronzio