La storia infinta della strada del Petilino, l’incompiuta da milioni di euro che dopo 20 anni rischia di “franare”

1 aprile 2019, 12:51 Sr l'impertinente

“La strada per la nostra destinazione non è sempre diritta. Prendiamo il percorso sbagliato, ci perdiamo, ci voltiamo indietro. Forse non importa su quale strada ci imbarchiamo. Forse quello che conta è che ci si imbarchi”. (Barbara Hall)


di Sr* l’Impertinente

L’annuncio: “La strada del Petilino verrà terminata, accada quel che accada, dovesse cadere il mondo, entro il 31 marzo prossimo: parola del vostro presidente della Provincia di Crotone”, Ugo Pugliese.

La certezza: “Ribadisco, nonostante i timori di qualcuno e qualche ritardo, dovuto esclusivamente al maltempo sia ben chiaro, non ci sono problemi per l’apertura della strada del Petilino, che avverrà entro il 31 marzo. Non preoccupatevi”, Ugo Pugliese.

L’epilogo: “Mi dispiace, ma devo comunicare a consiglieri e cittadini che la strada del Petilino non sarà inaugurata, almeno al momento e neanche possiamo dire quando possiamo farlo e se ci saranno ancora i soldi per farlo”, Ugo Pugliese.


È cosa di un momento: io sono la strada

e lascio dietro di me il viandante che ero

e la distanza e l’affanno e l’incertezza,

e ogni cosa è dentro la mia strada”.

(Fabrizio Caramagna)


Questa la giravolta, a 180 gradi e con doppio avvitamento carpiato, del presidente dell’ente intermedio su quella che è stata definita, a causa delle traversie passate, come il “Vietnam della Provincia crotonese”, la strada del Petilino, appunto.

Una clamorosa marcia indietro, dunque, dalle rassicurazioni alle ammissioni, non di colpa però, quanto dei ritardi e che dà il segno tangibile dell’efficacia amministrativa della Provincia: pari allo zero, o giù di lì.

E dire che dei rischi che si stavano correndo, non una ma per ben due volte e pubblicamente Pugliese era stato avvisato, anche a mezzo stampa, dal sindaco di Mesoraca, Armando Foresta, che stava seguendo l’opera.


“Qual è la tua strada amico?...

La strada del santo, la strada del pazzo,

la strada dell’arcobaleno,

la strada dell’imbecille, qualsiasi strada.

È una strada in tutte le direzioni

per tutti gli uomini in tutti i modi”.

(Jack Kerouac)


Il buon Pugliese, però, sfoggiando il suo ottimismo d’ordinanza, aveva rassicurato. Ghe pensi mi? Non preoccupatevi”. Al Consiglio provinciale, invece, ha poi dovuto ammettere che il suo ottimismo era - come accade spesso - fuori luogo.

Il problema è che su questa infrastruttura pendeva una scadenza tassativa e vincolante, il 31 marzo, pena la possibile perdita dei finanziamenti da parte dell’Europa: e della cosa erano a conoscenza tutti, presidente compreso.

Oltre a Foresta dell’inderogabilità del termine sia la Provincia che i suoi vertici erano stati più volte avvisati anche dalla Regione. Ma anche a Palazzo Campanella erano giunte ampie rassicurazioni, poi maldestramente naufragate.


“Non lasciare tracce

che il vento non possa cancellare,

non adagiarti sui passi compiuti,

non lasciarti trattenere,

divaga per altri sentieri,

rimettiti in cammino

per cercare ancora”.

(Bruce Chatwin)


Diverse volte la stessa Regione era stata magnanima, concedendo all’ente deroghe se non ulteriori 1,7 milioni di euro di finanziamento per sistemare una frana avvenuta su una strada nuova e ancora da inaugurare.

Una delle beffe è che l’arteria è ormai completata nella maggior parte del suo tracciato, mancando solo di un pezzo perché (udite! udite!) non si è ancora riusciti a sapere la misura dei micro pali da utilizzare.

Foresta, in Consiglio, c’è andato giù duro ribadendo forte e chiaro che quelle avanzate dalla Provincia e dai suoi tecnici come scusanti, sarebbero in realtà solo delle “fesserie” e che il vero problema, a suo parere, sarebbe la mancata volontà e l’incapacità dell’ente intermedio nel gestire le grandi opere.

E la strada del Petilino potrebbe ambire di certo alla definizione di “grande opera”, non fosse altro per i milioni di euro impegnati nell’arteria, ritenuta fondamentale per il territorio ma che dopo 19 anni non è stata ancora aperta.


“Non c’è cammino troppo lungo

per chi cammina lentamente, senza sforzarsi;

non c’è meta troppo alta

per chi vi si prepara con la pazienza”.

(Jean de La Bruyère)


In Consiglio è intervenuto anche il dirigente dell’ente, Francesco Benincasa che ha ammesso una cosa semplice: salvo proroghe improbabili, si sono persi 6 milioni di euro per i quali l’Europa avvierà il de-finanziamento, a meno di qualche miracolo.

Eppure, a pochi giorni dalla scadenza, i lavori sulla strada erano ripresi, addirittura con buona lena, alimentando qualche flebile speranza e quasi avvalorando le rassicurazioni del mitico Presidente.

In realtà è stato solo un fuoco di paglia servito forse per gettare del fumo negli occhi. In pratica, si è realizzato un canalone e asfaltata una rotonda, pur sapendo che a mancare era ben altro: la progettazione del tratto franato, con i famosi micro pali di cui sopra.


“La tartaruga batte Achille

perché conosce la strada”.

(Markku Envall)


Ma come si è arrivati a questa scandalosa situazione, degna di essere tenuta sotto stretta osservazione da chi controlla l’utilizzo dei fondi pubblici, perché la cosa profuma o, meglio, puzza di danno erariale?

Pugliese se ne lava le mani perché si tratterebbe di problemi e ritardi che avrebbero una matrice tecnica e quindi, lui, non avrebbe colpe. In verità la situazione non è così semplice.

Il direttore dei lavori della strada del Petilino altri non è che Giuseppe Germinara, che neanche si è degnato di presenziare in Consiglio provinciale nonostante l’ordine del giorno lo riguardasse, mentre ha partecipato lo stesso giorno a quello comunale, dove non serviva.


“Sono una parte di tutto ciò

che ho trovato sulla mia strada”.

(Lord Alfred Tennyson)


Germinara è anche il super dirigente del Comune e proviene dalla Provincia di Crotone, da dove è stato “estirpato” dallo stesso Pugliese in accordo con il signor S., insieme a Maria Teresa Timpano: spogliando di fatto l’ente.

Il problema è che quello che è successo per la strada del Petilino, potrà ripetersi per altre cose, se possibile ancor più delicate, proprio perché non si può vestire un santo (o un ente) per vestirne un altro. Alla faccia della programmazione.


"La strada per la nostra destinazione

non è sempre diritta.

Prendiamo il percorso sbagliato,

ci perdiamo, ci voltiamo indietro.

Forse non importa

su quale strada ci imbarchiamo.

Forse quello che conta

è che ci si imbarchi". (Barbara Hall)


Tornando all’opera: per realizzare 8 chilometri di strada sono passate, finora, tre giunte provinciali, cinque presidenti dell’ente e chissà quanti consiglieri e assessori.

Visto l’andazzo, però, i dati andranno ancora aggiornati perché dopo quasi 20 anni ancora non si sa quando sarà inaugurata o se mai si farà (se come sembra certo il finanziamento verrà infatti revocato).

Un caso emblematico di come funzionano le cose in questo lembo di Calabria!

Il tutto, poi, e lo ribadiamo, per colpa dei pali? Non si sorprenda nessuno allora se, come cittadini, vedendo da chi siamo amministrati e cosa combinino con i soldi pubblici, a proposito di pali vengano in mente altri e più utili impieghi: e senza aspettare ancora un altro paio di decenni.

* Simbolo dello Stronzio