Dovrebbero dare una medaglia al ricordo e al valore democratico comunale ai loro discendenti che ancora abitano in città. E invece dei Dieci Eroi che difesero il Comune di Cotrone e che vennero condannati a morte da un Comitato Segreto del PNF nessuno più si ricorda in città. Nei giorni in cui cade il centenario della nascita del fascismo in Italia, torniamo sui passi di una pagina storica che riguarda la città che un tempo fu socialista e comunista. Nessuna strada ne ricorda i nomi anzi proprio accanto a Piazza della Resistenza è stata intitolata una via a Sergio Ramelli, il camerata missino ucciso a Milano da militanti di Avanguardia Operaia. Tutto in un piccolo percorso urbano, tra la storia e le strade del capoluogo pitagorico, anche per evidenziare come la verità storica e la memoria rischiano molto spesso di essere tradite e manipolate da un uso discrezionale e pericoloso della toponomastica.
di Vito Barresi
E venne l’anno in cui a Crotone il Partito Fascista condannò all’esilio i consiglieri comunali socialisti e comunisti. Era il 1922 quando il Comitato Segreto d’Azione in cui agivano i fascisti della prima ora, reduci dalla partecipazione alla Marcia su Roma, ordinarono una violenta caccia ai sovversivi da catturare vivi o morti e cancellare per sempre dalle istituzioni comunali su cui issarono tetra la bandiera nera degli squadristi e dei nuovi gerarchi dell’avanzante Movimento Mussoliniano.
Come ogni anno si festeggia il 25 Aprile ma in questa città poche cose riportano memoria, se si fa eccezione di una via di periferia intitola al primo sindaco socialista della città l’on. Enrico Mastracchi, di quei primi eroi della democrazia, molti altri consiglieri comunali, che opponendosi al fascismo furono costretti alla fuga, ad abbandonare immediatamente la propria casa, la famiglia, il lavoro, la natia terra.
I loro nomi furono scritti, anzi per essere più esatti proscritti, in quanto nemici del sorgente regime mussoliniano, su un manifesto del Partito Nazionale Fascista Sezione di Cotrone, era il 2 novembre 1922, in cui si leggeva e intimava quanto segue:
“In conseguenza della vigliacca imboscata sovversiva e dei luttuosi avvenimenti di ieri sera il Comitato Segreto d’Azione ORDINA ai signori Mastracchi Enrico, Mori Pasquale, Laino Orazio, Alfì Antonio, Pollice Francesco, Truglio Francesco, Adamo Francesco, Tommasi Fausto, Scida Adolfo e Scida Umberto che nel termine di 24 ore dalle ore 12 del 2 novembre 1922, si allontanino senz’altro dalla Città e dal Circondario di Crotone, e vi facciano, per nessuna ragione o motivo, più ritorno. A datare dalle ore 12 del 3 Novembre non si garantirà l’incolumità delle persone sopradette. Ciò senza pregiudizio per un ulteriore elenco di gloriosi capoccia sovversivi.”
Dalla storia e dai suoi documenti nascono, ovviamente, domande per l’attualità, si trasmette l’impulso a ricostruire momenti e fasi della democrazia cittadina, particolarmente nel tragico periodo in cui con la forza della violenza si affermò il fascismo, con la metodica distruzione delle sedi dei partiti, l’arresto e la repressione di socialisti, comunisti, liberali, conservatori e progressisti, radicali,anarchici e repubblicani.
Trattandosi di storia e memoria condivisa occorre essere molto vigili e scrupolosi nella dedicazione delle strade e delle piazze, nell’impianto armonioc della toponomastica che, al contrario, con il passare dei decenni, invece di rimettere ordine nella storia e nell’araldica cittadina, con lo studio, l’approfondimento e la valorizzazione di quegli uomini che vissuti e radicati nel tessuto sociale e politico comunale, portarono il segno della virtù civica da consegnare ad esempio per le nuove generazioni, si è finito per fare marasma, storture, falsificazioni, esatto contrario dell’armonia culturale e della bellezza urbana.
Si finisce così che al posto di chi per diritto democratico dovrebbe avere la giusta rilevanza, nonostante a molti degli stessi 10 eroi della democrazia crotonese, che già nel 1943, avvenuta la liberazione dal fascismo ad opera delle truppe anglo-americane giunte in Calabria e a Crotone, divennero i primi prosindaci, nella funzione di Commissari Straordinari del Comitato di Liberazione Nazionale CLN di Crotone, il posto d’onore sotto il Palazzo del Comune, tocchi paradossalmente al povero giovane missino Sergio Ramelli, nome divenuto di culto, magari suo malgrado, per tanti militanti dell’estrema destra che inneggiano al risorgere del Partito Fascista.