Non volevo entrare nel merito della sterile polemica sul presunto saluto fascista postato, come tante altre inutili cazzate, sul social network di turno ormai sempre più latrina per i peggiori istinti smanettoni di affannosi cercatori di visibilità surrogata d’ignoranza e anonimia.
di Vincenzo Ruggiero
Non si può però soprassedere davanti all’ondata di sdegno generale che ha fatto deflagrare quello che a occhi inesperti parrebbe a tutti gli effetti solo come un goliardico selfie scattato da un gruppetto di sempliciotti, facendo più scalpore perché tra questi vi fosse una rappresentante politica locale, addirittura l’Assessore alla Cultura della Giunta crotonese a guida Pugliese e trazione Sculchiana: quella Valentina Galdieri che a memoria - e ad onor del vero - non pare abbia mai militato in frange cosiddette di "estrema destra".
Certo, il fatto che ad alzare la mano destra in un simil-saluto romano sia stato un membro del governo cittadino, un amministratore pubblico, non è comunqe da sottovalutare né tantomeno da sminuire.
E senza dubbio bene farebbe il primo cittadino, domiciliato pro tempore e non a caso in una piazza chiamata della Resistenza, a prendere le dovute distanze, quantomeno una posizione netta e chiara sull’accaduto; così come non sarebbe nemmeno non condivisibile qualora assumesse anche decisioni più risolute, magari chiedendo un passo in dietro o addirittura sollevando lui stesso da incarichi pubblici i protagonisti della faccenda.
Ma è anche vero, d’altronde - e diciamocelo con franchezza e schiettezza - che pari sdegno e irritazione non è che abbia suscitato, ad esempio ed ultimamente, il braccio sinistro teso con pugno chiuso scaraventato fuori dalla finestra della sua dimora, allora carceraria, dall’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, simbolo secondo tanti di un modello di integrazione sociale tra la Calabria e l’immigrazione del terzo del mondo, e anche lui ed allora figura istituzionale con tanto di fascia tricolore.
Così com’è pure vero che una (per me) ottusa e anacronistica legge su una possibile apologia del fascismo vieterebbe l’abuso di questi come di altri richiami ad un’epoca buia della storia italiana (checché ne dicano o sostengano improvvisati neo supporters in griffata-camicia nera che di quel tratto di storia avranno probabilmente sfogliato appena l’indice).
Il gesto incriminato,
le ragioni di opportunità
e il principio delle “capacità”
Ciò su cui ed invece - secondo il mio modesto avviso - vale però la pena interrogarsi, quanto al gesto “incriminato”, è questione di opportunità ma soprattutto di “capacità”.
E si badi bene che quest’ultimo sostantivo non è che sia stato scelto a caso ma richiamandosi al suo più intimo significato.
Per “capacità” si intende la “idoneità, abilità, attitudine che una o più persone hanno di intendere o di fare qualche cosa, di svolgere una funzione, di riuscire nella realizzazione di un compito”.
Più genericamente, al plurale, richiama doti di intelligenza ed in diritto, addirittura, se ne fa rifermento come attitudine “a compiere validamente atti e negozi giuridici … che possono avere conseguenze … limitative”.
Nella sempre accurata definizione del dizionario “Treccani” (e non già Wikipedia o Google!) c’è secondo me la sintesi inequivocabile dell’accaduto. Un’impietosa fotografia, questa sì, dell’attualità, della moderna socialità.
Il problema - per farla breve e senza fronzoli - non è tanto e dunque l’opportunità o meno di un amministratore di abbandonarsi a goliardiche, estemporanee o gratuite esternazioni etichettabili all’abbisogna come fascistoide o comunistoide e oggigiorno alquanto anacronistiche.
Va però premesso come nello scatto non sia ritratto un solo rappresentante “pubblico” ma tre: oltre alla Galdieri assessore, Gianfranco Turino (apparso invero un po’ confuso sull’uso del braccio destro o sinistro) è a capo della “Crotone Sviluppo” che vale la pena ricordare sia società controllata integralmente dal Comune di Crotone, dunque di nomina pubblica e busta paga a carico di noi contribuenti, destinataria dell’incarico di gestire l’intera comunicazione “universale” di un progetto così rilevante; così come l’amica e collega Rosanna Bartolillo sia la neo incaricata all’ufficio stampa dell’evento Antica Kroton col dovere di relazionarsi con i media, per ora solo locali ma domani chissà anche nazionali e finanche internazionali.
I delegati dei cittadini
alla cura dell’immagine e
dell’identità del territorio
Tutti e tre, insomma, rappresentano - ciascuno nelle rispettive vesti - l’interfaccia pubblica dei cittadini: più modernamente o per restare in tema social (e forse anche più comprensibilmente), avatar dei contribuenti crotonesi; deputati in quella sede, cioè, ad aver cura dell’immagine, del decoro, dei valori e dell’identità locale del territorio e dei suoi residenti.
Delegati chiamati a ricoprire funzioni e assumere decisioni rappresentandoci davanti a terzi dopo essere stati posizionati in modo discrezionale in ruoli rilevanti, e da tutti noi retribuiti.
Ma che in assenza di legittimazione, anche conseguente a gaffe del tutto fuori luogo, potrebbero minare il buon nome ed anzi alimentare pregiudizi che certamente questa città non può più permettersi.
Un compito (e un dovere!) che non va sottovalutato, che dovrebbe inevitabilmente indurre in chiunque la “capacità” di collegare la mente al corpo comprimendo e reprimendo anche irrefrenabili istinti burleschi che possono, inevitabilmente, risultare poi di cattivo gusto se non deleteri; a maggior ragione se offerti all'opinione pubblica per il tramite dei social network.
Una responsabilità che, si badi, non va ascritta solo ed esclusivamente ai tre protagonisti della vicenda, quanto soprattutto alla “catena di comando” chiamata a scegliere uomini e donne su cui puntare le proprie carte e che, se questi sono i presupposti, semmai ce ne fosse bisogno rischia di dimostrare ancora una volta una mancanza di “capacità” di selezione del meglio disponibile. Il che è peggio dell’effetto.
Un gesto banale, una semplice esternazione farsesca (?): comunque un “caso”, infine, che lascia anche l’amaro in bocca e insinua dubbi.
Soprattutto una domanda: quella cioè che si possa ripalesare la “capacità” dei soliti decisori di affidare la gestione di importanti funzioni rappresentative, come nel caso specifico di un atteso mega-progetto di riqualificazione di un territorio sfinito come quello crotonese (in soldoni si traduce in decine di milioni di euro) a persone sbagliate catapultate nei posti giusti?