Guarda li burattini su la scena co che importanza pijeno la cosa: guarda er gueriero ch’aria contegnosa, come se sbatte bene, come mena. Vince tutti, è teribbile, ma appena, la mano che lo move s’ariposa, l’eroe se ‘ncanta e resta in una posa che spesso te fa ride o te fa pena. (Trilussa)
di Sr* l'impertinente
Ma cosa sta accadendo nella città di Crotone dove il degrado è sempre più accentuato, sia in ciò che si dice che in quello che si fa, e pare non si riesca a toccare neanche il fondo ma si continui sempre più a scavare?
L’ultimo degli episodi è quello di cui, presumibilmente, si è reso protagonista un gruppetto di ragazzotti che hanno preso di mira perfino i burattini arrivati in piazza Pitagora in occasione della festa della Madonna di Capocolonna (LEGGI).
Una tradizione, questa, ormai cinquantenaria che fa felici i bambini della città che, solitamente, hanno ben poche ragioni per essere contenti di viverci, come dimostrano i vari studi che si susseguono.
“I teatri di marionette e i camposanti
sono gli unici luoghi dove l’uomo possa
prendere acuta coscienza di sé.
Nei primi vede cos’è prima della morte
− nei secondi quel che sarà dopo la vita”.
(Giovanni Papini)
Ignoti, infatti, hanno cercato di incendiare e devastato l’allestimento della compagnia Ferraiolo, un’autentica istituzione nel ramo, che non s’è persa d'animo e ha riparato tutto in modo da essere pronta per lo spettacolo del pomeriggio.
Una lezione di civiltà quella dei Ferraiolo (espressa anche nella nota della stessa compagnia) ad una città e ad alcuni abitanti che si sono dimostrati, in questa circostanza, incivili ed incapaci di stare tra la gente per bene.
Non è mancata la reazione sdegnata da parte del Comune ed anche di altre espressioni di forze politiche; ma, al di là delle prese di distanza, ognuno ha il dovere di assumersi le proprie responsabilità.
“I burattini non crescono mai.
Nascono burattini, vivono burattini
e muoiono burattini”. (Carlo Collodi)
Occorre, cioè, che chi guidi questa città o, meglio, chi cerchi di farlo, si assuma le colpe per un degrado visivo e sociale, di un senso sempre più marcato di insicurezza che non può essere sottaciuto ma affrontato.
Un episodio che, al di là di tutto, colpisce per la sua simbolicità, colpendo una compagnia di burattini che dona qualche minuto di serenità ai bambini (ed anche ai grandi).
Ma anche per il luogo dove si è consumato questo indecoroso episodio. Si è trattato, infatti, di un raid in piena Piazza Pitagora, che dovrebbe essere il salotto buono e recentemente attenzionato dall'amministrazione con restauri e con l'installazione della telesorveglianza.
“La bambola non sospetta mai
di essere un burattino finché
le corde non vengono tagliate”.
(Drew Byrne)
Eppure, proprio sulla sicurezza l'amministrazione aveva puntato molto, annunciando proprio l'installazione di telecamere: un “piano” che si doveva illustrare durante una conferenza stampa poi saltata.
Sul sito dell’ente erano state addirittura pubblicate delle immagini, guarda caso, di piazza Pitagora, garantendo che da allora le condizioni di sicurezza sarebbe state migliori. E meno male, viene da dire!
Invero, da quando il Comune ha messo mano al comparto sicurezza - giusto per citare qualche episodio - si sono registrate sparatorie in piano giorno, ma anche omicidi nei pressi della stessa piazza.
“La maggior parte delle persone subiscono
una evoluzione inversa rispetto a Pinocchio;
nascono come uomini e finiscono come burattini”.
(Gerd De Ley)
Lo scempio in piazza Pitagora è avvenuto poi alla vigilia della festa della Liberazione, con le autorità che, sfilando, si sono potute rendere conto di persone di ciò che sta accadendo in città.
La festa del 25 aprile, a prescindere dalle rivendicazioni e dall’enunciazione di principi, e anche con i soliti battibecchi tra le forze politiche di schieramenti opposti, deve essere un'altra.
Crotone, infatti, deve essere veramente liberata da chi non è capace di governarla, da chi compie episodi come quelli che hanno interessato i burattini; così come va liberata, visto che siamo in tema, anche da pupi e pupari che da sempre impazzano.
“Le marionette? Sono una faccia dell’umanità.
Rispecchiano l’universo in un’altra versione.
Come la musica, la pittura, la poesia”.
(Guido Ceronetti)
La città non può assolutamente permettersi tutto questo, soprattutto nelle condizioni in cui si trova; deve, invece, reagire e non limitarsi ad esternare sdegno o soddisfazione a seconda dei casi.
La città dove ribellarsi prendendo coscienza che si è arrivati ad un punto di non ritorno e che se non c’è la necessaria risposta a questa deriva la situazione non potrà che peggiorare, indirizzandosi sempre più verso un burrone ormai prossimo.
“Siamo tutti delle marionette.
Io sono una marionetta
che riesce a vedere i fili”.
(Dalla graphic novel Watchmen)
I rappresentanti istituzionali durante il periodo pasquale sono letteralmente spariti dalla città, lasciando i cittadini con i loro problemi e la loro quotidianità, che non inducono certo a festeggiare.
Dopo le colombe, però, torneranno e lo faranno soprattutto per difendere qualche posizione di comodo raggiunta, o forse da conquistare in prospettiva (leggasi Regionali). Non tralasciando neanche le Europee.
Intanto nel fine settimana il sindaco e presidente Pugliese sarà in udienza da papa Francesco: e ci vorrebbe proprio una benedizione di quelle potenti e speciali per far sì che Crotone e il territorio, ormai in coma, risorgano.
Con la consapevolezza, purtroppo, che probabilmente non basteranno neanche le preghiere del Papa per dare nuova speranza ai giovani, quelli che lottano quotidianamente per trovare ciò che nella Costituzione è sancito come un diritto: il lavoro.
“Quando l’uomo agisce è una marionetta.
Quando descrive è un poeta.
Tutto il segreto sta in questo”. (Oscar Wilde)
Trovare un lavoro senza prostrarsi alla mercé del potente di turno e ridare speranza, perché no?, anche a quei ragazzi che macchiatisi di questo episodio vandalico; non ci saranno aggettivi per qualificarli ma anche loro devono riconquistare fiducia nel domani, credere in qualcosa che li faccia reagire alla noia di un far niente che consuma più delle droghe e dell’alcol, che pure abbondano in città.
Un po’ tutti, però, dobbiamo trovare il coraggio di diventare protagonisti nella realtà sociale in cui si opera, di non accontentarsi di un ruolo di comprimario, magari al soldo del Mangiafuoco di turno che continua a tirare fili ormai logorati.
* Simbolo della Stronzio