Grande prova di carattere e di tecnica del Crotone nello scontro diretto col Venezia, che potrebbe valere la salvezza dei calabresi, senza passare dai play out.
di Giuseppe Romano
“È una partita da affrontare con la giusta identità che ci contraddistingue, non soltanto sotto l’aspetto tecnico-tattico, non deve mancare il furore agonistico e la giusta cattiveria”.
È quello che aveva chiesto Stroppa ai suoi ragazzi. La risposta è stata chiara: un netto 4-1 inaspettato ma meritato, in una partita ad alta tensione fin dalla vigilia, per i tre punti pesanti, col risultato che, certamente, non vedeva favorita pienamente la formazione del tecnico crotoniate.
Venezia-Crotone, sestultima contro quintultima, incorniciata da una coreografia da “spareggio”, presenti anche i tifosi del Crotone residenti al nord e altri che hanno seguito chilometro su chilometro la trasferta dei rossoblù, partiti dalla città pitagorica con qualche problema a stilare la lista dei convocati, soprattutto sulla fascia difensiva.
Sembrava potesse andare secondo il “progetto-Cosmi”, col Venezia che sblocca il risultato su rigore (17’), maturato su calcio d’angolo e concesso dal direttore di gara senza tentennamenti: Maurizio Domizzi, dal dischetto, non si fa ipnotizzare da Cordaz.
La reazione del Crotone è immediata: non perde la testa e tira fuori tutte le sue qualità comprese quelle offensive: cinque minuti dopo, l’assedio in area e il pareggio con il gran destro di Andrea Barberis, al suo secondo gol in campionato.
Nella ripresa, la “macchina” di Stroppa effettua il sorpasso con Ahmad Benali (48’) e la volata porta i nomi di Zanellato (55’) e ancora Benali (71’): finale 4-1 per i calabresi, pari a tre punti d’oro. La prima sconfitta casalinga della gestione Cosmi e per come è maturata, ha mandato in delirio Joe Tacopina, disgustato dalla prestazione del Venezia.
Mentre Cosmi chiedeva pietà per i suoi che si infuriavano alle prodezze di Machach e la richiesta al collega Stroppa era di invitare il giocatore a evitare numeri irriverenti che potessero innervosire i giocatori del Venezia.
Il dialogo tra le panchine, con la richiesta di Cosmi in qualche modo accettata da Stroppa, e rafforzata dall’arbitro. Alla fine, Machach non doveva esprimersi secondo i propri mezzi per non essere irriverente nei riguardi di chi perdeva 4-1, insomma, pensare prima agli altri e poi alla propria felicità.
Il Crotone ha avuto la consapevolezza dei propri mezzi e dell’importanza della posta in palio e, al termine, si è ritrovato sotto la gradinata dei propri supporter a festeggiare.
Simbolico, al centro dell’esultanza, l’abbraccio tra capitan Cordaz e il direttore generale Raffaele Vrenna, a sigillare una prova di grande personalità, palleggio e pericolosità offensiva “ricamata” da Simy, senza togliere meriti ai tre della linea difensiva: Curado, Vaisanen, Marchizza.
Difficile, alla vigilia, immaginare una vittoria così lampante ma, quando ce la mette tutta, è questo il Crotone: bravo a sfruttare le componenti positive in suo possesso.
Adesso il vantaggio dal Venezia, quintultima, è di quattro punti ed è aumentata la distanza anche dal Livorno (5) che ha pareggiato contro il Palermo.
Fra qualche giorno l’avversario sarà il Benevento, allo Scida. Si ritroverà una squadra lievitata dalla grande prestazione di Venezia, come personalità, difficile immaginare una prova inferiore, più facile pensare ad un gruppo granitico e determinato, consapevole che i prossimi tre punti lo porterebbero fuori dalla mischia, lontano dal Venezia e dal Livorno.
Più vicino a Salernitana e Cosenza significa tenere lontano dalla propria “area” di sicurezza le sofferenze delle altre squadre.