Una sognatrice di parole sempre attenta ai segni del tempo con quel suo sguardo poetico selettivo, esigente e interrogante. Anima a Nudo, esordio letterario della poetessa Tiziana Stasi si apre e si legge attraversando la porta d'ingresso di un atelier poetico senza confini nè stanze chiuse.
di Vito Barresi
Un luogo in cui la 'padrona di casa’ sa accogliere i convitati con gesti affettuosi e pensieri delicatissimi, mettendo in versi con la sua personalissima elaborazione espressiva, una tavola di contenuti, cibi interiori, sapori di femminile sapienzialità, composta e figurata con abile maestria geometrica, intrattenendo l’ospite e il lettore lungo un doppio percorso in cui campeggiano scenari di luce e palcoscenici dell'ombra.
Una sorta di teatro parlato, affabulato, in cui la poesia è un tessuto ricamato, uno spazio danzato con movimenti alterni e improvvisi, squarci desunti dalla vita e dalla morte, dalla guerra e dalla pace, dal candore dell'infanzia e dal tiepido e setoso manto di tenerezza materna, districandosi nell'estenuante prova di portare l’essere, il proprio abito semplice, il suo stile asciutto, la sua vera essenza reale, sempre in bilico tra tristezza e allegria, nenia tetra e canto solare.
Poesie che mai si chiudono in tragedia ma che si aprono alla commedia dell’esistenza umana come un fulmine di primavera, un vento d'autunno, un guizzo marino, schegge luminose intrise di ricordi, alghe profumate di Mediterraneo misterioso, gemme di una corona estrapolate dalla testa di una Minerva perduta nel pozzo opaco del tempo, tempo che scorre e passa via, attore principale dei suoi componimenti, sempre e comunque in costante moto perpetuo, sigillo che segna la verifica dell'esistenza.
Scritte e declamate sul mare amato della sua infanzia, le poesie di Tiziana Stasi talvolta s'infrangono altre invece navigano a vele spiegate, come fossero incuranti dei flutti e dei gorghi abissali, quasi leggermente trasportate da un'onda lunghissima, spinte nel cielo da una brezza senza storia, traboccanti di immagini, sensazioni, sentimenti, persino oggetti scomparsi al naufragio delle illusioni della vita, poi riemersi in quanto restituzione e brandelli di memorie immortali.
Su tutta la raccolta svetta il suo singolare sentimento del tempo e dell'ora, le stagioni dell'amore e del dolore, la fragilità degli attimi minuti che diventano restituzione di un mondo profondo, scompaginato con violenza da una forza cieca e incontrollabile che ne ha stampato i giorni e il calendario.
Ogni singola parola recitata e scritta diviene una inconfondibile strofa sonora, un intenso fascio di intensità emotiva, intriso di nostalgia e felicità, e per questo mobile paesaggio di un eterno subbuglio interiore.
Per Tiziana Stasi essere 'poetessa moderna' significa affrontare un percorso e un Itinerario d'immaginazione poetica che si spezza in singoli componimenti, sempre più ricchi di cadenze e di figure, di nomi, persone, incontri.
A tal punto che la sua lettura diviene resistenza attiva, tramutandosi in una poetica memoriale, la sola che può riuscire ad incantare e fermare l’istante che scompare.
Tutto ciò appare nei versi mai scomposti della Stasi che, senza mai citare Edgard Lee Masters, ne riprende la lezione stilistica, attualizzandone la metrica in una sorta di miracolosa ibridazione tra i miti femminili dell’antica Grecia e la moderna intuizione del fato nella poesia del nuovo mondo contemporaneo.
Attorno a questo cuore meditativo pulsano le convinzioni di una donna che attende risposte su una vita che non sia una finzione ma realtà eterna e duratura, ponendosi costantemente alla ricerca non già del proustiano tempo perduto ma del sartriano legame che unisce e separa se stessa dagli altri, sul lembo di una suprema frontiera del proprio esperire vivente.
Libro che si presenta come un sogno di parole assemblate in piccoli rapidi colpi d'occhio, cronache della vita quotidiana, scorci ricostruiti a mosaico di una realtà che comunque è frantumata.
Prima prova ben riuscita che consegna al pubblico il messaggio artistico di Tiziana Stasi, le pulsazioni elettriche di una poetessa generatrice di energia vitale, ma anche intessuta dal disinganno e dal disvelamento di un incombente non essere, che lei stessa torna continuamente ad ammirare con un incanto persino contemplativo.