Festival della Scienza Medica a Bologna all’insegna dell’Intelligenza della Salute

3 maggio 2019, 16:02 Il Fatto

La quinta edizione del Festival della Scienza Medica si terrà a Bologna dal 9 al 12 maggio 2019, sarà dedicata al tema “Intelligenza della Salute”. Un appuntamento che vede protagonisti scienziati di fama internazionale, tra cui Premi Nobel, massimi esperti in diversi campi della ricerca e dell’innovazione, con l’ambizioso obiettivo di avvicinare e rendere accessibile al grande pubblico la cultura medico-scientifica.


di Patrizia Muzzi

Che cos’è l’intelligenza? Secondo il vocabolario Treccani: “Complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà, intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare, e lo rendono insieme capace di adattarsi a situazioni nuove e di modificare la situazione stessa quando questa presenta ostacoli all’adattamento; propria dell’uomo, in cui si sviluppa gradualmente a partire dall’infanzia e in cui è accompagnata dalla consapevolezza e dall’autoconsapevolezza, è riconosciuta anche, entro certi limiti (memoria associativa, capacità di reagire a stimoli interni ed esterni, di comunicare in modo anche complesso, ecc.), agli animali, spec. mammiferi (per es., scimmie antropomorfe, cetacei, canidi)”.

Secondo l’epidemiologia cognitiva, una nuova branca della scienza, le persone più intelligenti si ammalano meno in età adulta e da anziani. Pare dimostrato che QI (quoziente intellettivo) e salute siano strettamente correlati. Ora, a parte il fatto di sentirmi già condannata a vita breve, il tema apre diversi scenari e numerose domande alle quali tenteranno di rispondere gli scienziati provenienti da tutto il mondo in occasione del Festival della Scienza Medica organizzato da Genus Bononiae.

Studi dimostrano che mantenere un cervello allenato fino a ottant’anni è fondamentale, non ci si può accontentare di essere stati piccoli geni. L’allenamento permetterebbe di rimanere sani fino al termine della vita. I dati mostrano che nei Paesi dove i bambini sono colpiti da malaria (che intacca la funzionalità del cervello) o dove sono malnutriti, le ricadute sul QI sono pessime e quindi i danni non sopraggiungono solo per l’individuo ma anche per la società in cui vive e di conseguenza per la sua economia.

Molti autori credono che il carico di malattie infettive possa spiegare la scarsa intelligenza di alcuni popoli… Lo studioso Flynn dimostrò che a partire dagli anni ’80 il QI medio di molti Paesi industrializzati si stava innalzando grazie alla migliore alimentazione e all’aumento della scolarizzazione, tendenza che si sarebbe invertita per molti Paesi già sviluppati.

I risultati possono offrire la scusa a molti per speculazioni errate come quelle sulla ‘razza’. Non sono avara di vita, si può morire a quarant’anni e passare alla storia per avere scritto L’Isola del Tesoro, mentre si può raggiungere la veneranda età di 95 anni senza acciacchi ma fissando un televisore per venti ore al giorno senza avere lasciato alcun contributo interessante per l’umanità.

Possiamo allungare la parte peggiore della nostra vita all’infinito? Si può arrivare a cento anni ragionando alla velocità di Richard Feynman quando ne aveva venti? Ho come il sospetto che l’allungamento innaturale della vita possa generare soprattutto un incremento di denaro nelle casse delle case farmaceutiche, delle compagnie di navigazione e delle case di cura.

L’AI (intelligenza artificiale) sbaraglierà il ruolo del vecchio medico di base come alcuni di noi ancora lo ricordano e cioè con lo stetoscopio al collo e pronto a verificare di persona la salute del proprio paziente. L’occhio dell’intelligenza artificiale si sta affacciando al davanzale delle nostre finestre, i medici saranno affiancati da computer in grado di analizzare milioni di dati e di fornire una rapida soluzione ai nostri malanni.

Se da un lato trarremo sicuramente un grande beneficio, dall’altro si prospetta una società di anziani, di milioni di anziani, nella quale essere ‘giovani’ (ovvero creature con la spinta riproduttiva al massimo, così come per l’impulso creativo e la volontà di cambiamento) significherà rappresentare una piccola frazione di popolazione. È questa la società che vogliamo?

Gli speaker del congresso sono tutti (o quasi) ultra anziani. Faccio notare che le speaker di sesso femminile rappresentano una piccolissima parte, ma questo è un mio piccolo appunto personale. A proposito, tra le critiche rivolte all’AI c’è quella di discriminare (per ora) donne e bambini e dipenderebbe dal fatto di utilizzare algoritmi che a loro volta sono stati creati da uomini. Saranno tre i Premi Nobel ospiti della manifestazione: John Gurdon, Premio Nobel per la Medicina 2012, Aaron Ciechanover, biologo e genetista, premiato con il Nobel per la Chimica nel 2004, e Tomas Lindahl, Nobel 2015 per la Chimica, che arriverà a Bologna a giugno con la consueta lezione conclusiva del Festival.

Il Festival della Scienza Medica è promosso da Fondazione Carisbo e Genus Bononiae in collaborazione con l’Università di Bologna.

Tutti gli eventi del Festival della Scienza Medica sono gratuiti e a ingresso libero fino a esaurimento posti, salvo differenti indicazioni.

https://bolognamedicina.it/

https://genusbononiae.it/