“End of the waste”: l’ambiente lo salveranno i pannolini

18 maggio 2019, 11:28 Outside24

End of the waste: è il nome del decreto firmato il 15 maggio dal Ministro dell’ambiente Sergio Costa per ridurre l’impatto ambientale di assorbenti e pannolini. Il tutto avviando il riciclo dei pap. Stop quindi agli inceneritori o alle discariche, ma largo a nuovi oggetti che potranno iniziare una nuova vita grazie ai prodotti assorbenti della persona come i pannolini.


di Enrica Tancioni

Dal 15 maggio, dunque, i pannolini per bebè riciclati si trasformeranno in stampelle, mollette, sedie di plastica, cartoni da imballaggio industriali o anche nuovi prodotti assorbenti.

Da una parte quindi si sfrutterà un rifiuto scomodo e ingombrante, e dall’altra si potranno incentivare le industrie italiane che potranno quindi creare nuovi posti di lavoro.

Il ministro Sergio Costa ha parlato di “giorno importante” e di “passaggio epocale per l’economia circolare”. Con la firma del decreto, infatti, per il titolare dell’ambiente può decollare un’industria tutta italiana che coniuga il riciclaggio e la conseguente riduzione del problema dello smaltimento dei rifiuti con la creazione di tantissimi posti di lavoro”.

Con la norma dunque “si potranno – ha continuato Costa - recuperare e non mandare a incenerimento o discarica ben 900 mila tonnellate l’anno di rifiuti”.

I prossimi in ordine temporale che stanno arrivando a conclusione, dopo vari passaggi istituzionali, che comprendono anche la valutazione presso la Commissione Europea, sono i decreti end of waste per il recupero degli pneumatici, carta e cartone, plastiche miste e rifiuti da costruzione e demolizione.

In Italia esiste un impianto in grado di riciclare assorbenti e pannolini, è la Fater Smart, l’azienda che da una tonnellata di assorbenti, al netto degli scarti, riesce a ottenere fino a 150 chilogrammi di cellulosa, 75 chili di plastica e altrettanti di polimero super assorbente.

L’impresa, che ha appena ricevuto il Premio Sviluppo Sostenibile per il settore rifiuti e risorse ad Ecomondo 2018 di Rimini, si trova a Lovadina di Spresiano, piccolo centro in provincia di Treviso.

Questo processo, in grado di eliminare tonnellate di assorbenti dal belpaese, si basa su un’innovazione tecnologica riconosciuta dalla Commissione Europea come Eco-Innovation nel 2011 (Recall-Eco/11/304440). E il processo prevede i seguenti passaggi: lavaggio e sterilizzazione in autoclave; separazione della plastica, del polimero super assorbente e della cellulosa.

Solo dopo questi primi passaggi il processo di riciclo può iniziare. Nella prima fase un gruppo di operatori raccoglie con il porta a porta gli assorbenti usati; passa da case private e da strutture centralizzate come ospedali, case di riposo, asili nido oppure nei centri di raccolta comunali. Dopo la fine dell’accumulo dei rifiuti nella porta d’accesso, si parte con lo stoccaggio e il trasporto verso le unità centrali della macchina.

Nella fase centrale la parte organica viene eliminata. Succede all’interno di una autoclave in cui, grazie al vapore e alla pressione, gli assorbenti vengono prima sterilizzati e poi sono sottoposti a un processo di pre-separazione delle materie cheli costituiscono. Il materiale viene poi trasportato su nastri in un essiccatore, dove viene asciugato. Con questo sistema vengono eliminati i cattivi odori e i potenziali agenti patogeni.

Infine, alcuni separatori in serie, costituiti da cilindri rotanti, separano e poi recuperano le materie e da qui vengono poi smistate per la realizzazione di oggetti di uso comune. Sì, perché dal processo suddiviso in tre fasi si ottengono 150Kg di cellulosa, 75Kg di plastica e 75Kg di polimero super assorbente.

L’impianto, che è allo stato attuale in fase di sperimentazione, tratta 1.500 tonnellate di pannolini e assorbenti all’anno. Una volta che sarà a regime si stima che si possano trattare circa 10mila tonnellate di pannolini all’anno, evitando il conferimento in discarica di oltre 13mila metri cubi di materiale in 12 mesi, con un risparmio di 3mila tonnellate in un anno di emissioni di anidride carbonica.