Barbuto Elisabetta, Corrado Margherita: due silenziose Ascare su Radio Radicale

25 maggio 2019, 12:30 Politica.24

La scenetta parlamentare sarebbe presto ricostruita, evidentemente, secondo copione, nella più rigorosa e stretta osservanza delle regole sia nell’uno che nell’altro ramo del Parlamento. Eccola in voce dall’altro scranno di Montecitorio dove Fico chiama: “Onorevole Barbuto Elisabetta” … s’ode la gentile risposta, Presente! E, dall’alto scarno su cui siede, ecco all’appello di Maria Elisabetta Alberti Casellati, solerte e stentorea come una Nike di Samotracia, reagire perfettissima, Senatore Corrado Margherita, Presente …


di Pitagorik

Insomma, un lussuoso palcoscenico da vip con vista extra su Montecitorio e Palazzo Madama, sudate vacanze romane per Barbuto e Corrado, dimentiche di Jiazza Lorda e Villaroja, del criptico, settario e misterioso cenacolo di Santa Veneranda in Berlingieri, quei bei tempi di magra e di miseria, le due crotonesine baciate dall’improvvisa fortuna parlamentare, con tanto di benefit, lauti emolumenti da reddito minimo di cittadinanza, equipaggiate di livrea con porta borse, ufficio di stampa e regime, donne e uomini di cui ancora alcun crotonese e calabrese conosce l’identità, il nome e il volto, gratifiche e stipendiucci, spese a piè di lista, tutte cose da plebe e volgo che certo non dovrebbero essere eguali al prezzo di una semplice ma sempre sbandierata scatoletta di tonno al naturale aperta al gazebo davanti all’Md.

Le due pitagoriche alate sono sempre presenti e obbedienti, dando prova di diligenza e impegno, non sappiamo ancora nulla sul profitto, in ogni maestosa seduta, decisiva per le sorti del Paese.

Granitiche come due corazziere al femminile, fedelissime allo storico motto, per altro da alcuni detto anche ormai desueto, cioè “usi obbedir tacendo e tacendo votar…” le nostre bene amate belle statuine in Transatlantico, in oltre un anno forse avrebbero potuto dare maggiore prova della loro immensa indipendenza da ogni vincolo e mandato altrui, se non quello del popolo sovrano, certificandone la libertà su temi svariati, sommamente su quello della chiusura di Radio Radicale.

Tanto da far venire il dubbio che la loro divisa d’ordinanza parlamentare, il loro raggio di consapevole libertà, sia in qualche modo assimilabile a quella degli “àscari”, come sono etichettati quei parlamentari che obbediscono acriticamente ad ogni direttiva del capogruppo o del partito di riferimento.

Obbedienti? A dir poco. Perché le nostre eroine pensano dalle labbra del mastodontico sottosegretario M5S Vito Crimi, che ha la delega per l’editoria, che ha spiegato su Facebook la decisione di far chiudere Radio Radicale.

Accipicchia, qual migliore e godurioso paradosso per un facile limerick, Crimi e Morra, Barbuto e Corrado...

Il siciliano tanto amico del Morra avrebbe un’idea chiara, apprezzata anche dal padre di Luigi Di Maio, preoccupato per il figliuolo, coinvolto in gossip da jet set con le foto delle prove su strada della nuova fidanzata.

Crimi è netto:“Vogliamo rimuovere il velo di ipocrisia sotto il quale si nasconde l’anomalia di una radio privata che si sostiene esclusivamente grazie ai soldi pubblici”.

Sarebbe forse troppo per i crotonesi chiedere e conoscere che cosa pensano della chiusura o della salvezza di Radio Radicale queste due parlamentari tanto conosciute dal popolo sovrano crotonese, sempre impegnate in battaglie di alta democrazia diretta?

Radio Radicale ha ricevuto fino all’anno scorso 12 milioni all’anno con i quali ha pagato 75 dipendenti impegnati, come previsto dalla convenzione con il Ministero dello Sviluppo economico, a trasmettere in diretta i lavori parlamentari, i congressi di partito e le principali manifestazioni politiche.

Ma c’è di più da chiedere alla sempre solerte archeologa e museografa Senatrice Corrado Margherita, cosa ne pensa della possibile perdita dell’Archivio di Radio Radicale, ricco di preziosa documentazione registrata di convegni, udienze di processi, riunioni del Csm e della Corte costituzionale fin qui custodite e liberamente consultabile online?

Già 25 anni fa la Soprintendenza agli archivi del Lazio ha definito l’archivio di Radio Radicale di “notevole interesse storico”.

Il suo contenuto è così riassumibile: 540mila registrazioni, oltre 224mila oratori, 102mila interviste, 24mila udienze dei più importanti processi, oltre tremila tra congressi di partiti, associazioni o sindacati, più di 32.000 tra dibattiti e presentazioni di libri, 7 mila comizi e manifestazioni, 22mila conferenze stampa e più di 16mila. Più quasi tutti i lavori d’aula di Camera e Senato dalla fine del 1976.

Aspettiamo qualche risposta che sappiamo difficile. Troppa arroganza, tanta alterigia? Attenzione al silenzio delle mummie in Parlamento.

Che come dice un vecchio adagio goldoniano, che il veneto riprese dall’Ascesi: “chi troppo in alto sal cade sovente / precipitevolissimevolmente”.