L'allarme lanciato da Nando Amoruso, un testimone della vita, un combattente della democrazia e della partecipazione popolare, un difensore dei diritti e della dignità della Calabria Jonica, è un grido di battaglia che riecheggia lungo tutta la linea d'asfalto della Strada Statale 106.
di Vito Barresi
Un urlo che è l'annuncio chiaro e netto di una nuova stagione di lotte, la convocazione ad oltranza di tutti i popoli comunali del crotonese, il cirotano, l'isolitano, lo strongolese, il melissese, il crucolese, a dare sostegno e forza a una incisiva mobilitazione per salvare le conquiste, frutto delle gloriose battaglie per la sicurezza, il diritto alla vita, alla mobilità sostenibile, alla comunicazione moderna, agli scambi economici, ai trasporti efficienti.
Con tutto il fiato che gli resta in gola torna a tuonare con fermezza: “Giù le mani dalle Megalotto 9”, subito investimenti e apertura dei nuovi cantieri.
E se qualcuno fosse rimasto indietro, se il Ministro ai Trasporti e alle Infrastrutture, il grillista Toninelli, ha chiaro il problema e le minacce incombenti su un investimento e una infrastruttura che fa gola a gruppi delle speculazione della criminalità mafiosa (LEGGI), sarà bene ribadire e riepilogare rapidamente che cos'è il Megalotto 9, al fine di fare in fretta che è già tardi, per capire che si tratta della più importante vittoria politica dal basso che mai si sia avuta in Calabria dopo le mitiche lotte per la terra, dopo l'apertura dell'Autostrada del Sole Salerno-Reggio.
Sì, dice Nando Amoroso, un'altra strada è possibile! Un'altra 106 è a portata di cantiere. Perché “Megalotto 9” significa ridare dignità a tutte quelle vittime della strada, morti innocenti, lapidi disseminate tra svincoli e carreggiate, come un lineare e lunghissimo cimitero di Spoon River Mediterraneo, la dolorosa lista di famiglie intere, bambini, donne, anziani, trucidati sulla via insicura, sul Calvario jonico dove riposano i giusti giustiziati dalle inefficienze e dell'abbandono in cui lo Stato ha lasciato per decenni questa importante via di comunicazione del Sud, il raccordo tra Sicilia Calabria, Basilicata e Puglia, se vi pare poco!
Sono loro, sono questi i martiri della strada che hanno lasciato sull'asfalto la propria vita, a rappresentare il monumentale monito della memoria, dell'onore e dell'orgoglio da difendere, persino ostentare e manifestare a muso duro, coloro che hanno contribuito a rendere concreta, operativa, attuabile la scelta del governo centrale di progettare e disporre la modernizzazione di una infrastruttura decisiva per la Calabria e, oggi più che mai, per l'Italia è l'Unione Europea.
Con l'attuazione del “Megalotto 9” molte cose potrebbero immediatamente cambiare lungo quel percorso accidentato che porta dallo svincolo Aeroporto Sant'Anna, al km 235+800, fino a Mandatoriccio, al km 306+000, trasformando un'asta viaria al momento fratta, frastagliata frammentata, pericolosa e non agevole, in una delle più innovate arterie infrastrutturali esistenti nel Mediterraneo.
Una lunga strada tra l'argilla del vecchio latifondo e la spiaggia dorata del Mar Ionio che brilla con il suo asfalto blu, proponendosi come il tessuto connettivo di un'asse direzionale puntiforme, una specie di metropoli diffusa sul territorio che si addensa in forma di metropolitana costiera che da Taranto raggiunge Reggio, sfociando sullo Stretto.
Il racconto di questo straordinario “sogno” di trasformazione qualitativa e di servizio, un'utopia che passa da Sibarys, Kroton, Petelia, Macalla, Krimisa, Chone, Locri Epizefiri, Rhegion, Metaponto, Pandosia, Kaulon, Scolatium, Siris, Taras, una speranza per le popolazioni che accedono spesso con paura e ansia su una strada altrimenti definita “della morte”, è racchiuso nel vibrante Dossier S.S.106 in cui Nando Amoruso, eroe civile, testimone dei disagi e dei bisogni socio-economici di una area vasta che comprende tutta la costa ionica calabrese, ben quattro provincie su cinque della regione, Cosenza, Crotone, Catanzaro e Reggio, ha raccontato, a Tommaso Corda, la sua straordinaria lotta per la vita, la mobilità, le strade, la comunicazione, dunque, i contatti, i flussi, i transiti pedemontani, l'economia, gli scambi, la socialità di un territorio in cui si trovano insediati grandi e piccoli comuni, per un totale di oltre un milione di abitanti.
Ma questo libro, il Dossier S.S.106, punta l'indice accusatorio contro tutti coloro che vorrebbero, ancora una volta, per scopi poco chiari e fini personalistici, attentare alla sacrosanta conquista, proponendo una variante tra Crotone e Catanzaro, sbattuta in mezzo a un'arida Valle in cui si annidano purtroppo pericolosissimi presidi criminali e “locali” di 'ndrangheta.
Certo, asserisce Amoruso, non si mette in discussione la bontà di alcune proposte di variante anche se sono soltanto delle buone idee come lo erano nel passato. Ma qui si comprende, fin troppo facilmente, che la costruzione di una superstrada a due carreggiate sta risvegliando appetiti di ben altra natura che non quelli del viaggiatore che ha fretta di arrivare non a Catanzaro ma a Germaneto, e per vie tortuose, che sono fra l'altro finite anche sotto la lente della DDA di Catanzaro, a Lamezia Terme.
Si fa qui riferimento alla probabile gigantesca speculazione sui terreni adiacenti o poco distanti a quella che dovrebbe essere una strada in una Landa desolata.
Per cui non si vorrebbe che sbandierare un minor tempo di percorrenza, un maggior confort veicolare, un diminuibile impatto ambientale, siano poi argomenti di una banale propaganda, dietro cui si nascondono ben diverse intenzioni.
Nando Amoruso ribadisce che lungo il tracciato del “Megalotto 9” egli non ha alcun interesse e né possiede alcun appezzamento di terreno.
Al contrario non si vorrebbe che tutta questa assurda attenzione che viene riservata a un'idea, su cui si sono schierate alcune tra le più potenti lobby speculative agrarie del crotonese, si nasconda un più subdolo obiettivo che è quello di far fallire e bloccare l'apertura dei lavori sul “Megalotto 9”.
No, grida con forza Nando Amoruso, io mi ribello!
I lavori di costruzione della statale 106 Jonica E90, dallo svincolo aeroporto Sant'Anna a Mandatoriccio, sono già un progetto reale, compatibile, sostenibile, ingegnerizzato, investito e finanziato da cui sarebbe “criminale e delittuoso” stornare somme per destinare ad altre soluzioni, praticamente irrealizzabili.
Tanto che si spinge a dire che la variante al “Megalotto 6” possa essere addirittura un pretesto, un cavallo di Troia, una grossolana strategia per impedire la realizzazione del “Megalotto 9”, dato di fatto che già oggi, già adesso ci permetterebbe di percorrere tratti di superstrada tra Crotone e Rossano con comodità, efficienza e rapidità.
La strada nelle valli della 'Ndrangheta è una farneticante fantasticheria, un incubo solare che si dissolverà come una clamorosa bugia.
Perché solo adesso, solo oggi è possibile mettere mano agli investimenti previsti dal governo, far spendere le somme destinate allo scopo, da cui nessuno può e deve più sottrarsi, neanche questo esecutivo giallo-verde, i cui deputati, senatori, presidente della Commissione antimafia, tacciono a tal proposito.
Forse acconsentono? Forse fanno anche loro parte di quello strano “comitato” che sostiene la Variante di Simeri Crichi, che avrebbe le entrature politiche giuste per far passare una strada assurda, una colata grezza di asfalto, ferro, cemento e calcestruzzo che potrebbe divenire l'autodromo delle 'ndrine, la via storta che invece di farci andare al Nord ci farebbe sprofondare in mezzo alle timpe abbandonate di qualche grande feudatario e proprietario terriero?