La memoria “in mezzo al nulla” dei fratelli Bandiera: ripensare un monumento abbandonato (e inservibile)

15 giugno 2019, 08:36 Imbichi

Ideato nel 1961 ed inaugurato nel 1966 al cospetto di Saragat e Pertini, il monumento continua la sua esistenza nel più totale degrado, tra interventi saltuari, recuperi d’occasione ed uno scarso - se non inesistente - utilizzo da parte della popolazione.


di Francesco Placco

Quando avvenne lo sbarco “nelle Calabrie”, nella notte del 16 giugno 1844, i fratelli Bandiera si assicurarono di arrivare in mezzo al nulla, in modo da rendere quanto più difficile l’individuazione e proseguire in sicurezza.

Oggi, a distanza di ben 175 anni da quella notte, possiamo quasi affermare che il punto di approdo della spedizione è ancora “in mezzo al nulla”, così come il monumento nazionale che dovrebbe ricordare quell’evento.

Progettato dall’architetto romano Giorgio Volpato (QUI), il monumento copre un’area di oltre quattromila metri quadri. La sua costruzione venne ufficializzata durante il Consiglio comunale del 13 marzo 1961, quando vennero stanziati 9 milioni di lire per la sua realizzazione, successivamente saliti ad oltre 11. L’inaugurazione, inizialmente prevista per lo stesso 1961, venne rimandata più volte, fino al 21 aprile del 1966.

Idealmente, rappresenterebbe un percorso per riscoprire la storia del martirio (QUI). In pratica, è un enorme spiazzo abbandonato a sé stesso. Nonostante si tratti di un monumento nazionale (QUI), non esistono indicazioni per raggiungerlo, targhe per descriverlo e, più generalmente, motivi per andarci.

Chi lo recensisce online ne sconsiglia la visita (QUI), e ne rimane deluso: “un monumento dimenticato per una storia dimenticata”, si legge tra queste. Neanche gli spazi verdi, in passato dotati di diversi alberi da frutto, vengono più curati.

A distanza di poco più di mezzo secolo dall’inaugurazione, forse è arrivato il momento di ripensare l’area. Un’area - vale la pena ripeterlo - di oltre quattromila metri quadrati, che dovrebbe essere a disposizione non solo della popolazione locale e degli abitanti del posto, ma che dovrebbe rappresentare un punto d’interesse e di attrazione. Ma che sin dalla sua inaugurazione ha rappresentato, nella maggior parte della sua esistenza, un’area inservibile, se non unicamente a fini istituzionali e di commemorazione.

Una superficie di proprietà del Comune di Crotone che potrebbe essere ripresa, rinnovata, modificata, così come chiedono da tempo diverse realtà locali, e che potrebbe divenire un museo a cielo aperto non solo sulla spedizione dei fratelli Bandiera, ma sul periodo risorgimentale in generale, con particolare attenzione ai focolai del crotonese.

Area che potrebbe essere affidata ad enti o associazioni per la manutenzione e per la cura, che potrebbe essere attrezzata a dovere per offrire un servizio ai visitatori. Per tentare di risanare un luogo che, ad oggi, non sembra avere alcuna attrattiva. Insomma, idee ce ne sarebbero molte, e potrebbero risollevare le sorti di un angolo di periferia destinato, evidentemente, all’abbandono.

Sempre che l’amministrazione comunale sia pronta a recepirle.