Salvini incontra Putin in Italia dopo il ‘caso criminale’ Sea Watch?

1 luglio 2019, 15:30 100inWeb | di Vito Barresi

Per Vladimir Putin sarà la terza visita in Vaticano. Il Presidente russo giunge in Italia il 4 luglio 2019, memore di aver già incontrato Papa Francesco sia il 25 novembre 2013 che il 10 giugno 2015. Poi lo “squadrone cosacco” andrà a L'Aquila per constatare direttamente i risultati di un accordo firmato nell'aprile del 2010 con l'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Intesa che prevedeva un investimento di 7,2 milioni per restaurare il settecentesco palazzo Ardinghelli di piazza Santa Maria Paganica e la chiesa della frazione di San Gregorio. Sarà anche l'occasione propizia per Putin di incontrare Salvini?


di Vito Barresi

Dietro il caso Sea Watch e la cosiddetta “guerra aperta” alle Ong umanitarie accusate di azioni criminali e giudicate alle stregua di bande armate fuorilegge e piratesche, potrebbe nascondersi un subdolo attacco alla egemonia americana, un colpo alla presenza della Nato nel Mediterraneo?

Nelle stazioni di controllo strategiche internazionali, con il passare delle settimane, pare che l’attenzione si sia improvvisamente innalzata, fino a raggiungere il livello di guardia, constatando che dietro l’apparentemente innocuo e superficiale “cattivismo” salviniano contro la flotta che in “rescue zone” ripesca i profughi africani che rischiano il naufragio, potrebbero celarsi, mimetizzarsi e persino camuffarsi, ben altre manovre di carattere strategico.

Su questo inedito sfondo, su cui si incrociano l’emergenza dei flussi migratori, la tutela sovranazionale dei diritti umani, la ridefinizione di trattati e parti salienti del Diritto Internazionale, specie marittimo, in un confronto serrato fra più super potenze alla ricerca estenuante di punti di forza e di debolezza, Salvini potrebbe incontrare Putin.

E se lo farà, dovrà transitare su una striscia “borderline” tra il protocollo e la real politik, tra il ruolo apparente e “localista” di Ministro della Protezione Civile e quello più ampio in cui si sta cullando tra selfie e video proclami di autentico “match winner” mondiale.

Dunque, non solo un Ministro degli Interni ma un plenipotenziario, un pluri-ministro che assomma nei suoi poteri e nelle sue funzioni anche parte di quelli oggettivamente e soggettivamente in testa al ministro degli Esteri e al capo del governo.

E anche se questo fantasioso incontro non avverrà c'è da dire che alcune convergenze emerse nel corso degli ultimi anni e degli ultimi mesi sono abbastanza evidenti se non con Putin almeno con il partito della Grande Russia (Russia Unita) a cui la Lega di Salvini si è prontamente affiliata se non l'unica in Europa almeno tra le prime fin dal marzo 2017.

Per cui rileggere in questa chiave l'ultima vicenda della Sea Watch, in qualche modo collegandola con l'imminenza della visita di Putin, forse aiuta a capire meglio quanto sia “esageratoe scomposto il fastidio provocato a Salvini da quelle “mosche in mezzo al mare”, ossia i deputati democratici e dell'opposizione, fino a inciampare quella strana “gaffe” (voce del sen fuggita?) che detta da un “ministro” assume ben altro tono e inquietante sfumatura: “...io per quei parlamentari non chiedo ovviamente la galera ma..."