Un’amica su Facebook mi ha inoltrato la seguente lettera: “Caro Rodolfo, ti debbo informare che sarò costretta, purtroppo, a non potermi più recare presso l'Ipercoop di Crotone a causa degli ‘inghippi’ del sistema di sicurezza (vada il termine)”.
Ecco quanto accaduto:
“Sto per entrare nel supermercato ma ecco uno squillo. È la seconda volta che mi capita e non desidero che possa capitarmi per la terza volta, dato che le persone non fanno altro che soffermarsi per guardare con grande curiosità e, forse, malignità, nel mentre l’addetto rovista nella mia borsa, prendendo tutti gli involucri contenenti oggetti vari, sottoponendoli a verifica”.
“Finalmente individua l'involucro ‘incriminato’, però non si premura di sottoporlo alla mia attenzione ma, rimettendolo di nuovo nella borsa, mi suggerisce di entrare. All’uscita non uno, ma una serie di ‘squilli’, nel mentre mi premuro di porre quanto comprato nelle buste”.
“Ed ecco, altri sguardi indiscreti da parte di alcuni acquirenti, nei pressi della cassa. La cassiera telefona all’addetto, il quale si premura di venire per darmi il via libera per potermene andare. Ebbene, penso che bisognerebbe ricorrere ai ripari. Ti sarò grato se vorrai fare conoscere la mia disavventura. Cordialità”. (Romilda)
Purtroppo, quanto mi fa notare l’amica Romilda è vero. È accaduto anche a me. Nel mio caso ad essere incriminato il mio giubbotto, toccato e tastato da capo a fondo. Inconcepibile che possa verificarsi quanto sopra.
Rodolfo Bava