Molti dei crocieristi che sono appena sbarcati pensano che la carretta del mare posizionata in bella vista proprio al varco principale del Porto di Crotone sia una simpatica installazione artistica messa in bella mostra per dare loro il benvenuto nella città che fu di Pitagora. Magari fosse stato così!
di Vito Barresi
Perché ci sarebbe da scrivere che a Crotone si scavalca Matera e si guarda addirittura alla Biennale di Venezia dove le tragedie del mare, dei migranti finiti in fondo all'Adriatico vengono ripescate dal fondo ed esposte al pubblico per “smuovere le coscienze”.
Ma il ripescaggio della carretta del mare avvenuto sulla banchina ex Pertusola nulla ha a che vedere con la 58/a Mostra d'Arte, dove nei mesi scorsi è stato trasportato nel bacino dell'Arsenale “l'inconfondibile sagoma blu del peschereccio libico inabissatosi il 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia, con 700 vittime” ribattezzato “Barca Nostra”, dall'artista svizzero Christoph Büchel.
Più terra terra è accaduto che l'imbarcazione che era affondata sul lato dove attraccano le navi crociera pochi giorni prima dell'arrivo della Viking Sea è stata tirata a riva e collocata nel posto più giusto per l'arte ma più sbagliato per accogliere i turisti.
Certo lì è stata collocata non a caso perché è l'area del retroporto dove avviene la dismissione di queste imbarcazioni sequestrate.
Ma che ne dite se a Crotone si prendesse spunto dalla Biennale e quell'area del retroporto venisse trasforma in uno spazio rigenerato e di alta qualificazione urbana e artistica?
C'è ancora un lembo di spiaggia, la piccola palude del Pignataro, qualche altro rilievo interessante, persino nello specchio di mare inquinato tanti relitti dell'antichissimo porto della antica Kroton.
D'altra parte la storia è sempre strana e curiosa, riservando sorprese da scoprire magari in quei non luoghi che altro non sembrano che discariche di rifiuti e immondizie.