Appello al Commissario Franco Iacucci. Solo un vero azzeramento può far rinascere il PD a Crotone

23 luglio 2019, 12:20 Il Fatto
Nicola Zingaretti e Franco Iacucci

Si apre in piena estate una nuova fase politica per il PD e per il centro-sinistra. Se ne fanno voce tanti iscritti, un pezzo consistente della base del Partito Democratico, sempre più in fermento e fibrillazione per gli esiti di una crisi comunale confusa e convulsa in cui il PD è apparso ancora una volta subalterno, manipolato e condizionato dal prepotere politico e amministrativo del gruppo che fa capo ad Enzo Sculco.


Dalla crisi comunale che ha partorito ancora una volta un assetto informe - pari a un pericoloso e allarmante miscuglio, di interessi e strane alleanze, in cui si mescolano spezzoni di forze politiche abbandonate o allo sbando con elementi dell’ultradestra - si deve uscire a testa alta, senza lasciare il capo stregone perennemente a guardia di un “quadaro” in cui fa cuocere un sistema istituzionale locale che ormai non è più né carne né pesce, ridotto a un brodo primordiale e “lipposo”, in un pentolone impregnato di ambiguità e strumentalizzazione.

Diamo atto che il compito del commissario Franco Iacucci è quanto mai difficile, non fosse altro che per la riottosità dei soggetti che hanno letteralmente occupato le stesse sedi democratiche del PD, anche alla luce della considerazione che, in realtà e da più anni, il Partito Democratico di Crotone non è più un partito ma piuttosto un coacervo di clan in lotta perenne tra loro, al solo fine di ottenere posizioni e postazioni di potere, con ottusi capi bastone, assolutamente indisponibili e impreparati a svolgere la più complessa e delicata funzione di opposizione al regime elettoralistico sculchiano.

Per cui la domanda, talvolta semplice quanto angosciosa e incalzante, si sostanzia in queste ore anche convulse di discutibili quanto equivoche “piazzate”, nel chiedersi oggi più che mai sul come si possano riaprire le porte e le finestre del PD alla città.


Il superamento delle note presenze

che mostrano di non tollerare

il confronto, il dibattito, la sana dialettica


Come possa giungersi al più presto al ripristino della normale agibilità politica pluralista, paritetica, partecipata e democratica, se non verranno in breve tempo superate ed eliminate le più note presenze che dentro il Partito Democratico e nelle istituzioni mostrano di non tollerare il confronto, il dibattito, la sana dialettica democratica, quei personaggi che poi sono quelli che con tutti i mezzi impediscono un fisiologico cambiamento della classe dirigente comunale e provinciale nel PD e nella sinistra in genere.

Ciò che vogliamo sottolineare con questo appello al commissario Iacucci, e con lui al referente regionale Graziano e allo stesso segretario del partito Nicola Zingaretti è che non riusciamo, con tutta la buona la volontà, a individuare un tema, una problematica che abbia mai coinvolto l’assemblea degli iscritti e gli organismi derivati, nel mentre abbiamo assistito soltanto a scontri su postazioni, incarichi, ed opzioni carrieristiche.

Per cui la presenza del Commissario rappresenta per noi un utile momento, una propizia occasione per ribadire che questo stato di cose, insiste in maniera patologica e insana ormai dal 2006, da quasi 15 anni, fin dall'insediamento della prima giunta Vallone.

La mancanza di dibattito, la non comunicazione delle idee ha ridotto la città al limite dell’emergenza democratica, in una condizione di disarticolazione e di rassegnato appiattimento.

Al di là della legittimità del commissariamento, che potrebbe apparire come una scelta estemporanea, l’impegno di Iacucci a Crotone deve essere letto come servizio ma, soprattutto, come garanzia verso iscritti ed elettori che subiscono uno stato di fatto che rasenta la negazione dei diritti democratici di partecipazione e che è sfociata nella condizione gravissima di rassegnazione, fatalismo e persino omertà verso la tracotanza di certe cricche di potere e nicchie di intimidazione e arroganza.


La nomina di Iacucci come

unica soluzione civile

per segnare una rottura

con il passato

compromissorio e clientelare


La nomina di Iacucci si presenta, al contrario di quanto dicono i promotori di polveroni e i mestatori di “fuochi” fatui, quale unica soluzione civile per segnare una rottura con il passato compromissorio e clientelare, nonché come una speranza per la parte sana della società e dello schieramento progressista di avviare un nuovo corso.

Alla luce di questa considerazione riteniamo che un vero e pregnante rinnovamento possa iniziare chiedendo a tutti indistintamente un passo indietro, cominciando dai dirigenti e dagli iscritti, da quanti sono impegnati nelle istituzioni, da chi occupa postazioni di rilievo e di governo materiale negli enti comunali partecipati e controllati.

Non vogliamo alludere bensì fare riferimento ben preciso e con chiarezza a patti di sottogoverno non più coerenti ed attuali che hanno in questi ultimi mesi determinato la designazione a vicepresidente della Provincia di Giuseppe dell'Aquila, alla prolungata e pluriennale conferma di Rocco Gaetani a presidente dell’Akrea e di Claudio Liotti a presidente del Consorzio Congesi.

Sappia, dunque, il commissario Iacucci di non essere né solo né tanto meno isolato ma di avere dalla sua parte la maggioranza degli iscritti e degli elettori del PD che sono stanchi di essere calpestati da tali gruppi di interesse e di potere personale che spudoratamente e indegnamente utilizzano la sigla del PD per trattare con soggetti esterni all'arena democratica e legale.

Ovunque a Crotone come nei comuni della Provincia sono ormai in tanti gli iscritti e i dirigenti, i simpatizzanti e gli elettori nuovi e storici, a essere indignati dal dover subire la bassa politica della tracotanza, dell'arroganza, di una cricca di pochi soggetti che con la più sfacciata amoralità reitera, ai danni del Partito, accordi di basso profilo con il gruppo Sculco.