La politica dei diversamente differenziati tra la colpa delle capacità e il valore aggiunto dell’inesperienza

13 agosto 2019, 09:21 Opinioni&Contributi

L’uomo è un genio quando sogna ma… Social, maledetti social che riuscite a turbare il sonno. Liso nella coscienza, mi abbandonai al dormir, di chi stremato tenta in esso di ritrovar se stesso. Svegliatomi nel cuore della notte, chiamai Gino, per confrontarmi, urlare o forse farmi solo consolare, ma a nulla valse l’invano tentativo. Gino, non rispose, anche per uno come lui due interviste eran state dure da metabolizzare.


di Antonino Mauro Calabretta

Incompetenza al potere e diversamente differenziati, metafora di come siamo combinati a Crotone. Sembra veramente ingenuo il sogno di Leibniz:

“quando sorgerà una controversia fra due filosofi, non occorreranno discussioni come non ne occorrono tra due contabili. Basterà infatti prendere in mano la penna, un foglio di carta e dire: calcoliamo!”.

Le tensioni sociali sono tanto maggiori quanto più la società è costituita da gruppi non compatibili; se per un gruppo, X è un diritto mentre, per un altro gruppo, Y è un delitto, si arriverà necessariamente allo scontro.

Una gran parte dei giovani non vuole e non può occuparsi delle istituzioni, che però decidono della loro vita e forse non è un caso se l’astensionismo continua a crescere. Un controsenso e un paradosso.

Sfiduciati i politici, ci restano i dilettanti, le capacità sono diventate una colpa, l’inesperienza un valore aggiunto e una classe politica incompetente può rappresentare un problema anche per la democrazia.


La rivincita degli incapaci


Il motto “ogni uomo è filosofo” è tanto più vero quanto più l’uomo è colto e civile; sospetto e avversione sono riferibili a quel peccato originale proprio degli uomini, insito in un atavico egoismo escludente, l’incapacità di riconoscere i meriti e virtù di altri e il difetto in se stessi, l’opinare si arresta dinanzi al riconoscimento dello statuto invalicabile della conoscenza.

È la rivincita degli incapaci, su questa mistica proclamazione di estraneità si fonda l’escursione arbitraria in ogni ambito della convivenza si gestisce l’amministrazione secondo dei puri calcoli di bassa politica e il rendimento dei sistemi complessi non dà segnali apprezzabili di efficacia.

Scenari probabilistici nei quali domina la statistica per arrivare alla scelta migliore e scenari incerti dove anche la definizione delle probabilità diventa soggettiva e nei quali alla logica e alla statistica si affianca la teoria della scelta razionale: la scelta meno criticabile è quella coerente, che cioè non ha contraddizioni.

Il positivo che via via viene scoperto ci attrarrà a sé fino a costruire un oggetto d’amore, il Well-being, identifica nell’osservazione lo strumento per migliorare la propria (“cambia i tuoi occhi, cambierai il tuo cuore!”), l’esercizio è quello di vedere la parte positiva in tutto ciò che si ha attorno, in ogni cosa, quasi ossessivamente.

Competenza politica significa innanzitutto essere in grado di capire i problemi della società, conoscere il territorio e i bisogni, deve avere la pazienza del confronto e del dialogo, produrre consenso intorno alla sua azione, sapendo soprattutto convincere nei momenti in cui le scelte per il bene comune sono pesanti per gli interessi dei singoli.

La sordità nei confronti

dei bisogni dei cittadini

Significa, poi, immaginare le soluzioni per quei problemi quelli presenti ma anche e forse soprattutto quelli che verosimilmente si presenteranno enucleando gli strumenti, anche innovativi, più idonei a perseguirli, leggere i fenomeni, comprenderne le cause, metterli in relazione, saper resistere a chi ha mezzi assai convincenti per proporre i propri interessi di gruppo, anche a costo di scontri pesanti con questo o quel potere economico, sociale, mediatico.

Incapacità di confronto, la sordità nei confronti dei bisogni dei cittadini, la scelta di ignorare i corpi intermedi della società civile, sono incompetenze che dobbiamo considerare nocive alla democrazia.

Le capacità sono diventate una colpa, l’inesperienza un valore, ed è solito ritenere che si possa arrivare alla verità, anziché affidarsi più semplicemente, ma concretamente, alla coerenza delle idee. Ciò genera contrapposizioni e intolleranze ingiustificate.

Preparazione e competenza per dare risposte ai problemi o esclusivo appagamento dell’ego in una prospettiva puramente edonica di mero raggiungimento di obiettivi personali?