“La disperazione è un contabile. Vuol far tornare i conti. Niente le sfugge. Addiziona tutto. Non molla neppure i centesimi. Rimprovera a Dio i fulmini e i colpi di spillo. Vuole sapere come regolarsi con il destino. Ragiona, pesa e calcola”. (Victor Hugo)
di Sr* l'impertinente
Quello della Corte dei Conti è un fardello di cui il Comune di Crotone pare non riesca proprio a sbarazzarsi, e sin dal 4 aprile del 2018, vale a dire da ormai 16 mesi fa, da quando cioè l’organo bacchettò l’ente e decretò lo stop alle spese non necessarie.
Lo Stronzio che scrive, dell’argomento se n’è già occupato più volte, fin troppo per qualcuno che arriva a paventare addirittura una sorta di persecuzione nei confronti dell’amministrazione e dei suoi conti, che tutti assicurano essere virtuosi.
Che la cosa sia per l’ente ben più complicata rispetto a quello che gli ospiti pro tempore di piazza della Resistenza lascino intendere - e che merita quindi tutta l’attenzione prestata - sono le novità settembrine arrivate fresche fresche dall’organo di controllo.
“È più facile fare calcoli
piuttosto che sapere esattamente
cosa si sta misurando”.
(J.W.N. Sullivan)
Chiunque chieda al buon Ugo Pugliese, sindaco di Crotone, quando il Comune possa uscire da questo cul-de-sac in cui si è infilato, la risposta è sempre la solita: “presto, molto presto”.
Il tutto accompagnato dalla spiegazione sul come le prescrizioni della Corte dei Conti siano già state tutte soddisfatte e come non si capisca, quindi, il perché mai di così tanto ritardo per una risposta; anche qui paventando una qualche persecuzione!
Per questo era stato anche programmato un apposito incontro nella sede della stessa Corte, per comprendere come mai ancora non si fosse dato via allo sblocco delle spese non necessarie.
“Quanto devi stare in prigione?”.
“Vediamo… ecco… io penso che,
facendo un calcolo approssimativo…
che è oggi, mercoledì?”. “
Sì”. “Giovedì, venerdì, sabato… Dieci anni”.
(Woody Allen)
In effetti l’incontro c’è stato, lo scorso 3 settembre, ed a guidare la delegazione comunale è stato proprio il sindaco in persona; peccato, però, che le cose non siano andate nel senso sperato.
Giusto il giorno dopo l’appuntamento “chiarificatore”, infatti, il 4 di settembre, al Comune è giunta una nota della Corte dei Conti ma non con la tanto auspicata “riapertura dei rubinetti”.
La missiva, piuttosto, conteneva un segnale di tutt’altro tenore, facendo intendere in modo inequivocabile che l’organo contabile non intenda affatto mollare la presa sul Comune pitagorico.
“Il sogno non pensa e non calcola;
in un certo mondo non giudica neanche:
si contenta di trasformare”.
(Sigmund Freud)
La Corte, infatti, ha comunicato l’apertura di un altro fascicolo, l’ennesimo, e relativo questa volta ad uno dei tanti vulnus dell’ente crotonese, vale a dire i debiti fuori bilancio.
Nello specifico, l’organo di controllo si è posato sulle somme urgenze per eventi alluvionali avvenuti tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, approvati dal Consiglio Comunale del 26 febbraio 2018 con la deliberazione numero 261.
D’altronde quella dei debiti fuori bilancio, a piazza Resistenza, pare una pratica senza soluzione di continuità, visti gli elenchi sterminati di quasi ogni riunione della civica assise.
“L’ipocrisia è soltanto un vizio simile agli altri,
debolezza e forza, istinto e calcolo”.
(George Bernanos)
E non è finita qui. Il 9 settembre, in particolare, il magistrato istruttore Stefania Anna Dorigo ha scritto di nuovo al Comune e, questa volta, sono stati dati all’ente altri 15 punti da rispettare, contenuti in ben 22 pagine.
Il magistrato contabile ha chiesto chiarimenti, documentazioni e, soprattutto, interventi immediati per far uscire le finanze dell’ente pitagorico fuori dalle incertezze in cui sembra essere piombato.
Considerato che nella precedente delibera, quella del 2018 che decretò il blocco della spesa, le contestazioni erano solo in 10 punti, adesso i punti critici sono diventati 15: invece di andare avanti, dunque, il Comune pare faccia passi indietro!
“Con l’affetto che risplendeva da un occhio,
e il calcolo dall’altro”. (Charles Dickens)
Nel mirino c’è un altro nervo scoperto dell’amministrazione guidata dal mirabile duo Pugliese-Sculco, cioè la gestione delle società partecipate. Fuori controllo.
Un altro aspetto da mettere qui in evidenza è che se con la precedente deliberazione della Corte erano stati presi in considerazione i bilanci 2015 e 2016, subito appioppati alla responsabilità dell’ex gestione Vallone, adesso il discorso cambia.
Le nuove contestazioni, infatti, si riferiscono all’annualità 2018, cioè in piena era “Sculcolandia” e Pugliese al timone: adesso, insomma, non ci sono più alibi.
“Nessuna opera può essere intrapresa
prima di averne calcolato i costi”. (Daniel Defoe)
Oggetto della contestazione è la mancata conciliazione tra crediti e debiti da parte dell’ente; come a dire: le società partecipante pensano più a spendere che ad incassare, e tutto questo con buona pace dei bilanci, naturalmente in perdita.
Viene evidenziata dalla Corte, ad esempio, la situazione del consorzio Congesi, che si occupa della gestione dell’acqua pubblica, con un debito milionario che cresce anno per anno.
Il tutto con le rassicurazioni del management dello stesso Consorzio ma cui fanno da contraltare le preoccupazioni della Sorical, principale creditrice, e l’impressione è che Congesi pare avviarsi sulla stessa strada dell’ex Soakro; e speriamo non sia quella del fallimento!
“Niente si ottiene in guerra
se non per mezzo di precisi calcoli…
il caso da solo non è mai
apportatore di successo”.
(Napoleone Bonaparte)
Un altro esempio evidenziato dalla Corte dei Conti sono poi i crediti e debiti con la Regione Calabria con quest’ultima che reclama da Crotone 2,9 milioni di euro, corrispondenti alle quote non pagate sul conferimento dei rifiuti.
A sua volta il Comune sostiene di avanzarne 400 mila di euro dalla Regione: di tutte e due le cifre - che pur sempre segnano un saldo negativo per l’ente pitagorico e di ben 2,5 milioni - la Corte dei Conti ne chiede dunque opportuna documentazione per verificarne la situazione reale.
Come se non bastasse. Si suole dire spesso che “il veleno è nella coda” e non fanno eccezione in tal senso le 22 pagine della Corte, soprattutto quando mettono nero sul bianco il fatto che il Comune non abbia risposto neanche alle prescrizioni inviate nel 2018.
“Amo i calcoli falsi perché
danno risultati più giusti”.
(Jean Arp)
Scrive infatti l’organo di controllo che l’ente crotonese deve ancora rispondere alle precedenti note istruttorie inviate a partire dall’aprile 2019 per Pec e ricevute dall’ente.
Come se non fosse sufficiente, la Corte sottolinea come queste manchevolezze siano state già ribadite, de visu, proprio durante l’incontro dello scorso 3 settembre, personalmente al sindaco Pugliese.
A leggere le conclusioni del “documento”, insomma, le passate ordinanze non solo non sarebbero state di fatto evase dal Comune ma quest’ultimo non si sarebbe neanche degnato di mandare la documentazione richiesta.
“Tutto è calcolo in questo mondo”.
(Benjamin Disraeli)
Le spese inutili, quindi, continuano ad essere bloccate e circa l’utilità di quelle invece effettuate ci sarebbe tutto da discutere. Così, e nonostante le varie riassicurazioni del caso, sembra sempre più avvicinarsi l’ombra minacciosa di un possibile commissariamento.
Una opzione, quest’ultima, che visto il persistere di una situazione di “ambiguità”, di promesse non mantenute, di bacchettate da parte dell’organo di controllo, non sembrerebbe neanche quella più sbagliata!
D’altro canto far gestire le “questioni” dell’ente ad altri rispetto agli eletti dai cittadini è una pratica a cui, purtroppo, Crotone è fin troppo abituata. Dunque: un commissario in più o meno che male volete che faccia?
* Simbolo dello Stronzio