Depuratore in tilt negli ultimi giorni: stagione finita in un mare di fogna?

13 settembre 2019, 13:16 Il Fatto

Come è andata la stagione balneare a Crotone nell’ormai trascorsa estate 2019? Abbiamo forse fatto il bagno nella merda ma il signor sindaco non ha provveduto ad avvisarci?


Anche quest’anno, e per fortuna solo in bassa stagione, è saltato il ciclo della depurazione perché ancora una volta il depuratore civile è rimasto “bloccato” a causa di uno “stop” alle pompe di sollevamento.

Nonostante il Comune abbia ricevuto un finanziamento di 600 mila euro da parte della Regione Calabria, visto il rifiuto di Congesi di assumere la gestione dell’impianto - sia perché la società partecipata al 51% dallo stesso Comune non ha in organico i tecnici operatori adeguati, sia perché trattasi di un’attività energivora e quindi particolarmente dispendiosa sui costi - ancora una volta le fogne avrebbero trovato “altra canalizzazione.

Certo, lontano dallo Yachting Club ma comunque come al solito sversate nell’Esaro con quel che ne deriva per gli abitanti del popoloso quartiere Gesù e delle contrade Nord.

Non c’è da sorridere perché qualcuno potrebbe comunque ironizzare che quella inventata dal sindaco abbronzatissimo è forse una nuova tecnica per smaltire o disintegrare l’inquinamento dei metalli pesanti buttandogli sopra 250 metri cubi di merda, ogni giorno, nel letto del fiume.

Come se non bastasse il Comune ha inteso - appena all’inizio della stagione estiva - stipulare una convenzione con il depuratore industriale Corap per lo smaltimento dei 250 mc quotidiani ma il blocco” del depuratore civile ha di fatto fermato anche quello industriale, perché la società che lo gestisce non era stata neanche avvertita.

Dunque, a conti fatti, è lecito chiedersi se in 90 giorni di stagione estiva sia stato questo un caso isolato o altrimenti se il mare crotonese possa aver risucchiato migliaia di metri cubi di fognatura. Ma c’è inoltre da chiedersi: chi realmente sovraintenda alla fognatura del Comune di Crotone?

Dalle notizie assunte in merito le fogne sarebbero pertinenza di un commissario ad acta residente a Roma.

Se ne deduce che sarebbe quantomeno necessario che il sindaco, con delega all’ambiente, riferisse in seno al Consiglio Comunale sullo stato del depuratore civile e su quanto accaduto in questi ultimi torridi giorni e identicamente anche la Regione Calabria, tramite Arpacal, effettuasse verifiche e controlli.